martedì 27 marzo 2012

DaglielaParecchioPerPiacere

Arriva il momento di dedicare un post a chi ti sorprende mentre bevi il caffè e appiccica la sua faccia al vetro spaventandoti più di un qualsiasi film horror.
Allora apri la porta, le offri il caffè e ti pulisci la maglia.
Se una delle due, tolta me, esordisce dicendo: "Mi sei mancata, cazzo!", allora si che è una cazzo di giornata, finalmente.
Gli occhi non bastano, i sorrisi nemmeno e la distanza che prima era di due o forse tre stati europei, diventa zero. Che cosa vuoi di più? Niente.
Beviamo caffè, mi racconti, mi stordisci delle tue parole dei tuoi discorsi, dei tuoi racconti e tutto diventa più bello.
Ti racconto di lui, di noi due, di un caffè che devo offrire a quello lì -cheTuDicevi:SusyTiVuoleMoltoDaglielaParecchioPercortesia- e allora ridiamo.

"Ma perchè sei tornata senza dire niente?"
"Perchè ancora non me lo son detta nemmeno a me."

Poi arriva anche il giorno in cui, mentre fai la doccia piangi e le lacrime di gioia si mischiano a quelle della doccia e allora evviva!
Evviva, molto evviva noi, evviva quando hai rimesso piede qui, nella nostra terra. Evviva quando mi ascolti e con gli occhi da piccione sei felice di vedermi diversa e cresciutella.

Mi manchi è la frase più bella che una donna cresciuta insieme a te, ti può dire.
Poi arriva anche il momento di dedicare un post a chi legge qui, a chi mi ha regalato una penna dicendomi -QuandoScriveraiIlLibroUsaQuesta- ed è anche il momento di salutare te, che ieri sera hai sollevato la serata come solo tu sai fare, Giorgietto.

E arriva soprattutto il momento per pensarCi in modo diverso, a noi donne che di strada ne abbiamo fatte e che di momenti insieme indimenticabili ne abbiamo passati.

"Sento Giacomo, più adesso di quando ero follemente innamorata!"
"Susanna! Perfavore!"
"Stai serena, è un po' come se ti chiamasse Alb."
"Ah ok."
"Ma quello lì? Io approvo, ti sbrilluccicavano gli occhi, e sei imbarazzata."
"Cosa ti devo dire? E' difficile, faccio difficoltà e ho paura."
"Vivitela, e basta."

E poi è il momento di stringerti forte, di sentire che sei qui e di tenermi stretta il più possibile questi tuoi racconti che sembrano così diversi da noi, ma che invece sono così uguali.

E' finito il tempo della mansarda, ma è ricominciato il tempo delle sigarette rubate ad un passante e a un sorriso mentre il problema-figli diventa argomento portante.

"Siete molto belli."
"Ti ricordo che ancora non siamo niente...La finisci, poi?"

E così ti riaccompagno dove vuoi, basta che questa serata non finisce e io mi addormenti in mille e cinquecento pensieri.

"Ho un blog.Dove scriverò di te e del resto."
"Ti ricordo che sono stata in mezzo alla non-civiltà. Dammi il tempo."
"Ho un blog. Dove scriverò di te e di noi, e anche delle altre."
"Ricominci?"
"Se vuoi ti dico quello che scriverò."
"Riparto, Susy, presto. Qui non posso rimanere, e tornerò e poi ripartirò."
"Riparti si, ma dimmelo prima non come il tuo ritorno. Per cortesia."
"Riparto molto presto. Vorrei vederti tra le sue braccia prima."
"Riparti serena allora."
"Dai valà accompagnami."

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