lunedì 31 dicembre 2012

VULcanologia femminile

Non sono sparita, sono viva.
Viva e vegeta dicono, con qualche chilo in sovrappeso, ancora per poco.
Ma li ho.

In realtà non è grasso quello sui fianchi, è amore che ho da dare. 
Il casino è che può essere smaltito solo facendo del DS&G
Non esistono diete, all'amore non si sfugge. 
Può capitare di avere un sovraccarico e bisognerà esplodere prima o poi.
Come il Vesuvio, l'unico vulcano con eruzione ad esplosione. 
E' dal 1944 che non erutta, quando lo farà ce lo ricorderemo bene.
Credo.

Quindi, la Signora VaGina è un vulcano. Non il Vesuvio, forse l'Etna. 
E poi dipende dalla situazione. 
E qui mi fermo, non vado oltre, potrei cadere nel porno, il passo è breve. 

Stavo notando che VULcano ha le prime tre lettere uguali a VULva.
Strano no?
La tua, quindi anche la mia, VaGina è un VULcano. 
Bello.

"Ho gli occhi azzurri come il mare e non come la pece.
Idiota."

L'Italia è un paese ad alto tasso sismico. 
Lo sapevi? 
L'ho scoperto sta mattina mentre facevo ripetizioni di geografia.

Non sono sparita, dicevo. 
Ho solo avuto un periodo problematico. 
Ho perso Cico, lo credevano morto invece era solo al canile.

Abbiamo la capacità di distruggerci ogni giorno di festa in meno di cinque minuti.
A casa mia è arrivata questa moda e non si tradisce.
Ci siamo lasciati contagiare tutti, arresi davanti all'orrenda tradizione.
Un binomio perfetto: festa e musi lunghi zuccherati d'insofferenze.
Che bello eh?

Io son stufa e non poco. 
Qui nessuno sembra volersi rassegnare e capire che lottare contro i mulini a vento non porta a niente di buono. Lo spagnolo a cavallo che ha provato, c'è morto, volevo ricordare.

Ho in sottofondo Tiziano Ferro, voglio rimanere immobilizzata su questo divano, adesso.
E' seguito da Nek. 

Rido, ricordando il giorno che raggiante e bella nel mio vestito blu sono entrata nel negozio più YEAH dicendo: "Hai percaso l'ultimo cd di Nek?" 
Non so se mi hanno preso sul serio, spero di no. 
Nel dubbio non me ne frega una mezza cippa e continuo a fare gli affari miei.

Ho il telefono in mano da qualche ora, spero in un tuo sms o in una chiamata che smentisca quello che mi hanno detto. 
La gente è stupida e le patatine fritte sono buone. 

Gli uomini vanno cambiati spesso.
Nel mio caso basterebbe cominciare con uno.
Poi, per cambiare c'è tempo. 
Dopo sei mesi di astinenza, finire nella menopausa è un attimo.

Io credo nell'amore e nell'amicizia che questo duemila12 mi ha regalato.
Grazie.
Ricordatevi.


Questo è per voi, donne.
Per noi, single.
Per l'innamorate con i boccoli e la piastra.
Per la bellezza di quelle donne che si perdono nelle lenzuola altrui.
E' per le zie.
E per le ciabatte, grazie a chi le ha inventate.

lunedì 17 dicembre 2012

Mi Ritrovo A Mentire

Non ho più cose da dire.
Cose belle, stuzzicanti.
E' come se mi fossi bloccata.
Ma non so.
Cambierà qualcosa spero.

Un sacco di cambiamenti in questa casa, dentro di me. Troppi

Non ho più la voce, ho un dolore alla gola che mi fa paura.
Non parlo e se lo faccio mi vengono i brividi.
Ho paura e di cosa già so.
Si chiama solitudine, paura di non trovare nessuno che mi coccoli la sera quando torno.
Quando sfinita casco sul letto e i pensieri sfumano fuori dal mio corpo.

Ho bisogno di abbracci e coccole.
Ho schifosamente bisogno di qualcuno che si occupa di me, che mi renda partecipe della sua vita e che mi permetta di raccontare la mia.
Sono egoista, già so.


E mi tormento perchè non ho più idee carine e belle da scrivere.
Mi vengono in mente solo cose scontate e sembra che le frasi interessanti che attirino la tua attenzione, io, me le sia scordata.

Mi c'ero abituata, stronzo.
Così abituata che quando passi e m'ignori, asfalti tutta la mia femminilità.
E poi passo, cerco il tuo sguardo e non c'è.
Rubato. Sconvolto.

E io? Io sono triste, perchè tu non sei qui.
Perchè le parole non sono diventate realtà e mi ritrovo a mentire.
Ancora.



mercoledì 12 dicembre 2012

Parole a caso, in un post qualsiasi. Con frasi sconnesse.

"Non ho più notizie di te nè tu di me. 
Non so se era abitudine, consuetudine, se era dirsi le cose, stare bene. 
So che era come se fosse stato per sempre.
Cosa c'è che non va che non torna? 
Che se ne sta andando via? 
Secondo me sono gli oggetti che complicano le cose, così inanimati, così fermi, eppure piccoli irrinunciabili prolungamenti di noi stessi. 
Se mettessimo in fila i nostri oggetti troveremmo le ore e i minuti di ogni cosa, di quando il tempo era solo davanti. 
Sto guardando il mio lampadario nuovo ed è come se una luce amica mi sfiorasse. 
Potremmo fare delle belle cose io e te.
Mi viene da pensare sotto questa luce. 
Potremmo fare dei bei discorsi io e te, mi viene persino da leggere sotto questa luce. 
Ma vedi come ci si mette la vita? 
Come una sentenza storta e non ti fa passare nè di qua nè di là."


Ascoltavo questa canzone, sta mattina. 
Ascoltavo noi, senza che tu lo sapessi. Senza che nemmeno io, avessi capito.
E' una questo di esse e di gi. 
Di lettere che si mescolano e compongono parole come: noi, Pesaro, insieme, vita, amore, ti e poi voglio e ancora bene.
E come si può voler bene ad una donna se passi giorni senza farti sentire? 
Senza sapere se il suo cuore batte, se è felice, se è caduta dentro le braccia di altri? 
Come si può voler bene ad una persona che non si vuol vedere?

La speranza non basta più e forse voi siete tutti un po' finocchi. 
O forse avete ragione voi. Solamente.
Quelle parole di prima suonano talmente bene insieme che è troppo. Anche per loro.

E' questione che le lettere si sprecano dopo essersi mescolate, amate, sfiorante, baciate e annusate. 
E' questione che mi manchi schifosamente e sono passati anni dall'ultima volta che non so più come  è il tuo respiro quando dormi, quando so che sei lì con me e mi proteggi, che poi da cosa non so.

Ho perso gli occhiali, erano sul tavolo della cucina e quando mi sono svegliata oltre agli occhiali avevo perso anche te e me.
Non c'era più nemmeno l'immaginario di noi. 
Chiuso in una scatola e portata di sopra, nelle cose dimenticate, nell'anticamera del cassonetto.
Stanno li le cose prima di finire nel bidone, quello fuori, al freddo. 
Passano un paio di mesi lì e poi finiscono in qualche altra casa e tra altre mani.

Sognarci, è finito. 
Mai dolore fu così forte. 
Mai dolore fu così ammazza fiato.
Tu, noi, voi, essi. 
Tutto in mezzo minuto, la parola famiglia ha preso fuoco e tu non ci sei più. Non nella mia.

La sentenza storta, di traverso che non mi faceva più passare, era la mia testardaggine convinta che l'amore mio, fosse stretto tra le tue mutande.

E' bastato ritrovar gli occhiali per ritrovarti nascosto tra i miei capelli. 
Ho ritrovato noi, negli occhi degli ultimi sposi. E allora ciao.

Ho scritto cose a caso, non so bene nemmeno io, ma ho messo tutto quello che volevo.

Ho scritto la lettera a Babbo Natale. 
Speriamo mi porti qualcosa di quello che ho scritto. 
Ciao Babbo. 
Ciao Natale.
Ciao a tutti, io vado.
Vado a festeggiare la mia disoccupazione natalizia.
Che mi mette sempre di buon umore.
Sempre.

Che poi io disoccupata non sono. Sono noiosa. Ma disoccupata no. Dai.

martedì 4 dicembre 2012

"La chimica, bisogna ascoltarla."

"M'innamoro cinque o sei volte al giorno."
Ripeteva l'uomo appoggiato alla porta con la giacca.
"E tu? Quante volte t'innamori, eh?"

Lei abbassò lo sguardo e cercò di nascondere quanto più poteva il rossore sulle guance. 
S'innamorava troppo spesso, più di qualsiasi altra donna dalle scarpe rosse. 
Passeggiavano per le vie della città, abbracciati ad un freddo polare che lasciava nuvole di fumo ad ogni respiro.

"Divento noioso e parlo solo io, frenami!"
"Frena."
"Sto zitto?"
"No, frena la macchina."
"Ah."

"Chiacchieri troppo signor VendoDentifriciAncheAiNeonati."
"Se non chiacchiero io, tu stai in silenzio. E il silenzio non è bello."
"Qualche volta basta solo guardare un po' di più."
"Qualche volta mi rompi il cazzo."
"Tipo quando ho ragione?"
"Tipo, si."

"Hai pensato a dove mi porterai giovedì?"
"Cos'è giovedi?"
"E' una settimana da quando mi hai fatto sbattere la testa."
"Quindi?"
"Quindi, si deve festeggiare."
"Cosa c'è da festeggiare?"
"Per festeggiare bisogna avere una motivazione, sempre?"
"No."
"E allora perchè fai storie?"
"Perchè volevo vedere dove andavi a parare e quanto ci mettevi per far venire fuori la donna scassacoglioni."
"Non provocare, ragazzo."

Mangiarono, Fleur e l'uomo, qualcosa di indefinito. 
Rincoglionirono la bionda che sembrava  felice di giovani in un posto per vecchi. 
Ordinarono Martini, ed erano d'accordo, sembravano in vacanza in un giorno qualunque, in una città familiare.
Parlarono, talmente tanto che la gola si seccò e il gran chiacchierone, rimase in silenzio.

"Il tuo silenzio parla da solo."
"Cosa dice?"
"Che ti sei rilassato e non hai bisogno di dire cose stupide."
"Dico cose stupide?"
"Ogni tanto."
"Quindi adesso parli tu?"
"No. Adesso stai zitto, per cortesia."

Guardarono il cielo e le mani cominciarono a scaldarsi. 
Per un momento, la chimica venne messa da parte.

domenica 25 novembre 2012

Candela Di Vaniglia Bianca

(Verde - Dente)


Erano così belli sdraiati che fu un peccato alzarsi anche solo per controllare l'ora.
Fleur dormiva avvolta in una coperta gialla dal profumo primaverile, i sogni facevano a cazzotti con i movimenti lenti di una notte passata a guardare il soffitto.
L'odore di vino aveva inondato la stanza.

Si alza, prende la sua felpa e si riaggomitola sotto le coperte, trattenuta per un braccio e da un sorriso mozzato da un: "Vieni qui sotto le coperte che è freddo."
Non l'avrebbe lasciata andare via, non ora.
Dormivano ancora, coccolati dal rumore della pioggia fina, mentre fuori il gatto miagolava per un po' di attenzioni.

Indecisa tra lo staccarsi con un movimento definitivo oppure sopportare l'ansia e provare a riprendere sonno.
Erano le otto e le sembravano le cinque del pomeriggio, obbligarsi a dormire le ricordava i pomeriggi con la nonna.
Non poteva staccarsi, era il loro momento quello: dormire.
Bastava uno scatto e quel legame si sarebbe sbriciolato.

Aveva ricominciato a guardare il soffitto con gli occhi spalancati, si rigira su di un fianco ancora, copre gli occhi e pensa che doveva sentirsi lusingata ad abitare quelle lenzuola, eppure era distratta forse i rumori, il gatto.

Giocare con le ombre sul muro, la tranquillizzava sempre. Usava l'immaginazione per sopportare. Guardare le ombre era sempre affascinante, si innamorava di ogni storia immaginata.

Fleur osservava i movimenti, l'ombra della coperta scandiva i respiri profondi di un sonno interrotto dal bagliore della candela.
Era giorno, pioveva e la candela bianca alla vaniglia aveva vegliato su i due tutta la notte.

L'ombra si alza, guarda il muro, si avvicina al viso di Fleur e mentre le sistema le coperte, si sdraia e chiude gli occhi.
Un brivido le percorre la schiena e la costringe ad alzarsi, prende la sua coperta gialla e fugge fuori.
La pioggia le bagna il viso, il gatto le si accuccia tra i piedi e rimane lì, seduta sul marmo, le mancava il respiro.

Divisa a metà, Fleur, ascoltava i rumori nuovi, sperava che il cuore smettesse di battere così forte. Metà era felice della pioggia mentre l'altra le chiedeva disperatamente di tornare a letto e di riaddormentarsi.

Qualcuno la sentì, un uomo con la barba folta la vide e si precipitò ad abbracciarla.
Voleva tornare a casa, voleva smettere di sentirsi così inadeguata e in colpa.
Specchia il suo viso cullato dal rumore di una doccia che lascia scorrere la prima acqua fredda, poi asciutta e tranquilla aspetta Lui e il suo risveglio.
"Hai dormito bene?"
Fleur annuisce.
Se l'abbraccia e tutto passa, anche l'ansia e l'inadeguatezza.

lunedì 19 novembre 2012

In un viaggio le pinne servono sempre.

Prendi una busta, ricevi un regalo e lo scarti dopo un mese.
Prendi poi che alle 3:00 ti arriva un messaggio con una foto di uno scricciolo con tanti capelli neri e tu ti alzi e prepari la borsa e poi ti commuovi.
Piangi molto, per gioia.
Perchè quell'affarino che è cresciuto nella pancia, che hai visto muoversi è lì affacciato al mondo.
Siamo diventati grandi, eh.

Prendi che poi parti e mentre prendi una pizzetta bianca, ti ritrovi i tuoi amici fuori, da un pulmino che ti aspettano.
Due giorni che non riuscivano a finire.
Non si stampano l'emozioni su una foto e nemmeno in una riga qualunque di un qualunque blog.

Gente che sta insieme per farti stare insieme.
Che si addormenta su di un divano e ti costringe a dormire nella posizione più scomoda pur di stare insieme.
L'idea di famiglia, l'idea che insieme è meglio.
E poi vuoi mettere tutta l'ospitalità, la genialità, lo stare insieme?

Ricordi offuscati, la mia poca delicatezza, il sonno e un gomito che ha trovato puntato tra le costole.
Avevo ragione, conoscere le proprie radici, significa essere persone migliori e turisti consapevoli.
Avevo ragione, il mio sesto senso non sbaglia.



domenica 18 novembre 2012

Weekend

Troppe emozioni tutte insieme.
Voglio raccontarvele, una per una, appena recupero il sonno.
Gli amici che ti regalano l'apoteosi e la vita che nasce e diventa spettacolo.
Diventa lacrime.
Diventa una mano attorno al collo che ti fa chiudere gli occhi.
Ecco cos'è.

giovedì 15 novembre 2012

Fleur&IlPiumone

"La verità è che mi manchi." disse Fleur.
"Anche tu" rispose lui, ma nulla cambiò.

Passarono troppi giorni da quando Fleur sentì l'uomo dirle che sarebbe venuto da lei, per abbracciarla e portarla a cena fuori.

Così, si strinse nel suo piumone e decise di spegnere ogni contatto.
Ciao UomodiZucchero

domenica 11 novembre 2012

ViaDellaFelicità,Grazie

Appena la tenda della doccia si chiuse dietro di lei, il corpo si denudò di tutta la stanchezza della settimana. Era il suo bagno, il suo accappatoio e il suo sapone, l'abitudine più difficile da toglierle. Era il momento in cui esistevano solo lei e i suoi pensieri. 

Fleur era così, sorrideva alla gente quando incrociava i loro sguardi, rideva in faccia alla vita ma appena entrava in quell'appartamento si trasformava. 
Chiudeva fuori il buonismo e cercava la rabbia nascosta da qualche parte. Piangeva e lasciava colare il rimmel sulle guance piene.
Il cappello viola le incorniciava il viso stanco, felice del fine settimana alle porte. 

"Troppo tutto sopra le mie spalle", si ripeteva mentre si insaponava i capelli e strofinava per togliersi quella negatività. 
Il sale era già colato sulle spalle e lo shampoo faceva da cornice a quel momento.
L'acqua scorreva tiepida e il corpo scivolava sotto il sapone dal profumo di menta, quell'odore l'avrebbe riconosciuto tra mille, dipingeva i momenti più dolci.

Un hotel, un abbraccio sotto l'acqua bollente e il profumo di menta. Quattro anni passati eppure sembra ieri quando abbracciati ci siamo addormentati e svegliati più stanchi di prima.

Uscì profumata, in un bagno di vapore, in mezz'ora di doccia sfanculava anche i suoi principi ambientalisti, era l'unico momento di raccoglimento e niente l'avrebbe potuta fermare.
In meno di mezz'ora aveva indossato la sua camicia nera, i pantaloni e la scarpa con il tacco.
Perfetta nella sua collana rossa. Il rossetto le incorniciava le labbra e gli occhi avevano ripreso la loro forma felice.
Sorrideva di nuovo, Fleur. Si piaceva, finalmente.

Il taxi l'aspettava e cercava di corre sulle scarpe migliori che aveva. 

- Dove la porto, Signorina?
- Via della Felicità, grazie.

Mentre scende, Fleur nota una sagoma dietro all'albero.
Guarda l'orologio ed era tardi, come sempre ultimamente, la regina della puntualità stava facendo amicizia con il ritardo cronico. Evviva! Pensava.

Un messaggio sul suo cellulare: "Sei tu lì?", era l'uomo che il giorno prima le aveva rubato lo sguardo. 
Interdetta, risponde ad alta voce: Si.

L'ombra si fa nitida e l'uomo con i baffi, decide di accompagnarla per il tragitto. 
In silenzio i due camminano uno affianco all'altro.
L'uomo incalzò: "Venga a bere qualcosa con me. Le offrirò un bicchiere di vino e le prometto tranquillità, poi la riporto alla sua cena."
Fleur annuì, ne aveva bisogno, cercava da tempo incontri momentanei, le amiche avrebbero capito.

Il suo appuntamento con la cena, con la chiamata e il messaggio vennero dimenticati. 
Bevevano vino loro due, seduti ad un tavolo in mezzo ad una piazza, la luna a fargli compagnia e il sorriso facile.

- Beh, potresti anche sbottonarti un po' di più.
- E' freddo, ragazza. E' freddo.
- Non parlo della giacca, ragazzo.
- Allora si, posso farlo.

Ridevano e immaginavano le conversazioni della coppietta due tavoli poco più in là.
Fleur dimenticò i pensieri, spense il cellulare e si lasciò coccolare dallo straniero con i baffi.

Passarono davanti al ristorante, il tavolo era pieno di amiche, una di loro indica Fleur con il dito, lei si gira, saluta e disegna sul suo viso con un gesto un paio di baffi, ridevano tutte e quattro. Sapevano il motivo del ritardo. 
L'Uomo prese il braccio di Fleur e passeggiarono. Lui parlava e lei non s'era sentita così bene da un po', tanto che la riportò a casa e li se la baciò. 




mercoledì 7 novembre 2012

ConversazioniSullaAnormalità

Sto ancora leggendo il tuo blog, sono 3 giorni che lo leggo e e e..Non ho parole!!

non hai parole? in positivo o in negativo?

Non ho parole, come posso dirti se sono in positivo o in negativo? Strane conversazioni ogni volta nel tuo blog, non vorrai mica inserire anche la nostra?

inserirò anche un pezzettino di questo conversazione se non ti dispiace

Perchè dovrebbe dispiacermi? *.* diventerò famoso! Tutte le tue lettrici si chiederanno "Oh mamma chi è quel bel fustacchiotto amico di Susy??"

si esatto

Ne sarei quasi sicuro, nel tuo blog non c'è niente di normale, e chi ti segue non penso sia così normale come pensa di essere.

beh ma se fosse normalità che gusto ci sarebbe nel leggerlo?

martedì 6 novembre 2012

StiCazziCheBello


- Cosa fai con quello zucchero?
- Lo metto nella macedonia alcolica.
- ah . Ma quello zucchero lì, di quella marca lì, dove l'hai comprato?
- Alla coop, qui da noi.
- Ah 

intanto...

- Ti volevo dire che a casa mia per la prima volta è arrivato lo zucchero di Italia Zuccheri. Puoi venire anche tu adesso! Non ti menano!
- Sti cazzi!
- Sti cazzi = che bello o sti cazzi = che palle?
- Che bello, Sus. Che bello.

E' arrivato il TuoZucchero e mentre vado in ufficio, in macchina, rido.
Penso a quando ho chiesto conferme. 
Magari son stronzate. 
Ma è bello pensarci noi. 
Qui.

lunedì 5 novembre 2012

L'alfabetoDiZucchero

A di andiamo a casa
B di baciami sotto la porta
C di chi l'avrebbe mai detto?
D di domani non sarai qui
E di era un fiore quello?
F di finiamola qui
G di Gia siamo al terzo appuntamento, qual'è la legge del letto?
H di ho mancato per poco un tuo sogno, è vero?
I di io non ti chiedo niente di noi, ma tu si, chiedi troppo
L di limone è il gusto della caramella gommosa che ho mangiato ogni lunedì
M di memoria a parte, tu vinci e io perdo
N di non riesco più a dormire
O di oramai è normalità
P di perfetto il mio letto anche così
Q di quando sei qui, ogni cosa ha preso il colore rosso
R di ridiamo per le stronzate, basta che il telefono non faccia da tramite
S di Sus-pance ogni volta che c'è un rumore
T di tatto fisico, non quello delle parole, con quelle non siam mai stati nè delicati nè bravi
U di un giorno
V di vuoi andartene così? Di solito sono io quello che se ne va in silenzio.
Z di zappa sui piedi che ti dai ogni volta che te ne vai.


venerdì 2 novembre 2012

CaramellaGommosaAlLimone


Mangio caramelle gommose al limone su un'astronave.
Mi mancano alcuni commenti.
Mi manca qualcosa, forse niente.

La felicità è arrivata qui, arriverà di lunedì.

Le caramelle gommose al limone, mi vanno.
Come mi va di vederti mentre beviamo caffè in un bar qualsiasi di una qualsiasi città.
Avrei voglia di star seduta con davanti te, per vedere che effetto mi fa.

Avrei voglia di vederti guardarmi, baciarmi, sognarmi, farmi, parlarmi, drogarmi.
Perchè le caramelle gommose al limone sono droga.

Si può parlar di sesso, qui?
Oppure c'è qualcuno che si scandalizza?

Voglio le caramelle gommose al limone, dovresti portarmele.
La droga è questo.
La droga è star bene 3 ore con una persona dentro ad una macchina e fare colazione il giorno dopo, qualcuno mi ha detto.
La droga è avere il coraggio di dire che si è stanchi e spallati e allora, ti rispondo al messaggio perchè è bello capirsi.
La droga è un bambino di 10 anni che ti racconta un segreto e ti dice che ha fumato una canna: "Si, Susi un bastoncino con il buco dentro, l'abbiamo acceso e poi soffiato. E' la canna che fumano quelli che se le fanno.".
La droga sei te, che mi riempi di messaggi e rido quando mi dici che mi vuoi bene.
La droga siamo noi due, che passiamo ore al telefono e poi non abbiamo tempo di stare insieme.

Le droghe sono tutte illegali e quando ti manca t'ammazza.
Ma una caramella gommosa al limone non puoi non mangiarla, figurati se sei tu a portarmela.

sabato 27 ottobre 2012

Il futuro nasce tra poco.

Avevo talmente tante cose da scrivere qui che ora non ricordo.
Ho preso appunti e me li son dimenticata da qualche parte, non so precisamente dove.
Forse dentro l'agenda dell'ufficio, forse in macchina oppure in qualche borsa.

Il mio oroscopo mi prende per il culo dal giorno che ho cominciato lo stage.
Dice giorno positivo, amore a gonfie vele eccetèra eccetèra, io di gonfio ci vedo solo le palle.
Sia chiaro non intendo quelle degli occhi.

C'è confusione qua. Troppa.
Forse troppi film, troppa certezza che i simili si attraggono.
Forse ho solo bisogno di crederci un po' di più o forse no.
E' vero io nell'Amore ci credo, e credo anche che da qualche parte sia lì, per me.
Ho solo perso la fiducia, la voglia oppure sono solo stanca.

Aspetto l'inaspettabile. Attendo l'inattendibile.
Insomma: che qualcuno distrugga ogni cartone animato che ho visto da piccola!
Erano le 17:00 e attendevo te, come attendo il Natale.
E' entrato di tutto al di fuori di noi due.

Io, l'eterna innamorata di confetti e merletti, di foto e tulli bianchi, sorrido e dico basta.
Sono stanca.
Il caso vuole che ho lavorato per 8-9 ore affianco a una marea di fiori addobbati a matrimonio.
Avevo il tulle bianco e rose rosa, attorno a me per tutto il tempo.
Così tanto per ricordarmi che io nell'Amore ci credo e che si, un giorno spenderò dei soldi per festeggiare il nostro amore.
(Nostro, di chi non lo so.)

In tutto questo luccichio di specchi, perline, strass e gioielli ho guardato più in là, fuori dal vetro.
Malinconia.

Mi manca il motivatore, qualcuno che mi guarda e mi dice daicazzochecelafacciamo.
Qualcuno così, tipo quell'uomo dagli occhi blu incorniciati da occhiali d'oro che mi accompagnava per mano ovunque io chiedessi.
Quello che il giorno del mio compleanno arrivava di corsa e sbatteva la mano nella ringhiera e urlava: "Susi!" e io fuggivo.
Quanto mi manca.

Si sa, no? Nei giorni che uno è malinconico ogni mancanza diventa pesante, ogni stanchezza diventa motivo di rompimento di coglioni all'ennesima potenza.
Oggi è così.

La cosa che mi fa ridere. E' che per colpa di quell'egoista di mia nonna, di noi due, del Nonno che mi prendeva in braccio e mi faceva salire sul ciliegio non è rimasto niente. Niente di materiale.
Solo ricordi, che ogni tanto sbiadiscono e poi ritornano.
Una foto che custodisco gelosamente.
Due occhi che sono suoi e un temperamento che ogni tanto si nasconde dietro all'ansia e al mal di stomaco.

In tutta questa malinconia, la bellezza di una foto in 3D dentro ad una pancia, mi fa tornar Serena.

Nasce una donnina, presto.
Il futuro nasce tra poco e ancora forse non ho realizzato la bellezza.
Due mani, due occhi, due piedi, un pancino, un nasino, un sorriso.

Un gioiello che spero possa prendere un po' di questo sguardo, di questo sorriso e di questa grinta.
Si muove, s'impunta e spinge.
Vuol farsi sentire e dire che c'è. Lo sappiamo.

Tu bada a riposarti che poi c'è un mondo da imparare.
Continua a nuotare e preparati ad usare tutta la grinta che hai perchè ce ne vuole, cara.
I gioielli belli, quelli di alta qualità, quelli raffinati, eleganti, prepotenti e con carattere bisogna faticare per custodirli.

La Susi è qui e ti prometto che tutto quel che sò, fosse giusto o sbagliato, te lo dirò.
Così potrai prendermi in giro e ricordarti che gli errori si fanno, non cade il mondo, anzi.


giovedì 25 ottobre 2012

AnnaLisa, 4 anni, e un vestito scic!

- cos'è, zia, il radicalscic?!
- è una malattia.
- ah.
(...pausa...)
- allora misà, che l'ho presa.
- perchè?
- perchè oggi la maestra dell'asilo mi ha detto che ero molto scic!!

venerdì 19 ottobre 2012

TetteDiZucchero.

- Mi siedo, posso?
- Prego. Sdraiati pure se vuoi, tanto lo sai che questa è anche casa tua.

- Non mi ricordavo.
- Cosa? Che è casa tua?
- No. E' passato tanto tempo dall'ultima volta che gli avevo detto di sparire.
- ....mmmh. L'ha rifatto?
- si.
- Metto su il caffè, tu racconta.

- Ogni volta diventa sempre più pensante, Porca troia. Questa poi, me la sento pesare sul cuore. Sarà l'averlo rivisto.
Sono qui a leccarmi le ferite e a chiedermi perchè gli credo ogni 3 forse 4 mesi.

Vorrei sapere cosa succede nel mio cervello quando lo sento e credo nel cambiamento! Quando penso che al mio messaggio: "Sono a casa da sola." lui mi possa rispondere: "Si, arrivo.". 
E invece rimango con il cuore in mano e puntualmente la rabbia mi assale.
E lo so che non sta meglio di me, che è fatto così, che il lavoro è tutto per lui, che ha deciso di buttarsi dentro e ora non ne esce. Lo so, che meccanismo si crea nel cervello. Stai talmente male una volta che la tua voglia di crederci viene soffocata dalla paura di poter rivivere tutto, sensazione per sensazione. Farò lo stesso, anzi già lo faccio.
Non scendo più a compromessi con la mia felicità.
Voglio smettere di crederci e non sentire più questo bisogno di essere coccolata. 

Voglio smettere di rimanerci male, di guardare lo specchio e rattristarmi perchè quel noi che sembra così vicino, diventa lontano, ad ogni respiro più pesante.

Quello che mi preoccupa è il mio distaccamento.

- ...vedo. Non hai gli occhi lucidi e non ti si spezza la voce, infatti.

- Sono delusa da me stessa. Credevo di averlo dimenticato, scordato, imparato come sto quando se ne va. Invece mi rendo conto che non possiamo cambiare le cose e nemmeno io e lui cambieremo, tanto vale accettare tutto.
Siamo uguali. Due coglioni che per paura di stare male decidono di combattere con qualcosa che è inanimato.

- Siete belli, Susi. Molto. Ma forse siete troppo uguali e non potete stare insieme.

- eh già. Ho deciso che mi butterò sulla carriera. Voglio concentrarmi solo su quella.
- Non è la soluzione, tesoro.
- Vorrei solo avere qualcuno con cui condividere l'intimità.



mercoledì 17 ottobre 2012

L'amore non esiste perchè il negozio ha chiuso.

I matrimoni mi son sempre piaciuti, merletti e confetti bianchi alla mandorla ne son sempre andata matta.
Fuggivo verso i vestiti bianchi con la nonna e il sabato quando camminavo con papà e mamma per le vie della città, mi fermavo nel negozio per eccellenza di abiti da sposa.
Ha chiuso. Mille bambine sognanti del vestito bianco per eccellenza, saranno distrutte.
Io l'ho detto che l'amore non esiste, è sparito quando ha chiuso "LeOreLiete".
Ecco.

Sono inondata da fotografie di viaggi meravigliosi.
E il colmo è : "Susanna prepara itinerari per i viaggi di nozze." Chetelodicoaffare cosa è comparso nel mio cervello nei 5 minuti seguenti.
L'ho detto: "Ho un rifiuto organico, ma li faccio. Giuro."
"Li guardiamo insieme se vuoi."
"No, ce la posso fare."
...così termina la prima giornata di una lunga settimana finita venerdì scorso.
Vuoi commentare?
Anche no.

Poi, un giorno in mezzo alla settimana succedono cose buffe: io e te che ci mandiamo interminabili mail e continui messaggi sul cellulare.
Due 15enni alle prese con gli ormoni e tutto quello che riguarda cuoricini e occhietti dolci, in una parola: CRETINI.

Credevo di non saper più cosa fossero, invece mi guardo allo specchio e spero che questa volta qualcosa di buono accada, o forse no. (il cinismo è alle strette, lo so.)

Avevo chiesto a qualcuno, una sera, il modo per capire se tutto questo mio sbatter di ali e ciglia andasse bene, Alessandro sembra la conferma.
Alessandro, lo sento ovunque, tutti si chiamano così e io ho capito.
Alessandro è sinonimo di sicurezza, di strada giusta, era il protettore dei paesi, mi ha detto un'amica.
Quindi vado avanti così.

Con la macchina della nonna, la UnoGrigia. Uno spettacolo.
Mi si ferma appena va giù di giri e tu impazzisci, ti arrabbi e riaccendi la radio e vai via.
Non si può cambiare. Comprerò una macchina forse un giorno. O forse no.
Ho chiesto di capire chi fosse quello che mi faceva togliere il fiato, beh mi sembra chiaro.
Ho capito.
Non ci credo più, credo.
O forse ho solo bisogno di ricominciare con calma, senza fretta.

Un anno di chiacchierate e di pianti per risolvere i miei conflitti che in 10 minuti si son sciolti come zucchero bianco nel caffè caldo.

Un sorriso lungo un giorno e l'aria che mi manca quando trovo sul cellulare i tuoi regali.
Stronzate.
L'amore non esiste e eppure trasforma le giornate così bene che spesso mi spaventa.

Rimane il fatto che il negozio di vestiti ModelloConfettoEBomboniere, è chiuso.
E io non credo più nell'amore.

domenica 14 ottobre 2012

To-Mi-Ra-Ferrara: che cazzo ci fa questo pullman a Pesaro?

E' come se io e te fossimo li, sai?
Dentro a quella vetrina dell'arte.
Dentro agli occhi della gente e dentro i miei occhi.

E' come se, qualsiasi cosa o persona mi ricordasse di te.
Forse credono che posso dimenticarmi dei tuoi occhi, della tua città o dello zucchero.

Cercavo i tuoi occhi e sapevo di non trovarli.
Cercavo di godermi il momento e alla fine ti trovo. 
Eri lì, nascosto tra i quadri, i sorrisi e i libri degli altri.

Belli. 
Molto.
Che sia magia? Che sia realtà?
Non lo so, chiudo gli occhi e aspetto.

Affrettare i tempi, fare domande non ha mai portato risultati sperati, quindi che il vento soffi e il tempo passi.
I minuti futuri racconteranno qualcosa...

lunedì 8 ottobre 2012

DonnaConGliOrecchiniDiPerle,daLunedì

La donna, lo era diventata dopo lunedì e dopo gli orecchini di perle, si era seduta sulla panchina più nascosta.
Riusciva a vedere chi entrava, chi passeggiava e chi pedalava ma lei rimaneva in disparte, seduta con lo sguardo perso nel vuoto.
Stesa guardava il cielo con il libro sulla pancia mentre mangiava una caramella al limone.

Era stanca gli occhi diventavano sempre più piccoli, aveva guardato, ascoltato così tante cose da esser sfinita. Il libro faceva leggere le sue pagine al vento e il suo cellulare suonava ad ogni messaggio ricevuto.
Chiuse gli occhi per 10 secondi e un fiato pesante aveva raggiunto il suo viso. Si alzò di scatto, aprì gli occhi e un cagnolone nero era lì.

Mi fissava curioso, come se avessi una caramella nascosta nelle tasche.
Un ragazzo con la tuta blu si scusò e si diresse verso l'uscita, nascondendosi dietro ad un albero mentre chiamava il cane.
Un fischio e entrambi svanirono nel nulla. Mi schiarì la voce e mi uscì un "niente" ma non feci in tempo.

Continuavo a leggere, il vento sfiorava i capelli e nel mentre aveva rovesciato i miei appunti.
Io e Giacomo eravamo belli insieme, pensavo. Quel messaggio aveva riacceso la speranza, debole e crudele si faceva spazio tra il vento e i miei sorrisi.
Avrei voluto fosse vero.
Avrei voluto credergli come la prima volta.
Avrei voluto che fosse già qui a rassicurarmi.
L'avevo raccontato ad un amico, l'unico, e la sera prima aveva risolto il tutto con un: "Non pensarci prima del dovuto." Echetelodicoaffare quanta voglia avevo di saperlo già qui con me.

Il vento cessò, il libro si fermò e all'improvviso il ricordo doloroso di quello che avevo passato prese il sopravvento. Chiusi tutto e mi diressi vero l'ufficio, avevo detto no alla presa in giro, ancora.
Sono diventata una donna, una donna con gli orecchini di perle, da lunedì.

venerdì 5 ottobre 2012

5OttobreDuemiladodici

5 Ottobre ore 17:08
- Sto cercando di farmi dare un cliente di Pesaro. Poi si che sei rovinata.
- Senta dottoressa...Com'è andata la laurea? Li hai mortificati?

5 Ottobre 19:39
...devo ancora rispondere. 
E non risponderò, per un po'. 

La trasmissione è finita, parte la pubblicità, spengo la tele.

Lo traduco in tutte le lingue che posso, per sfizio, per uccidere tutti i pensieri belli che ho nella testa.
I'm trying to give me an account of Pesaro. Then you're ruined.
Je suis en train de me rendre compte de Pesaro. Ensuite, vous êtes ruiné.
Estou tentando me dar unha conta de Pesaro. Entón está en ruínas.
Jag försöker ge mig en redogörelse för Pesaro. Då är du förstört.
Unë jam duke u përpjekur të më jepni një llogari të Pesaro. Pastaj ju jeni shkatërruar.
أنا أحاول أن تعطيني حساب من بيسارو. ثم كنت دمر لك.
Estic tractant de donar compte de Pesaro. Llavors vostè està en ruïnes.
私は私にペーザロのアカウントを与えるしようとしている。それから、あなたは台無しにしている。
ვცდილობ მომეცი ანგარიშზე Pesaro. მაშინ თქვენ დანგრეული.
Încerc să-mi dea un cont de Pesaro. Atunci esti distrus.

domani continuo. Adesso non lo so.



ConversazioniSuiMassimiSistemi

"Sai cosa non ho mai fatto? scegliere di stare con una persona dopo averla conosciuta, mi ci sono sempre buttata a capofitto e questo significa sprecare le infinite possibilità del libero arbitrio e con questo basta se no vado in paranoia anche io."


Photoshop NuovoNegozio


‎- cosa fai?
- impazzisco
- con cosa?
- Photoshop
- cioè impazzisci per comprare foto?

...ci sono persone che non puoi far altro che amare molto a tratti continui.

CameliaRossa

Sembravamo belli visti da fuori mentre gli altri bevevano e ascoltavano.
Talmente tanto belli che poi una volta ho provato ad ascoltarti e allora il mio sguardo s'è perso.
Non ricordavo ma una sera d'estate, c'eravamo persi dentro ad un ristorante mentre io morivo per uno sguardo e tu mi ricordavi di quanto sei stronzo.
Non mi ricordavo nemmeno della sera finiti a correggere frasi su di un balcone e nemmeno della volta che hai declinato il mio invito per un caffè.

Mi sono ricordata però, del motivo per cui ho trafugato quegli occhi lì, quel modo di gesticolare che ancora oggi, dopo più di un anno mi affascina. Quell'ora in cui l'animale egocentrico esce e cattura tutta la mia attenzione.
Tu sei il tuo lavoro un po' come io sono la valletta degli eventi che non alza la testa e rimane concentrata fino al traguardo.

Mi sono innamorata di me stessa quando ho accompagnato la mia prima sposa a scegliere il suo vestito.
La falsità s'è impossessata di me e la cordialità faceva rima con il mio nome.
Ero bella, nel mio vestito di finta stoffa arricchito di calze lavorate e gioielli freschi di cassaforte.

Il mio letto è nuovo, profuma di fresco e i miei occhi hanno smesso di guardare oltre.
Oggi è un giorno così, cominciato a suon di rimedi dell'ultimo minuto e terminato attornoal tavolo di un bar a parlare delle cose schifosamente femmine.

Ho parlato di te, di noi, di loro, degli altri. Credo di non reggerti più.
Son tornata a casa, ho posato le scarpe con il tacco vicino alla sedia e mi son buttata a pesce sul letto.
La stanchezza s'è impossessata di me e credo che basti così.
Il suono di un altro nome, di quel nome, è sempre meraviglioso se pronunciato con dolcezza.

-Ti ha regalato una camelia, vero?
-Rossa.
-Immaginavo. Era bella?
-Si.
-Hai già deciso, vero?
-Già.
-Fallo.

mercoledì 3 ottobre 2012

Dialogando

- Ma ascolta adesso cosa farai?
- quando?
- adesso.
- adesso vado a cercar di spendere i soldi appena ricevuti da mia nonna.
- ah.
- pensi di riuscire a venire con me?
- non credo.
- e poi cosa farai?
- non lo so.
- vuoi venire con me?
- dove?
- a rotolarci nell'erba e a far finta di essere amanti.
- non penso di riuscirci.
- perchè?
- perchè l'erba macchia e poi non va via.
- ah.
- e far finta di essere amanti, pensi di farcela?
- non credo.
- dimenticavo quanto sei stronza.
- hai ragione.
- ho ragione? quindi vieni?
- no, hai ragione che son stronza.
- prima o poi cederai, e io sarò lì.
- parto per la Francia.
- no.
- hai ragione, non parto.
- se parti me lo dici prima?
- vedrò.
- ti amo.
- vaffanculo.

martedì 2 ottobre 2012

ilVisoRossoEilBuonProfumo

Ho chiuso la porta della macchina con addosso poche cose e poche borse.
La bottiglia del vino l'ho stappata, mi sono sdraiata sul divano con la mia collana rossa e ho guardato il soffitto per circa mezz'ora.
In macchina, quella voce secsi di Veronica (...la radio.) parlava di stronzate, come sempre.
Per cinque minuti mentre guardavo l'asfalto mi son resa conto, che era tutto finito.
Il mio traguardo l'ho raggiunto.
L'euforia si è impossessata di me, e poi la stanchezza si è fatta strada tra le mie guance.
Ho preso confetti e tenuti in mano per un po'.
Era vero.
Ho controllato il vestito ed era sporco di rossetto sul collo, l'avevo messo.
Mi ero laureata, era vero.

Sorseggiavo vino buono, mentre ti pensavo.
Ho pensato che sarebbe stato meglio tu fossi sdraiato qui.
Che poi bene bene io non ho capito chi sei, ma mi fido.
Son sicura che sei la fuori.
Se ti puoi muovere ad arrivare, eviti di svegliarmi mentre dormo.

Mentre sono così imbambolata che non capisco, sudo, ed arrossisco per la troppa vicinanza.
Volevo raccontarvi del mio rossore, del mio viso eccitato, dello sguardo, poi ho deciso che non ci riesco.
Non posso scrivere.
I miei occhi hanno deciso di riposarsi.
Finalmente, dormo.
Finalmente la dottoressa si riposa.
Buona notte.

Ho sentito il profumo d'alloro sgorgare

Lo struccante.
Il sapone negli occhi.
Il vestito sulla stampella, le calze arrotolate e le scarpe abbandonate in una strana posizione.
Ho lasciato tutto lì, com'era. 
I fiori, il palloncino, i regali, tutto. 
Ho tolto la corona, l'ho posata sul tavolo e ho chiuso dietro di me la porta.
Il silenzio ed io.

Il mio letto era scomodo, i capelli profumavano, vicino al mio letto il gatto dormiva e mi guardava perplesso, c'era qualcosa che volava in camera e aveva l'obbligo di non toccarlo.
Percepivo la sua ansia ma il palloncino è rimasto lì, immobile.

Ci sono emozioni che non si raccontano.
C'è un momento, quando sei lì davanti che il tuo cervello si offusca, il sorriso anche e non sai più cosa fare.
Ho due bracciali al polso che sono meravigliosi. Li tengo sempre lì.

Non sono fotogenica, ci fosse mezza foto dove ho una faccia decente.
Gonfia, piena di stanchezza, di bisogno di chiudere un capitolo e dire ciao.
Comincia qualcosa di diverso, forse no. Non lo so.

Ho visto mia nonna piangere, ho visto le lacrime e il bisogno di una nonna di dire questa è mia nipote. 
Eravate tutti lì, e vi ho sentito spingere dietro di me.

Oggi ho la tosse, domani non lo so. 
Per il momento il mio oroscopo dice bene, nel dubbio mi metto sdraiata ancora un po', poi farò una doccia. 
Mi laverò i brutti pensieri e lascerò che il profumo d' alloro sgorghi ovunque.

Grazie di esserci.

domenica 30 settembre 2012

Domani è arrivato.

Alcuni momenti non sono raccontabili nè spiegabili.
L'emozioni non rimangono impresse su di un foglio, in un video, in una foto. 
Siamo ricoperti di tecnologia e ci dimentichiamo delle sensazioni.
Scattiamo foto a random e ci spiaccichiamo su facebook, dimenticandoci di noi, di quello che si prova il giorno prima di un traguardo.

Son giorni intensi, problematici e preoccupanti, questi. 
Son giorni di mal di stomaco, di facce preoccupate, di occhi lucidi e di cervello intrecciato.

Volevo evitare di incontrare gente, ho mandato messaggi, scritto mail e telefonato per evitare incontri nelle 24 ore precedenti. 
E invece il destino mi ha fregato, mi ha guardato ben bene dentro e mi ha costretto a confrontarmi.

9 anni che non ci siamo più visti e in meno di un'ora guardo ogni cosa dal di fuori.
Siam belli, siam famiglia più di quanto uno possa credere.
Siam lì, pronti a festeggiare, a farci forza e a chiedere e donare aiuto, al primo ginocchio sbucciato.

Ci son situazioni che meritano di essere chiamate coincidenze, perchè quelle sono.

Continuo a pensare di prendere e partire verso la Francia.
I segnali ci son tutti, il karma suggerisce a gran voce. 
Continuo a pensarci e poi mi chiedo: ma tutto questo? Tutta quella bella gente lì, che già da sta sera starà con  il cuore in mano, dove la ritrovo?
Come posso affrontare cambiamenti così grandi, senza aver la possibilità di sentirli?
Qualcuno dice: beh ma il pc, il telefono, c'è tutto no? E questi posti non te li toglie nessuno, la Tua Città rimane Tua.
Sarà così?

L'unico modo, per trovar risposte a tutte queste domande è partire per sperimentare, per sognare e per vivere.
Quando tornerò, mi risponderò.
Ciao.
Domani è arrivato, è già lì.

mercoledì 26 settembre 2012

Arriva lunedì, forse.

Metti che lunedì è quasi arrivato.
Metti che di buone notizie ne arrivano a palate (sono ironica).
Metti poi che io son stufa.
Metti che oggi pomeriggio sono andata a far ripetizioni e son fuggita via di corsa.
Metti che son stanca.
Metti poi che ho scritto il mio annuncio di lavoro serale e nei weekend come babysitter.
Metti che la mia tensione è andata a puttane quando sento che le rotture di coglioni non finiscono mai.
Che bello.
Mi avevano detto che è un giorno speciale, un traguardo, bisogna far festa.
Io non ho voglia già in partenza di far festa.
Figuriamoci.
Evviva.
Che la festa sia con me.

martedì 18 settembre 2012

Ci sentiamo Lunedì!

E' successo che quel giorno lì sembra arrivare.
E' successo che oltre al cavallo alato sul dito, ho anche un omuncolo che mi protegge, almeno così dice il nome.
E' successo che è lunedì 1 ottobre, quindi pensatemi.
E' successo che sono felice, con un mal di pancia atroce e il senso di vomito impellente.
Ma succederà e diavolo se succederà.
E' successo che non mi interessa il voto, nè la faccia da cazzo di quella persona lì, voglio solo godermi il momento e tutta l'ansia che mi viene e verrà.
Mi eclisso per un po' credo, o forse no.
Non lo so
Fleur si laurea e io voglio godermi ogni singolo momento.

venerdì 14 settembre 2012

ProblemSolving LessionNumberOne

- è da un po' che conosco solo persone che si chiamano Alessandro\a. Come devo fare per capirne il motivo?
- trombati un Alessandro qualsiasi.

c'est la vie.

(ho riassunto la mia parte. Sappilo, interlocutore curioso.)

mercoledì 12 settembre 2012

L'ansia delle 21

M'è venuta l'ansia da 21. E' ufficiale.
Continuo a guardare l'orologio pensando a quante ore,minuti mancano alle 21.
Perchè?
Perchè quella puttanata inculcata dai miei quand'ero piccola, ritorna.
Mi ripetevano: "alle ventuno si va a dormire se no domani non ti svegli e domani devi andare a scuola.".
Come se la performance dipenda da quante ore dormi, invece che da quanto sei preparata o da quanto sei concentrata.

E' l'ansia delle 21 che ritorna ogni sera, prima di un giorno importante.
Prima che mi metto alla prova.
Prima che devo dimostrare a qualcuno che io valgo.

E' difficile fare i genitori, soprattutto quando non hai avuto buoni esempi.
Riesco a sentire l'ansia di mio padre già da come suona il telefono. Siamo empaticamente uniti, sono il suo prolungamento, sento le sue vibrazioni, sento il suo umore anche se non ci vediamo per due giorni, anche se dormiamo a 5 metri distanza e non ci vediamo.

Che schifo.
L'ansia da prestazione mi fa schifo, non devo dimostrare niente a nessuno, se non a me stessa.
E io so già quanto valgo.
Quella roba lì, ti mette tanta ansia che poi la prestazione fa schifo perchè tu sei concentrata a tenere a bada l'ansia e non  nel far bene la tua prestazione.

Echetelodicoaffare quanto schifo mi fa e quanto mi fa incazzare quando non riesco a distogliere gli occhi dall'orologio.

Echetelodicoaffare che c'è sempre qualcuno che deve rovinare i piani e distruggere con un commento qualsiasi tutta la mia fatica. Non si può dire: "è un po' povera questa parte." dopo un anno.

E se proprio vogliamo dire, mi fa schifo anche il fatto che un complimento, per il culo che mi sono fatta, non l'ho sentito.
Perchè è vero che uno può adagiarsi sugli allori, ma vaffanculo te e la tua presunzione.

Mi son rotta le palle, sa?
Mi sono stra rotta qualsiasi cosa possa rotolare in mio possesso.
Sono stanca di dover essere sempre io quella che sbaglia e se per una volta siete voi?

Io non ho intenzione di mollare adesso, ma alle 21 mancano 20 minuti e io ancora devo farmi la doccia, quindi vado a rilassarmi e quando vorrò dormirò.

ConversazioniCheRendonoL'idea

- Ti volevo dire che hai dello zucchero sparso per la faccia.
- Non è vero, non mangio zucchero bianco nè bruciato che sembra di canna.
- Perchè?
- Per i dipendenti degli zuccherifici.
- Sei in protesta con loro?
- No. Cerco di farli chiudere.

- Perchè?
- Perchè uno di loro mi sta sul cazzo.
- Ah. Quindi, tu per uno ne mandi a casa mille?
- Si.
- Ricordami di non litigare mai con te, e che non lo facciano anche tutti gli altri della mia categoria.
- Sarà fatto.

- Ti volevo dire che hai della pizza sparsa per la faccia.
- Non ho mangiato pizza!
- Era per vedere se ti stavano sul cazzo anche i pizzaioli, sai com'è giusto per avere idea di quali lavori fare e quali no.

- Ti ho mai detto che ti amo?
- No. Ma non male come prima dichiarazione.
- Ti aspettavi qualcosa di più romantico?
- No. Non me l'aspettavo proprio.
- Effettivamente, io sono innamorata di un altro.

- Effettivamente tu t'innamori troppo spesso e per motivi troppo futili.
- Ah già, effettivamente hai ragione. Ma sai, io m'innamoro con poco. Il casino è amare veramente.
- Perle di saggezza, oggi?
- No, risultato della lettura della mano al pc.
- Scusa?

- Ieri sera, io e la G. ci siamo fatte leggere la mano al pc.
- Ma come al pc?
- Si, tu mettevi la mano sopra un lampione colorato di azzurro, gli davi un euro, e lui in cambio ti dava un foglio con scritto cosa dice il mio inconscio.
- e cosa dice?
- non mi ricordo. Ma la cosa che m'ha fatto ridere molto è stata la scritta sotto: "Attenzione valido per 4 settimane. Se questo non è il tuo momento migliore, buona fortuna per la prossima volta!"
- S'è parato il culo! 
- Già, furbo. Marketing.

- Già.
- Poi non so perchè ma l'ultima frase della mia amica è stata: non ci sono, che quella lì, deve pucciare il pippo al moroso e non può farlo il giovedì. 
- Pucciare rende l'idea. Un po' come la scarpetta con il sugo al ragù della nonna.
- Esatto.

- Scriverai la conversazione sul blog?
- Esatto.
- Anche il termine pucciare?
- Esatto.
- Povera la tua amica.
- Esatto.



domenica 2 settembre 2012

Momenti Rubati

"Succede" è una parola bella.

Talmente bella che la uso spesso, perchè le cose succedono e se succedono vuol dire che sono importanti.

Succede che la legge d'attrazione esiste.

Ed esiste talmente tanto che mi sono ritrovata ad andare ad un matrimonio, credendo di non conoscere nessuno e invece tre quarti degli invitati sono amici.
E allora prendo la rosa che mi hai regalato e vado via.
Vado via con  il fiore in mano, furtiva, non voglio disturbare.
Rubo uno scatto, rubo un momento bello, lo tengo negli occhi per i momenti di crisi.
Stringo al dito l'anello che nonna mi ha regalato, mi da forza.

Gli occhi fini dei fini palati si accorgono e in silenzio commentano, con la loro ironia triste.
Inebriati dal profumo floreale dei capelli, stanno in silenzio a combattere contro la loro lingua.
Qualcuno mi ha detto che prima o poi si paga tutto, che sia la loro volta?
A conti fatti, forse vali meno di quello che appari, un altro sposo che se la prende con me per le sue scelte idiote.

Ecchecivuoifare, io so esser diversa!
Mi viene in mente una canzone, che dice: "E' una bella ragazza, mi versava da bere e tu così lontana non c'eri più...(peccato che siamo sposati da poco, aggiungerei).
Ne ho contanti-incontrati 4, quanti ancora?

E allora tengo il fiore in mano, mi addolcisco l'olfatto con il suo odore e torno a casa passando per posti che frequentavo con noi.

Trequarti d'ora di cerimonia e la parola Giacomo è stata ripetuta ben 45milavolte da preti, mogli, mariti e sposi con promesse annesse.

Cosa sono le promesse?
Quelle cose che si dicono in queste circostanze: prendi questo anello etc, prometto di amarti etc, hai presente?

Con la promessa che si son scambiati anche tu sei volato via, un po' come le parole. (verba volant, giusto?!).

E' successo che ogni palloncino ha preso una mia speranza, se l'è legata al cordoncino e son volati via insieme, altrove. Gli ho detto ciao.
Se dovessi rivederli, prendili, leggili e salutali anche tu, non torneranno.

E' successo che io tanta emozione battere dentro di me, non la sentivo da molto.
L'aver lasciato tutto sul tavolo e l'aver lasciato un paio d'occhi stanchi sul divano è stata la scelta giusta, sembra.
Sposatevi, fatemi sognare guardandovi. 
Grazie.

giovedì 30 agosto 2012

Il disegnatore dell'involucro di shampoo

C'è un momento della giornata che attendo dalle 17:00 in poi: la doccia.
Ha un potere magico: è in grado di sistemare tutto. 
Ti da l'energia giusta per affrontare un'uscita o darti il bacio della buona notte se subito dopo ti infili nel letto.
Lasciamo perdere il discorso della doccia in due, tutte quelle puttanate che dicono che se facciamo la doccia in due sprechiamo meno acqua. beh, siamo proprio sicuri?
Vabbè
La doccia è la doccia e come tale va rispettata.

Io uso il sale per fare la doccia, non è una stronzata. Giuro. Ve lo spiego se vi interessa.
Adesso no.

Dicevo: la doccia è il momento migliore della mia giornata e fin qui, tutto bene.
Il problema sorge quando lo shampoo nel suo magico tubetto, sta terminando. 
E puntualmente sto lì a spruzzare sapone ovunque, al di fuori della mia mano, così mi sbatto e poi mi agito e spruzzo di nuovo.
Comodo? Eh?
Dici: "Se è finito buttalo!No?"
Il problema è che dentro appiccicato alle pareti ne rimane un quintale, praticamente quanto basta per altri 3 o 4 lavaggi. 
E allora penso: ti frego, ti metto a testa in giù! Yeah! Chetelodicoaffare quanto sono intelligente! 
E con il pensiero parte tutto il coro che inneggia: "Si. Dai, metticelo Susi!"

Ma ti sembra facile?
No dico: E' FACILE?!
No!

Perchè quei simpatici dei disegnatori di prodotti, fanno delle confezioni che per farle stare a testa in giù bisogna lottare contro tutte le leggi della fisica. 
Quindi, mi rivolgo a te: mio caro disegnatore, io ti odio. 

Eh si! Guarda un po! 

Ti odio perchè la mia doccia doveva essere il momento migliore della mia giornata e invece sto qui a pensare a come combattere la gravità.

Ti odio anche perchè credevo tu, non potessi farcela a disegnare un prodotto che sta a testa in giù, amico disegnatore dell'involucro del mio shampoo (...che oltre a disegnarmi i ricci che mi mancano, li disciplina anche mettendoli in fila per due) e invece?
E invece spostando lo sguardo un po' più in là, vedo che il mio amato balsamo sta lì, carino carino a testa in giù. Simpatico nella sua posizione retta, pronto all'uso.
Ora, tu disegnatore dell'involucro del mio shampoo, che mi hai dimostrato che si può fare, perchè non lo fai? dai dimmi! Dammi un motivo valido!

Detto questo basta, vado a mettere in bilico lo shampoo, vorrei trovarlo a testa in giù domani sera.
Ciao.

lunedì 27 agosto 2012

Appunti smessi

Ho deciso di smettere.
Di Smettere un sacco di cose.
Ho deciso che è meglio smettere di riempire i propri spazi con cose inutili, quindi ieri in 4 ore ho riportato la situazione alla normalità in camera mia.
Il mio spazio, è mio. E così deve rimanere.
Per stare insieme ad altra gente c'è il salotto e se il salotto è occupato c'è la cucina.

Nella mia camera è venuto fuori anche un angolo lettura.
Volevo fermarmi a leggere sta sera, ma qualcuna ha bisogno di me.

Giovedì devo consegnare un lavoro, io non ho il tempo di fare niente. Come faccio?
Presto ci riuscirò. Finiremo anche questo.

Ho deciso di smettere di guardarmi dietro e tirar fuori quello che è stato.
Ho smesso di chiamarti un po' di tempo fa, riaprire porte chiuse non è stata proprio la mossa migliore.
Ma ho smesso.

Ho smesso di pensare che per te significo qualcosa, che per l'altro sono motivo di spostamento e per questo qui, per esempio, ho smesso di farmi problemi.
Viviamo, quello che è, poi non lo so. Per il momento ho smesso.

Ho smesso di rimanere incastrata nella mia camera.
Qualcuno mi ha detto: "buttare via il vecchio per far entrare il nuovo."
Riempirò la mia vita con il nuovo, tenendo presente che qualcosa di vecchio rimane qui, vicino a me, vicino ai miei sensi.

E' successa la stessa cosa che successe qualche tempo fa, ho riordinato la libreria.
Ri-impilato i libri e ri-archiviato quelli che son risultati belli solo dalla copertina.
Ho smesso di credere a persone che ti prendono in considerazione a targhe alterne, oggi si, domani vediamo.
Ho smesso di tenere gli occhi bassi per esempio. Adesso cammino a testa alta.
Ho smesso di bere caffè fino a domani mattina.
Ho smesso di mangiare carne, adesso mi nutro solo d'amore.

Non sono credibile, lo so.
Mangio meno carne e amo un po' di più. Amo me stessa, sia chiaro.
Ho internet gratis sul cellulare e così ho detto ciao alla mia vita sociale.
Ho che forse non sono pronta per quello che ho in testa, ma ho smesso un sacco di cose, più o meno così.

venerdì 24 agosto 2012

LaNuovaModaDiFineEstate

C è una  nuova moda in città, sapete?

Si invitano le donzelle ad uscire tipo: alle 10 ci vediamo lì, va bene?
Si ciao, a dopo.
Ecco allora, si dai ci vediamo dopo lì verso le 10, potrebbe sembrare normale ma quando arrivi lì alle 10 e qualche minuto, scopri di essere la prima e allora va bene, prendo un birra e mi siedo per caso affianco all'amico.
Arriverà, capita a tutti di arrivare in ritardo, si. 
Guardo il film tipo con i piedi sulla sabbia, bello. Si, molto bello.
Passa tipo mezz'ora e ti vedo appoggiato al bancone con qualcosa in mano a fissare lo schermo.
Apposto, ma adesso viene a salutarmi, oh si.
Sissssi come no, forse si è sbagliato, mi ha confuso con quello affianco a lui, si quello con i capelli corti, quel ragazzo lì.
Si come no.
Echetelodicoaffare quanto nervoso m'è venuto quando finendo il film, mi alzo dalla sedia, saluto tutti e tu ti siedi ad un tavolo e nemmeno mi saluti.

Ma un uomo normale, no?
Un anticonformista, dai.
Troviamolo.
Eh si.

giovedì 23 agosto 2012

Pane socievole e Brioche simpatica

M:"...c'è una simpatica brioche al cioccolato qui."
S:"...se vuoi prendila."
M:"...c'è anche del pane socievole."
S:"...facciamo l'inventario? Ho ancora due giorni da stare qua."
M:"...ah."
S:"...come fa ad essere il pane socievole e la brioche simpatica?"
M:"...il loro oroscopo era positivo questa mattina."
S:"...il mio anche, diceva che avrei passato una romantica serata."
M:"...loro lo sapevano"
S:"...chi?"
M:"la brioche e il pane."



lunedì 20 agosto 2012

Momenti importanti in Andreani's Home (...in continua evoluzione)

Scena 1
GdM:"Che scena tresh"
Sus:"Cosa?"
GdM:"Io e te che per inchiavare la bici ci mettiamo due ore."
Dissero le donzelle di ritorno da una serata in bicicletta.


Scena 2
Sus:"Senti che figata le foglie secche."
GdM: "Bastassero a tutti delle foglie secche per divertirsi così tanto!"

In commento alle scene di impossessamento della Bia estasiata da un po' di foglie secche.

Scena 3

Sus:"Dovevo andare a vedere Bollani, oggi."
GdM: "Ma Bollani è parente di Bolle?"
Sus:"Alla lontana, credo."

Scena 4

GdM: "Lo sai che ho scaricato la App Torcia? Lo sai eh? lo sai?"
Sus: "che culo eh. Dovresti usarla adesso, magari."
GdM: "eh oh non posso ho le mani occupate."

Scena 5
GdM: "Perchè prepari il Moscowmiull a quest'ora della mattina?"
Sus:"Sono le zucchine per la colazione della Bia."
GdM:"Allora fammi un Moscowmiull anche per me!"

Scena 6
GdM:"Se decidi di farlo è perchè lo sai fare bene, altrimenti non ti ci metti nemmeno."
Sus:"mah...io non capisco cosa ci sia di difficile."

Riflessioni sui massimi sistemi.

Scena 7
Sus:"a Franci piace la tua foto con la Bia!!!"
GdM:"a Franci piace qualsiasi cagata che pubblichi."

quando si dice prontezza di risposta.

domenica 19 agosto 2012

Sonni tranquilli, almeno sta notte.

Ci sono sensazioni che a distanza di anni ancora non si scordano.
Ci sono momenti che dovrebbero annullare qualsiasi sensazione e un"...se mi apri la porta magari ti posso abbracciare.", dovrebbe ribaltare qualsiasi situazione.
Non è così.
Sappiatelo.
Non si cancella niente di niente.
Le persone sono così e così rimangono.
Un quadrato non diventa tondo.
Ho sperato, ho pregato, ho chiesto a qualunque dio venuto in mente a qualunque persona, di portarlo qua.
Non ci siamo riusciti.

Mi sono guardata allo specchio e la mia figura riflessa sul vetro, è diventata più dura.

Chissà cosa vede la signora del palazzo davanti che ogni sera al calar del sole, accende la tv e si mette seduta lì davanti.
Chissà cosa aspetta il signore che si siede sul divano al piano di sotto.
Chissà che cosa pensano i miei vicini-momentanei.
Chissà se tutto questo cambia.
Chissà se al tramonto del sole, tramonta anche questa mia testardaggine.
Volevo lasciarti andare e così è successo, ho preso un palloncino, legato il tuo nome e lasciato volare.
Ciao, Giacomo, ciao.

Così si chiude.
Con una tisana alle 21:33, una gatta che si agguanta qualsiasi cosa penzoli, una vetrata nel mare di luci casalinghe e uno sbadiglio.
Che io possa dormire sonni tranquilli, almeno sta notte


sabato 18 agosto 2012

"abBIAmo una gatta matta!" "si, è posseduta!"

"Ti ho preparato un po' di cose da portare giù."
"Cosa?"
"Da mangiare. Apri il frigo e prendi quello che vuoi."

Ci sono occasioni che ti aprono nuovi orizzonti, ci sono case che sembrano tue anche per il tuo intestino.
Ci sono gatte, che si accoccolano dietro al collo e ti tolgono il dolore.
Ci sono sensazioni che non so se vanno via.
C'è la mia spesa nel frigo.
C'è la mia vita spiattellata su di un blog.
C'è una festa, che non è più quella di una volta.
C'è una Susi che aspetta un messaggio o una chiamata, e sa già che cosa ascolteranno le sue orecchie o vedranno i suoi occhi.

Ci sono delle foto qui, dei quadri, delle piante, dei libri.

Ho deciso che leggerò una pagina di libro ogni giorno, vi riporto un pezzetto promesso. 

Per il momento il segno è Itaca. 
Collezionerò post-it. 


martedì 14 agosto 2012

Storie estive terza puntata: se mi scrivi sul braccio poi ti baccio.

"Susi, ti posso fare un autografo sul braccio?!"
"Ti reputi così famoso?"
"ehmm...si? no? non lo so."
"ah se non lo sai tu."

dopo cinque minuti

"Susi ti posso fare un autografo sul braccio?"
"Ti reputi più famoso di cinque minuti fa?"
"Si!"
"Va bene, però sappi che poi devi anche baciarmi."
"Farò sto sforzo."
"Sfacciato."

Storie estive seconda puntata: quando l'alunna supera il maestro

drin.
"Oh ciao!"
"Si ciao, non mi dovevi chiamare?"
"Lunedì?!"
"Si. Ti sei dimenticata vero?!"
"E' probabile."
"Ok."
"va bene. Allora ci sentiamo Lunedì, ok?"
"Si ok. Chiamami però!"
"Si, ti chiamo Lunedì. Sta calmo."
clic

Applausi Estivi Telefonici

lunedì 13 agosto 2012

Consigli per l'ascolto.


Forse ha ragione la donna delfino
che la vita è proprio come te la immagini tu
ad ognuno la sua verità, la sua dose di fantasia
c'è chi odia la gente quando accende la tv
chi l'ha dato via per niente, chi non ce la fa più
Chi sorride alla morte in un giorno d'amore
Chi sta in fila da anni e non può più aspettare…
Tu aggrappata ad un angolo di cielo a guardare
questo mondo che si infiamma, che si abbraccia o si scanna
Ci sei tu, con il culo per terra ed il morale alle stelle
a tener su la vita con un paio di bretelle
Forse ha ragione il profeta patrizio
che la vita non è poi questo grande supplizio
e non c'è solamente una via, per raggiungere la verità
c'è chi beve negroni, chi nemmeno un caffè,
chi si è rotto i coglioni di guardare raitre
chi è partito e si è perso, e chi ha perso il partito
chi si sente diverso, chi non alza mai un dito
Tu adagiata su un angolo di cielo a guardare
questo mondo che si affanna, che si illude e si inganna
ci sei tu, la mia unica luna tra milioni di stelle
a tener su la vita con un paio di bretelle

"Ti guardavo il collo e ti accarezzavo la faccia. Potevo?"

E' successa una cosa strana.
E' successo che avevo un fidanzato e non lo sapevo.
E' successo che poi mentre passeggio per le vie della città, inciampo su di un marmocchio che mi dice: "Come sei bellina, Signorina."
E' successo che vedo il mio fidanzato corrermi incontro, darmi un bacio sulla guancia e poi dirmi: "Lo sapevi che stavamo insieme?!"
E' successo che: "no, non lo sapevo, ma da quando?!"
"E' successo da un po'."
"Ah, allora, va bene. Ti dispiace se ieri sera sono tornata a casa tardi e non ti ho telefonato? Non volevo svegliarti."
"Non ti preoccupare. A te dispiace se per caso ieri sera sono uscito con una donzella?"
"No no, fai pure. L'importante è che sia successo."
"Ah si. Perfetto. io dovrei andare, ti dispiace?"
"No! Allora ciao, ci vediamo presto a casa."
E' successo un po' tutto questo.
Per non parlare di quello che è successo ieri, mentre ero in campagna dalla zia.

E' successo che ti guardavo da lontano l'altra sera, ti dispiace?
E' successo che ho degli amici bellissimi.
E' successo poi che il mio gatto mi ha portato un regalo: un passerotto morto!
Grazie.

E' successo che sono felice.
Ed è successo che ve la spalmo un po' ovunque la mia felicità!
E' successo che siete belli un bel po'.
E' successo che ho passato un po' di tempo, tipo 10-20 minuti, a guardarti il collo e a giocare con la barba.
E' successo che bada a fare.
E' successo che va bene così, l'importante è che io torni a casa in bici con il vento tra i capelli.
E' successo che mi manchi, anche solo per dir due stronzate.
E' successo che è l'estate dell'amicizia: "alla fine siam tutti amici, qui."

E' successo che vi scrivo una cartolina, appena parto e appena torno.
Baci da qui, qui è dove sono in vacanza.
Ciao!


sabato 11 agosto 2012

Storie estive prima puntata: Equlibrismo Mojitismo


- "Quello è un mojito?!"
- "mmmh...si!"
- "buono vero?!"
- "Si."
- "Guarda cosa so fare con il bicchiere!" disse mentre teneva un bicchiere in equilibrio sul polso
- "eh! che bravo! complimenti!" non fece in tempo a finir la frase che il maestro di equilibrismo mojitismo le aveva infilato la lingua in bocca.

martedì 31 luglio 2012

La ragazza dalle unghie di Luna.

"Mi mancavano, questi..."

C'è una ragazza, la vedo da qui, dalla finestra.
Quella ragazza, si sdraia sul lettino, mentre fuori ci sono le stelle.
Mentre la luna si riflette sulle sue unghie.

La ragazza riflette sui sogni, dicono di essere l'acutizzazione della realtà.
Dice di riflettere sugli scherzi dell'estate.
Riflette.

E forse ha già riflettuto abbastanza su ciò che non ha importanza.

Forse i suoi pensieri l'hanno rubata e i sogni invece, le hanno rubato gli occhi.




"Come è folle la vostra generazione, cercate tutte l'amore. La mia se l'è cavata anche senza. Suvvia." (cit.)


domenica 29 luglio 2012

Il cambiamento

Pesaro in bicicletta è tutt'altra cosa.
Io, in quest'estate strana sono tutt'altra cosa e anche qualcosa in più.

"Soffia il vento del cambiamento su di te oggi, a te non resta che aprire le ali e lasciarti trasportare, come un gabbiano in volo verso mete sconosciute, o difendere la tua realtà attuale, sviluppando ai tuoi piedi solide radici che ti sostengano e ti tengano fermo dove sei. Soffia il vento del cambiamento su di te oggi. Hai deciso quale vuoi che sia la tua destinazione?"

Sono andata a teatro. 
A teatro a Novilara. 
In cima al mondo.
In cima al cocuzzolo, davanti al mare colorato dal cielo.
A Novilara c'è l'aria bella e due gradi di meno.

E poi la sabbia ti coccola, non a Novilara eh. 
A Novilara non c'è la sabbia.
La sabbia di notte con un falò e gli amici, diventa una coccola.
Gli amici e poi la bici e poi il letto. 
E il telefono. 
...e la Rossini dov'è? 
E poi ciao.

Conosco tutte persone bellissime.

Ho deciso quale non è la mia destinazione. 
Ho deciso che voglio lasciarmi andare.
Ho deciso di decidere.

Insieme. E' facile.

Ho imparato a fare i ruttini, a fumare, a bere fino allo sfinimento e sono qui e vorrei tu cogliessi la palla al balzo.
Ho imparato che ci sono cose che possono mancarti e profumi che non si dimenticano.
Ho imparato che il mio corpo sa, anche quello che io voglio nascondermi.
Ho imparato che noi due, siamo belli un bel po'.

Insieme. E' facile.

Ho guardato dentro il tuo sguardo e mi è piaciuto.
Ho sentito una voce portarti via, perchè ti ero troppo vicino.
Ho toccato pelle.
Ho odorato un profumo già sentito.
Ho lo stomaco che sobbalza. Qualcosa vorrà pur dire.

giovedì 26 luglio 2012

Scrittura Automatica

Scrittura automatica.
Scrittura automatica è quella che faccio qua.
Non sapevo fosse questa.
Prendo uno spunto e poi scrivo il flusso del mio cervello.
Possiamo percentualizzarlo? Possiamo calcolare arrivi e partenze?
Ho scritto di 7 immagini somministrate.
Vorrei copiarvelo, ma no.
Magari lo farò.

Vi dico che ho scritto La Lettera.
Lo Bruciata.
E ora vado a dormire.
Ho bisogno di dormire.
Ho bisogno di sentirmi vicina al cuscino.
E' come se una parte di me fosse volata via tra i fumi dei pensieri.
Quindi Ciao.
Ciao Amore mio.
Ciao, nuova me.
Che il giorno arrivi e che io sia qui a vegliarlo.
Questo è il buono auspicio che faccio a tutti.
A me.
Ciao.

martedì 24 luglio 2012

Flusso di tè

Ci sono delle cose che suonano di bellezza:  il tuono alle 11:00 di domenica mattina, quando ancora la coperta mi copre il viso e gli occhi sono chiusi.
Oppure c'è chi di bellezza risplende come la signora nella macchina un po' più in giù. Si è tolta il camice da lavoro, pettinata la frangia con una spazzola tirata fuori dal porta oggetti e poi si è stesa un velo rosso sulle labbra.
Splendeva, sbrillucicava ed era lunedì e pioveva.
Io mangiavo mentre aspettavo le 14:30, per tornare.
Per chiudere fuori dalla porta di vetro i miei pensieri brutti e dimenticarmi che era un grande peso.
Sono stata in silenzio una settimana, credo basti.

Succedono cose in una settimana, sapete?

Ho cucinato passatelli;
ho dormito con le coperte;
mi sono alzata alle 4 per chiudere la finestra che sbatteva.
Cadenze regolare, teneva il tempo al vento.

Ho una cavigliera nuova, gli occhi rossi, un sorriso, un uomo che mi scrive, ho il mio Ansimatore delle 4.

Che poi a proposito dell'Ansimatore, scusate piccolo spazio personale.
Dicevo.
Si, "Se tu", mettiamo il caso," mio caro Ansimatore che leggi il mio blog, (perchè t'ho scoperto!), mi chiamassi un po' prima delle 4 oppure un po' dopo?Eh? Cosa dici?!Propongo 7? Dai?! EH? SI?!"
Così unisco l'utile al simpaticismo.
Un simpatico Ansimatore che mi sveglia e mi ricorda che le 7 esistono negli orologi, sarebbe perfetto.

Visto questa parentesi, volevo consigliavi una cosa:
se mi volete male, svegliarmi presto.
Ho scoperto che è la cosa peggiore che mi possa capitare-chiede-obbligare.
Vivo di notte.
La preferisco.
Preferisco il silenzio, preferisco il buio, non devo sforzare gli occhi.
Non devo controllare a lunghe distanze.
Ecchetelodicoaffare quanta fatica faccio per alzarmi alle 7:30.
OrcoMondo.

Durante l'esercizio ho portato via una Teiera. (...non sono matta. Prendetelo così, te lo contestualizzerò. Promesso.) 
E oggi c'era il mercatino dell'antiquariato, mi sono ricordata, secondo te? Ovviamente NO. Merda.

Se mi volte fare un regalo, invece, regalatemi una teiera, di ogni colore, di ogni momento storico.
Ma che sia teiera.
Sola, senza tazze.
Non c'è bisogno.

Ti ho sentito venir su per le scale, proprio mentre c'era la mia canzone preferita di Ameliè.
Grazie.
Grazie per avermi fatto dormire.
Grazie perchè non riuscivo a star sola, dopo tutto.
Dopo noi.
Dopo tutto, prendo la teiera e vado a fare il tè.

Ciao.

martedì 17 luglio 2012

"Emanciparmi dall'incubo delle passioni."

Occhi piccoli che sbattono.

Inciampando su un sito, ho trovato canzoni che unite insieme producono la miglior dedica d'amore.
E non sai quanto mi ci sono ritrovata dentro.
E non sai quanto sogno che tutto quello sia per me.

E poi vorrei che questa serata fresca, in cui ho messo anche la maglietta, tu fossi qui e non lì.
Perchè tanto lo sappiamo, ci manchiamo.

Non sai quanto sono bionda, e poi si sa: io ho te e tu hai me.
Dovresti chiamarmi, eppure è proprio quello che non fai.
Dovresti abbracciarmi.
Dovremmo spalmarci dell'antipunture di zanzare.Perchè lì fuori, lì sotto la luna e in mezzo al prato, rischi di morire di prurito.
Io non ho quell'orribile roba che evita i mozzichi delle zanzare.
Quindi, se io gratto te, tu gratti me, cosa ne pensi?
Oppure prendo una coperta e facciamo finta di essere dentro ad un astronave?Viaggiamo lontano, senza grattarci?

Volevo dirti un sacco di cose ma tu non chiami me.
Credo che io continuerò ad essere sincera con te.

Se stai in silenzio, però e mi porti un fiore, risolviamo il tutto.Si, con un fiore ti faccio salire sulla mia astronave.

Confondiamoci, fa rima con perdiamoci, rotoliamoci, copriamoci, arricciamoci e un sacco di altra roba.

lunedì 16 luglio 2012

CinismoCercasi

Ci sono cose che ti lasciano interdetta.


Tipo:
- Ehi Ciao,Come sei Bella StaSera!
- dici? Che bello, grazie!
- Stai proprio bene così, cos'hai fatto?
- Nulla, sono single e indaffarata.

Oppure tipo:
la possibilità di avere a portata di dito un uomo e non poterne disporre.
Il motivo?
Io non lo so.


Qualche giorno fa, si discuteva del fatto che due persone che si amano tanto, possano per un periodo non trovarsi, ma sapere che si è lì, a prescindere.
Un po' come tra fratelli, si passano degli anni ad "odiarsi" e poi si arriva ad un punto di non poter farne a meno.

Una relazione amorosa, si diceva, magari è così.
Sai che non potrai fare a meno dell'altro ma non puoi nè vederlo nè sentirne parlare, poi arrivi ad un punto di costruirci una famiglia.
Non lo so se è così. So che non riesco a farne a meno di lui, di noi due.
E forse nemmeno di me quando parlo con lui.

Ci sono delle costanti, è lui è la mia costante k.

Ma va bene.

Volevo dire, e pensavo oggi mentre ero in macchina: che palle sempre parlare d'amore dentro sto blog.
Vorrei della verve, dell'ironia.
Ci posso riuscire. Datemi il tempo.
Che faccio uscire il mio cinismo migliore e vi stupirò.
E' assicurato.

domenica 15 luglio 2012

ConfessioniDomenicali

Cosa succede quando appoggi il culo per terra.?
Si proprio per terra.
Anzi proprio sulla roccia incandescente di una piazza assolata nel pomeriggio?
Non lo so cosa succede. Per il momento succede che le mie gambe sono belle.
E non è poco. Guardarmi e piacermi, cazzo.
Metto vestiti che scoprono le gambe e allungano la scollatura.
Ballo fino a consumarmi i piedi.
Passeggio in bici alle cinque di mattina sbagliando strada e pensando: "ma che bella che è la mia città a quest'ora."
Alle cinque di mattina una nonna pulisce le foglie nel giardino, un signore lava la macchina.
Gli volevo chiedere se mi lavava anche la mia.
 Poi non ricordavo dove fosse e la mia bici profuma di mare.

Credo di dover smettere di dire che non farò dei figli, se poi mi commuovo davanti alla fotodigitaledentrolapancia.
Credo che sia giusto ascoltare quella che si siede affianco a me e che in meno di due ore mi ha vomitato addosso quello che chi mi conosce da un po', mi dice da sempre.

Io una famiglia la voglio e voglio anche l'amore quello di ieri.
Ok?
L'ho detto. Segnatevelo. Perchè non so quando ricapiterà.
Ecco.