lunedì 30 aprile 2012

Rispondere è cortesia se riesci a fare domande lecitamente.

M:"Allora state insieme?"
S:"Eh?No!"

S:"Perchè me lo chiedi?"
M:"Perchè vi siete stropicciati molto."
S:"E' solo un gran casotto. Abbiamo problemi di comunicazione."
M:"Cosa studi te?"
S:"Comunicazione."
M:"E allora? Fai domande precise, no?"
S:"Io non ci riesco."
M:"Allora si vede che non ti interessa la risposta."

Comunicazione.
Comunicazione.
Immaginati di parlare con un bambino. Immagina di usare la stessa disinvoltura che usi con i tuoi ragazzi.

venerdì 27 aprile 2012

"Sii veramente gentile con le persone." Jim Rohn

Leggo. Oggi leggo.
Oggi non voglio parlare, non voglio ascoltare con le orecchie, ma solo con gli occhi.

Ho scelto una pessima giornata, visto i bimbi che affolleranno il mio pomeriggio e visto che arriverà qualcuno che mi chiederà con gli occhioni tondi tondi: "Mi aiuti a fare un tema?".
Non importa, l'importante è crederci.

Ho le orecchie piene di rumori, di discorsi, di negatività, preferivo del cerume, almeno quello si toglie con pochi accorgimenti.
Ripromettersi di passare una mattinata sola in casa ascoltando il niente, è stato motivo di nervosismo.
Ripetersi che si abita insieme ad altre persone che hanno esigenze come te, non è servito a molto.

Quindi le cose sono due, o mi riempio le orecchie di rumori oppure sto in silenzio io, e ascolto con gli occhi.
Difficile. Tremendamente difficile.
Impossibile rimanere concentrati se sei pieno di input. Problematiche da risolvere, organizzazione e l'orologio che va avanti. Troppo.

Per la cronaca, il mio girovita non si è rimpicciolito. Rimane lì, fermo e buono. E' il caso che comincio a farmelo piacere.
Stiamo lavorando per me e sicuramente anche per voi.

Leggo.
Ok.
L'ho già detto? Credo di si.
Leggo per il mio lavoro, leggo per piacere, il mio.
Leggo della storia del cibo, della cultura gastronomica, e di quel piacere che a tavola diventa realtà.

Qualcuno ha obiettato, il mio trascinare la tesi, il mio procastinare, il dire: Mi Laureo! e poi non farlo.
Io volevo dire a questa gente, a chi si ferma all'apparenza del bisogno di NonLaurearsiE'UnRimandareQuindiSeiInconcludente, che il motivo di questo approfondimento va oltre il vostro limite.

Scrivo di cibo, il mio nemico per molti anni, quello che mi è piaciuto, che mi è stato privato che poi è ritornato inneggiando la Vendetta e mi ha fatto arrivare a pesi inauditi, voglio farci pace.
Voglio perdonarlo, così come ho perdonato voi che al mio grido di aiuto, non avete saputo dare risposta, anzi espresso giudizio.

Sia chiaro che faccio una fatica immensa a scrivere qui, e il dolore alla schiena è sempre più forte.
Ma è bene farlo, ne ho bisogno.

Ho passeggiato, qualche giorno fa, per le vie della mia città, e mi son persa a guardare le persone.
Seduta su di una panchina con un libro in mano, guardavo chi mi passava vicino, lontano, a destra e poi a sinistra.
E immaginavo, chissà quanti di loro non mangiano perchè tra un po' arriva l'estate.
E allora cazzo, il costume lo devo comprare e devo sembrare un sacco magra, perchè sisà in costume non puoi nascondere, anzi.
E allora via con le diete più assurde, quelle di MangioYogurtEPoiVomito, oppure FaccioUnSaccoDiAttività ma il sabato mi sfondo di alcool a stomaco vuoto.
Beh. Io non so più che cosa sono diventata.

Mangiavo per nervoso, per bisogno di ascolto, per nascondere una paura che riempiva il cuore.
Adesso mangio meno, mi muovo di più e sorrido il doppio.
Non sono magra, ma mi guardo e mi compro più vestiti, mi dico che son bella.

E' stata dura, ed lo è ancora, perchè i giorni di NonMiVadoPiùBeneCosì, affiorano e si fanno sentire, ma son contenta che arriva l'estate.
Son felice di prendere il sole. E di respirare odore di erba appena tagliata.

Spero che voi, possiate stare bene.
Vi Auguro che nel vostro cervello, scatti quella cosa magnifica che dica: CazzoSeSonBella\o, e mentre lo fate un accenno di sorriso e di occhi luccicanti vi possa irradiare il visto. E allora si che SareteAncoraPiùBelli, tanto da sorridere ad ogni persona che passeggia davanti a voi.
Perchè la gentilezza porta gentilezza. La positività lo stesso.

Il cibo è donna. Dice il libro.
"Analogamente, nell'epopea di Gilgamesh - il primo testo letterario conosciuto, scritto in Mesopotamia circa 4.000 anni fa- si racconta che l'uomo "selvatico" uscì dal suo stato di minorità solo nel momento in cui apprese l'esistenza del pane. A farglielo conoscere è una donna, anzi una prostituta; in tal modo si attribuisce alla figura femminile il ruolo di custode del sapere alimentare oltre che della sessualità, ciò che dall'altra parte sembra corrispondere alla realtà storica: gli studiosi sono abbastanza concordi nell'ammettere una priorità femminile nell'opera di osservazione e di selezione delle piante che accompagnò la nascita dell'agricoltura attorno ai primi villaggi."

Mangiate, donne. Mangiate per sfamare la mente e il corpo. Non mangiate, per chiedere aiuto. Difficilmente qualcuno vi ascolterà. Chiedete aiuto con la bocca, e qualcuno vi sentirà.

Sarà retorica, sanno discorsi già fatti e rifatti e anche un po' ipocriti. Ma dovevo. E l'ho scritto. Grazie.

lunedì 23 aprile 2012

"Ho voglia di sentire le farfalle nello stomaco!Hai presente?"


Si inizia cantando una canzone e si finisce per ridere a crepapelle davanti ad una stufa modello daiohmettisuunpezzo.

Sono giorni bui in cui a tenere il tempo sono due rintocchi ogni due ore. 
Son giorni in cui incalza il tempo, mi corre dietro, mi sorpassa, poi si lascia trascinare e finisce col superarmi e lasciarmi sfinita senza forze su di un letto con lenzuola arancioni.
Son giorni che posso vederti affacciato ai miei occhi mentre parliamo di cose che non appartengono nè a me nè a te, ma a noi. 
Bello.
Gradevoli sensazioni, piccanti profumi scorrono su nelle mie narici e arrivano lì addosso al mio polmone, quello destro. Quello del patner illegale, per capirci.

Sto leggendo due libri, due manuali, mi insegnano qualcosa.
Imparo qualcos'altro e incontro qualcun'altro. Il problema è sempre lo stesso.
Capirai se le cose cambiano proprio adesso che mi son decisa.

Succede che oggi, ricorre il mio anniversario da single. Auguri!
Pensavo di andare a bere qualcosa, poi alle 19 quando ho chiuso la porta di casa dietro di me, ho deciso che potevo brindare con un bel succo di pera.

La frase della settimana è: "Non farti domande se non conosci già la risposta.". 
La recitava la ragazza con i boccoli sabato sera. 

La ragazza che dice dei segnali, delle casualità che non sono casualità, sta sera mi ha fatto prender paura.
Il nome è giusto, il sorriso un po' meno, ma chissà.

Credo di non aver scritto niente di interessante in questo post, e credo che tutti quelli che leggono, smetteranno di leggermi. 
Abbiate pazienza. E' che mi succedono cose, ma la mia vena raccontativa ha dei problemi. Si vergogna e non vuole venir fuori. 
Sto contrattando e offrendole una buona ricompensa.

Intanto io voglio festeggiare gli stronzi, quegli uomini lì. Con uno Spritz. 
Io sta sera volevo festeggiare l'anno e gli stronzi, invece sto bevendo succo di pera e sballandomi con l'incenso acceso. 
Avete mai acceso un incenso mentre siete sullo stanco pesante? Sballa! 

Riporto un pezzo di conversazione:
- Dove sei?
- Nel posto sbagliato
- Cioè?
- A casa.
- Concordo (e avrei voluto dire:Stiamo facendo passi da gigante. Patatone!)


Ricordarti che io so tutto, e so molte altre cose.
Ma soprattutto so che mi manca l'aria e ricordo bene che sabato sera ho espresso un desiderio mentre ero fuori a guardare le stelle. Ne basta una. Percortesia.

- Ho voglia di sentire le farfalle nello stomaco!
- C'è rimasto solo il cous cous va bene uguale?
- Dicevo quelle dell'ammore
- ah. 

venerdì 20 aprile 2012

IoVoglioSapereIlTuoSegreto

...io ho voglia di sapere segreti..
Non mi interessa di chi sono, ma voglio sapere segreti.
Me li raccontate?

IoIMieiLiDicoGià

giovedì 19 aprile 2012

E' primavera, è ora di tornare con le rondini.

Io volevo scrivere tanto, ma proprio molto, di tutto quello che mi è successo, di quello che ho sognato e dei suoni che ho respirato.
Invece vi dirò di quanto ho trovato strabiliante ed emozionante un profumo.

Si è insinuato nel mio naso, e non è più uscito. E' rimasto lì.
Ho provato a toglierlo: ho respirato altri profumi, ho fatto una passeggiata all'aria aperta, sono stata seduta vicino al camino. 
Niente.E' lì. 
C'era uno che cantava una canzone sull'odore. Credo di aver capito cosa intendesse. 

Sto leggendo un libro che mi hanno consigliato: PNL. Dice, a grandi linee, che se durante una sensazione piacevole ti tocchi qualcosa, (badate bene un ginocchio, un orecchio, qualsiasi cosa...) nel momento in cui avrai bisogno di quella sensazione non ti basterà altro, che ritoccarti in quel posto.
Io non so se avete capito, ma ve lo spiegherò a voce. E' meglio.

Il succo di tutto, è che funziona. 
E' bastato un niente. Uno sfiorare leggero, in quel punto lì, che mi son tornate addosso tutte le sensazioni, il piacere, ma soprattutto quell'odore.
L'odore accompagnato dalle sensazioni, produce danni. Sappiatelo.

Talmente tanti danni che per non pensare ti fiondi dalla parrucchiera e chiedi: "Biondo. Perfavore." 
Non pensi, non parli e ascolti. Guidavo io dove volevo, chiedevo, mi informavo e spezzavo i toni con un battuta-sorriso, continuamente.

E' strano. Vieni qui da quando ancora eri solo un fagiolino nella pancia della mamma, e ora ti ritrovi a chiacchierare di Ciaffi. (tradotto: uomini). 
Una donna di 60anni che è di una giovinezza inaudita, di un sorriso eterno ma ancora irrequieta. 
Ti pettina, ti taglia, ti sorride e si confessa.
Mi lascio andare al racconto, al bisogno di dirle: hofattolostessoenonmenevergogno.

Parliamo di cose, del figlio che dovrei prendermi, del vetrinista che sta pulendo gli scaffali ma che secondo me dovrebbe-vorrebbe pulire altro.

- Taglio?
- Eh no! Mi servono lunghi!
- Ti sposi?
- Si si, subito anche. Lascia andare di far ste domande. E poi lo sai che...
- Trovami un uomo che mi ami.
- Mmmmmh...fammi pensare....no?
- Hai tremendamente ragione. Ma checos'ho?
- Tutto. Hai tutto e non ti manca niente.

Sorridiamo, ridiamo. 
Il bisogno di coccole, di attenzione arriva anche per le donne più forti e più indipendenti.
E allora dove siete? E' primavera, è ora di tornare con le rondini.

martedì 17 aprile 2012

E'VeroCheSonoIndipendenteMaOgniTanto...

Sono stata ad una serata.
Una serata d_vulgare .

Una serata dove nella successione: una cantantedapelledoca accompagnata da un suonatore di chitarra, un uomodaicapellibianchi

che mi ha rapito le orecchie e una velocipedaconlavoce, hanno divulgato.
Succede che ho molta voglia di scrivere, ma non so cosa scrivere e se volete vi racconto che cosa hanno detto.
Hanno detto un sacco di cose sull'amore.
Una serie di frasi da scribacchiare qua e là che ti lasciano quelle sensazioni di amareggiamento boccale, che ti dici: "Che cavolo ci faccio io qui?"
Chetelodicoafare, che mi son comprata anche il cd?

Una voce graffiante.
Ho messo su il cd appena partita, l'ultima sillaba l'ha detta quando sono arrivata a casa.
Racconta, con il sorriso sulle labbra.

Fumiamo una sigaretta fuori, dice, vado.
Sono sola non ho portato nessuno con me, e non ho nemmeno voglia di avere qualcuno lì con me.
E' la mia serata, quella che mi prendo ogni tanto, quella che mi coccola, che mi rincuora. E' la serata delle parole che mi sbattono in faccia, quello che ho costruito fino ad ora con un percorso mirato.

L'Eros. Sentite quant'è bella la parola, quant'è forte il suono, ma quant'è difficile il concetto.
E badate bene non è l'erotico troiaio, è l'inquietudine di non saper bastarci e di cercare sempre qualcosa che ci completi.
Perchè l'uomo è manchevole e come tale cerca l'altra metà della mela.

Ecco.
A me le mele non fanno impazzire, è per questo che ancora sono qui a gingillarmi tra le righe e le lusinghe di chi il mio corpo l'ha già abitato?

Oppure è che l'altra ciliegia che stava attaccata con me s'è persa?

Io voglio essere una ciliegia e non una mela.
Le mele non mi piacciono e le ciliegie invece si.
Mi arrampicavo sull'albero e mi sporcavo di rosso anche le orecchie.
Poi un giorno lo zio Sesto mi ha detto che se continuavo a mangiare le ciliegie senza sputare l'osso mi sarebbe cresciuto un albero nella pancia.
Scioccata, son corsa dalla mamma e gli ho detto:"Io voglio essere una ciliegia senz'albero."
Da quella volta mangio ciliegie rigorosamente con il nocciolo.
Fanno bene e ancora non sono morta. Lo zio Sesto nemmeno, ma lui è un'altra storia.
Che poi non è nemmeno mio zio.
Vabbè.
Comunque. Una serata strana. Son stata da sola alle Limonaie. Ad ascoltare. Mi piace si.
Soprattutto quando hanno detto quella frase, che mi rimbomba nella testa: "Il ricordo non so se è qualcosa che ho o qualcosa che ho perso."


Intanto io ti penso molto e spero tu venga veloce a letto, a coccolarmi almeno sta sera.


Perchè sai, è vero che sono indipendente, ma ogni tanto averti qui con il fiato sul collo, aumenta l'indipendenza e diminuisce la dipendenza a noi due.

domenica 15 aprile 2012

Pezzi di libri PrimaPuntata

Dal libro Martedì con Morrie di Mitch Albom.
" Quando Morrie era con te, era veramente con te. Ti guardava dritto negli occhi e ti ascoltava come se fossi l'unica persona al mondo..."Credo nell'essere totalmente presente", diceva. "Questo significa che dovresti essere con la persona con cui ti trovi. Ora mentre sto parlando con te, Mitch, cerco di rimanere concentrato su quello che sta accadendo tra di noi. Non sto pensando a qualcosa che abbiamo detto la settimana scorsa. Non sto pensando a cosa farò venerdì prossimo. Sto parlando con te. Sto pensando a te." Ricordavo come trasmetteva quest'idea nella lezione sulle dinamiche di gruppo a Brandeis. Quella volta ne avevo riso, pensando che fosse un programma di lezioni scarno, per un corso universitario. Imparare a prestare attenzione? Quanto poteva essere importante? Ora so che è più importante quasi di qualsiasi altra cosa ci abbiano insegnato all'università."

Ecco.

venerdì 13 aprile 2012

Applausi 2

D: "Oggi dovevo fare un tema a scuola e raccontare di una persona speciale."
Sus: "Bello! Hai scritto molto? Hai fatto la mappa? L'hai ricontrollato? E l'hai riletto come ti ho detto io?"

D. con tono incazzoso: "Lo sapevo che mi rompevi le scatole con ste domande. Io volevo dirti che ho parlato di te!" 
S: "Scusa. Grazie, mi fai commuovere!"

D: "E comunque no. Non l'ho ricontrollato e non l'ho nemmeno riletto."

D: "E a dirla tutta non ho nemmeno parlato di te. Ma l'ho detto così almeno non mi sgridavi."

Il sipario si chiude. 
Il pubblico esplode in una risata.
Applausi.

giovedì 12 aprile 2012

CoseDiPasquaCheSiRipropongono


Sai cosa succede, quando vai a pranzo dalla nonna per Pasqua, e ti siedi in un posto nuovo con davanti a te chi  non vedi da una un po', e soprattutto ha l'abbronzatura più dorata dell'agnello fritto?

Succede che parlando e chiedendo ti viene l'idea di lasciare tutto e trasferirti, per un periodo non ancora determinato in un posto a 3-4 ore di aereo da qui.

Per non parlare poi di quella strana sensazione che ti viene allo stomaco, ogni volta che ti svegli pensando che forse non è un'idea poi così sciocca.
Non per molto.
Partire, dimenticare a casa il superfluo e vivere dell'essenziale.

Una nuova me, che spaventa un po' tutti, da quando ho cominciato a scrivere con la sinistra.
Da quando mi alzo solo per abbracciare papà e augurargli buona notte.
Una prima-vera stagione che il caldo non mi fa poi così tanto paura, sono pronta.
Sono pronta ad abbronzarmi ad aspettare il sole sotto un ombrellone con un fisico non perfetto, non longilineo ma pronto. Quello arriverà prima o poi. Son sicura.

Sognare. Ma forse non poi così tanto.
Finisco di scrivere, mi dico e poi vado.
Vado via, per poi tornare e continuare.

Andiamo via? Vieni via con me e facciamo a gara di chi si abbronza di più e a chi vede più sabbia sui piedi?

Bada bene, non voglio stare in vacanza, non voglio dormire in un albergo, essere servita e riverita.
Non mi interessa.

Voglio vivermi il posto.
Voglio respirare la stessa aria, e darmi i miei tempi.
Quelli che ho teorizzato in un sacco di racconti, in una marea di storie raccontati ai miei finti-nipoti (così li ha chiamati chi non capisce che la famigliarità non è solo fatta dello stesso sangue.) (Idioti, aggiungerei), voglio svegliarmi la mattina e decidere mentre faccio colazione cosa farò di quella giornata.

Non voglio programmi, non voglio sapere cosa farò l'ora dopo, il momento successivo né tanto meno il giorno dopo.
Voglio arrivare, riempirmi gli occhi, sbattere le ciglia due o forse tre volte e poi rendermi conto che ci sono riuscita.
Ho messo il necessario nella borsa e lasciato il superfluo a casa.

Lo faccio. E' sicuro. Probabile presto.
Probabile che parto, vi saluto con il cuore e gli occhi, e poi ci rivediamo.
E' tutto tremendamente fattibile. Vediamo. Intanto inscatolo. Mi compro una macchina fotografica.

E poi noi due ci vediamo, già so, quindi non ti menziono nemmeno.

N.B. Poi mi porti a Parigi, però? 

mercoledì 11 aprile 2012

MaSoprattuttoAccompagniIlBicchiereAllaBocca


Le mani quando sono impegnate a fare qualcosa sprigionano una sensualità e una bellezza ammaliante.
Io credo di essermi innamorata un sacco di volte prima delle mani e poi, non della persona.

I peggio stregoni mi hanno detto che son sinonimo di sicurezza, di protezione e, ovviamente Susanna,  è quello di cui ho bisogno, quello che cerchi, eh!
Ho sempre annuito ai peggio stregoni, perché mi hanno insegnato che a domanda è bene ascoltare la risposta, poi accettarla o meno è un altro discorso.

Non son poi così tanto sicura, è ovvio, chi non cerca sicurezza?

Si faccia avanti chi non ne ha bisogno, chi non vuol sapere cosa gli aspetta domani. Il vivreallajournè è passato di moda, io credo.

L'ultimo che credevo fosse un ribelle mi ha lasciato per partire per il lungo viaggio in solitaria alla InToTheWild. Dopo qualche mese vengo a sapere che è andato a convivere in centro città con la ex e ha aperto una ditta. Ed era proprio lui che mi ha riempito la testa dell'anti-sistema-società.
Cheteloficoaffare che oramai non van più di moda questi pensieri?
Ma questa è un'altra storia.

Mi sono auto-interpretata, le mani toccano, sentono, scaldano, provano, si bruciano e poi ci riprovano.
Le mani veicolano messaggi, baci, sanno parlare, sanno tacere e all'occorrenza ti accarezzano ma soprattutto ti abbracciano. E se per caso accompagnano un saluto meno freddo di quello verbale allora va tutto bene, forse meglio del previsto.

Con le mani sbucci le cipolle. Tanto per essere banali, anche le banane si.

Ma soprattutto accompagni il bicchiere alla bocca, ti sciogli i capelli al momento opportuno per sfoderare gli occhioni da cerbiatto e ottenere quello che si vuole.
Le mani prendono altre mani.
Le mani mie poi si sono abbronzate e senza smalto sembrano le mani di qualcun altro.

martedì 10 aprile 2012

Apri quel libro lì e leggimi qualcosa

Appunti di giornate passate a prendersi del sole alternato all'acqua che pulisce via ogni indecisione.
Appunti che poi diventano febbre alle ore 19:30 del lunedì pasquale e di ansia pre-serata.
Appunti che poi non diventano più appunti ma diventano lacrime.
Che giornate strane. Che sguardi strani e che sensazioni strane.
E' come se tutto quello che stessi facendo adesso fosse diventato amplificato. Nessuno capirà, credo.
Ma come faccio a spiegarvelo?
Nel dubbio taccio.
Ieri volevo scrivermi due frasi che mi son state dette. Non le ho segnate, e adesso non me le ricordo.
Machetelodicoaffare quanto sono stordita?
Ho cercato nei sogni non le ho trovate. Ho sognato poi dei soldi finti, li tenevo in mano stretti, compravo qualcosa e puff diventavano fogli bianchi.
Ho sognato poi che mi parlavi, mi raccontavi, ma cosa non lo so. Però mi raccontavi.
La cosa strana di tutta questa situazione è svegliarmi, oggi, che è martedì, senza più mezzo starnuto nè mezza linea di febbre. Le labbra segnate da un filodimatitarossanaturale e un po' di sole che ha colorato il mio viso.
Qualcuno direbbe:"C'era qualcosa che ti puzzava."

Silenzio.
Devo andare, intanto raccontami una storia.
Apri quel libro lì e leggimi qualcosa.

sabato 7 aprile 2012

E poi fai come ti pare, PerPiacere

Tornare da sola e fare un viaggio che dura tre quarti d'ora, è qualcosa che t'ammazza se hai mille pensieri e mille idee che ti abitano lo stomaco.
Se poi ti fiondi in un posto che per te di familiare ha solo quattro parenti e le sedie di ferro, tutto diventa straordinario.
In silenzio guardi, saluti e ti siedi da una parte.
Ed è meraviglioso guardare chi sprigiona passione dentro ad un campo rincorrendo di salto in salto un pallone.

Se poi ascolti i rumori della palestra attentamente e ti isoli da quelli che sono i commenti dei tuoi vicini, si scopre un mondo ancora nuovo.
Le scarpe cigolano, il pallone fa un rumore sordo ad ogni colpo che riceve, le voci si mischiano, le grida di felicità e soddisfazione riempiono il campo.
L'ansia di non riuscire a portare a casa il risultato si trasferisce fino a chi impassibilmente osserva, come me.

La sensazione di sudare per la passione, passa.
Arriva dritto dritto dentro il cervello e un po' più in giù della gola.
Attraversa tutto e produce una faccia da ebete che mi sarei voluta vedere.
Se un tot (non le ho contate) di persone, con la stessa maglietta gioca, vien da chiederti solo una cosa: "Perchè?"
Perchè mi piacerebbe saperlo. Cosa ti spinge fino a lì?
Dì un po'.

In silenzio, guardi, osservi e prendi tutto quello che passa, perchè come mi ha detto qualcuno: "Riempitevi gli occhi di ogni cosa, perchè ogni cosa è bellezza."
Trasferisci al di là di ogni materialità, il tuo interesse e guarda cosa c'è.

Attenta allo schema, al buco vuoto da usare per far punto, attenta a quella cosa che si muove come un razzo, attenti al gioco.

E poi stai attento a quello che sta al di là della rete.
Perchè le cose si vedono meglio da fuori, ma se stai dentro e devi giocare, ascolta chi è in squadra con te, chi gioca dalla tua parte, ascolta chi con una mano dietro la schiena ti dice lo schema, e dove colpire.
Ascoltati, percortesia. Fallo. Dai.
E fai cigolare le tue scarpe, perchè è così bello quando il rumore dei passi lascia una traccia.
E poi fai come ti pare che tanto, è la cosa migliore.

LaVocalePuòFareLaDifferenza

Volevo scrivere di Giovedì sera, delle sensazioni e di ieri sera.
Ma non so cosa scrivere, le parole non escono, sarà che non ho la vena aperta oggi, ma son sicura che arriverà.

Devo fare un dolce, e lavarmi due cosine.
Non ho molta voglia.

Volevo solo appuntarmi due belle frasi di ieri sera:

F:"Come siamo belle!"
S:"Ho messo il perizoma, sarà per quello?"

S:"E' la terza volta che leggo Amore al posto di Umore."
L:"Infatti, mi mandi un sacco di segnali sta sera."
S:"Ecco immagino, è un periodo che succede."

M:"E le labbra come stanno?"
S:"Non si gonfiano ma mi fanno male."
M:"Lo sai vero, cosa succederà presto?"
S:"Speriamo."

Se la tua sessualità non è ancora chiara nemmeno per te, fai qualcosa.
Tempo sprecato, caro!

Solo appunti, scriverò, non temere, ce la farò.
Ah, il primo che mi fa gli auguri di buona pasqua lo accoppo.
Ciao!

mercoledì 4 aprile 2012

Capiterà poi un giorno, che PerPiacere...

Mi son successe un sacco di cose a caso nell'arco di 12 ore.
A caso belle però, a caso giusto però.

Mentre risalgo in macchina, distrutta dal non aver preso il mio libro, mi viene in mente che a casa di libri che vorrei leggere, che ho cominciato e poi lasciato da parte ne ho uno scaffale pieno.

Chi è stato qui, chi ha messo piede nel mio mondo, adagiato sul divano e sfogliato con gli occhi le mille cose che ci sono qui, sa cosa intendo, quando dico uno scaffale pieno di libri.

E' più forte di me, vado in libreria, nella mia, mi prendo qualche libro in mano e poi finisce che mi faccio ammaliare dalle copertine, dai consigli, dal sentito dire, compro e me lo porto a casa.
Qualche volta lo sfoglio, annuso le pagine, e sedendomi sul divano, penso che dovrei leggerlo, ne leggo dieci forse quindici pagine, poi chiudo tutto e lo appoggio lì, sul tavolino.
Un segnalibro di fortuna, che di lì a poco diventerà il più bello in assoluto, segnerà dove si è fermato il tempo.
E non è che non mi piacciono i libri, sia chiaro è che mi faccio talmente tanto trasportare dall'odore e dai pensieri che non riesco a leggere.

Ho cominciato 20 libri, li ho contati, di ognuno ricordo l'odore, il momento in cui ho deciso di comprarli e quando ho letto le prime 20 pagine, quando l'ho lasciato lì sullo scaffale con il segnalibro più bello che potessi trovare in 20 secondi.

Ricordo tutto, anche i personaggi, di quello c'è uno che si chiama Giacomo che va con una prostituta di Venezia, di là c'è Elisabeth che ha trovato l'amore della sua vita ma ha deciso di scappare, e poi c'è Gianna che conosce i suoi nipoti, e poi c'è il medico che dedica 20 minuti ad ogni paziente e sembra il dottore migliore del mondo.
E ci son tantissimi altri personaggi, ma tra quelli ci sono anche io e ci sei anche tu, divisi da un ferma-libro e dalla casualità che non ci ha messo sullo stesso scaffale.

Due libri con la copertina bella, luccicante, così reale, che per puro caso non son vicine, o meglio non così tanto da poterle scambiare e farsì che diventino un unico libro.

Capiterà poi un giorno che il mio involucro lo donerò a te e io mi vestirò del tuo, e già so che mi sentirò bene a mio agio con le tue quarte di copertina che mi cingeranno il collo e mi accarezzeranno le pagine.
Pagine che si abbelliranno di contorni definiti, di scritte d'orate e argentate, di bambini disegnati con un miscuglio di lineamenti che ricorderanno noi e quello che eravamo prima di scambiarci ogni cosa.
Non stravolgerai la mia vita, Libro mio, la renderai solo ancora più interessante di quello che già è.
E allora forse finirò di leggere anche gli altri 20 libri, o forse no, mi basteranno i nostri. Credo.

martedì 3 aprile 2012

FrancesismiDaAscoltareConPiacere

Fortuna che piove, altrimenti avevo pensato di andare a prendere il sole in terrazza.
Fortuna che piove, perchè almeno posso dire di essere metereopatica.
Fortuna che piove così il mio gatto si lava.
Fortuna che piove, così do la colpa a qualcuno della mia malinconia.
Fortuna che poi ieri sera mentre dormivo qualcuno mi scriveva e non so bene che diavolo ho risposto, ma credo abbia funzionato.
E poi fortuna che oggi ho messo su un cd che ho ritrovato dopo molto tempo e lì c'era una canzone.

Anzi la Canzone: Strade di Francia di Silvestri. E allora dai mettila, e allora dai ascoltiamola io e te.
Mettetela anche voi, perchè è una canzone che porta bene.
Se poi la vuoi ascoltare anche tu, si esatto proprio tu, allora si è tutto molto meglio.
Mettila e poi dimmi.

Sto scrivendo cose a caso, perchè non voglio chiudere, perchè le cose chiuse mi fanno oltre che paura anche un po' ansiosità. Si dice? per me, no! Però lo dico comunque. Se tu non vuoi dirlo, non dirlo, fai come ti pare che fa sempre meglio.
Un mio amico mi ha detto che torna, ci vediamo? Si come no. Quando sei qui chiamami, sicuro non ti rispondo. Poi se vuoi anche dirmi ciao, allora va bene. 

E poi scusa, tu che mi guardi con quegli occhi grandi e che sei più o meno vicino alla Francia, mi ci porti?

Mi prendi per mano e mi porti con te, perchè a darsi un appuntamento che speranza c'è?

lunedì 2 aprile 2012

LaStoriaDellaRanaMaggiorenne&DelGirinoNuovo

Ci sono momenti della vita che ti fanno fare degli "stolzi" (cercate il significato su google) allucinogeni.
Tipo:"E' nato Francesco!" a "Mio fratello fa 18 anni" e che cosa gli regali? Un tatuaggio.
E allora ciao.
Ciao a tutti, io sono Susanna e sto cercando di godermi il momento il più possibile perchè da adesso in poi è tutto in discesa.
Oppure in salita, non lo so ancora, sicuramente è tutto di più da adesso in poi.

Poi inciampi in un divano dove quelli più bassi vogliono averti tutta per loro. E allora muori più volte sotto il fuoco amico-nemico e inventi parole ma soprattutto contratti con Sofia per la parola Labirinto.
"Non è Labirinto, Susanna, te misà che non sai parlare, è ABIRINTO!"
E giochi, giochi molto, giochi troppo e giochi fino a quando ti sfiniscono e vogliono provare i tuoi orecchini e mettere la tua maglia Bilù.
E cos'è tutto questo? Che spettacolo è? E' bellezza all'ennesima potenza, dove tuo fratello dai capelli ricci diventa grande e tu sei lì che ti godi la scena come nel migliore cinema gratuito all'aperto.
Non ti commuovi, disegni la torta e fai mille foglietti con la frase che ripeteva da quando era piccolo: "Verso l'infinito e oltre..."
Sogni ad occhi aperti e avrei voluto incamerare tutto per non dimenticarmelo più.
E invece mi dimenticherò è sicuro.
Ti fermi svieni sul letto e Lolli si chiede perchè dormo, a che cosa serve dormire e spieghi che dopo avermi ucciso quelle 12 volte, devo morire bene.
Si ride, ci si diverte con poco, un mazzo di carte e mille domande, la zia che inventa Vongolo, e noi che stiam lì.
E la differenza è lampante. La giocosità e l'incredulità di chi non sa star insieme diventa sinonimo di occhiaporcatroia.

Come se non bastasse, la mia tuta, il mio viaggio in macchina e la Tua telefonata nel mezzo del pranzo delle sei e mezza c'è l'annuncio di un girino nuovo.
Del Girino che diventerà Salmone e poi chissà quale altra trasformazione, c'è bisogno di un divano più grande, io già so. C'è bisogno di un sorriso, e di non divertirsi di meno, ma sempre di più.

E le cose cambiano, noi diventiamo sempre di più e io già so che Vi sarebbe piaciuta una giornata così, che tutto questo è stato possibile, grazie a voi e a noi.
"E poi Susi, quegli occhi lì, si vede proprio."
"Cosa?"
"Si vede proprio che ci guarda da lì."

La storia della Rana Maggiorenne e del GirinoNuovo è questa qui. Un fratello oramaigrande e un GirinoMimino nuovo.
E' una storia Molto yeah e molto bella, chevelodicoaffare.