domenica 30 settembre 2012

Domani è arrivato.

Alcuni momenti non sono raccontabili nè spiegabili.
L'emozioni non rimangono impresse su di un foglio, in un video, in una foto. 
Siamo ricoperti di tecnologia e ci dimentichiamo delle sensazioni.
Scattiamo foto a random e ci spiaccichiamo su facebook, dimenticandoci di noi, di quello che si prova il giorno prima di un traguardo.

Son giorni intensi, problematici e preoccupanti, questi. 
Son giorni di mal di stomaco, di facce preoccupate, di occhi lucidi e di cervello intrecciato.

Volevo evitare di incontrare gente, ho mandato messaggi, scritto mail e telefonato per evitare incontri nelle 24 ore precedenti. 
E invece il destino mi ha fregato, mi ha guardato ben bene dentro e mi ha costretto a confrontarmi.

9 anni che non ci siamo più visti e in meno di un'ora guardo ogni cosa dal di fuori.
Siam belli, siam famiglia più di quanto uno possa credere.
Siam lì, pronti a festeggiare, a farci forza e a chiedere e donare aiuto, al primo ginocchio sbucciato.

Ci son situazioni che meritano di essere chiamate coincidenze, perchè quelle sono.

Continuo a pensare di prendere e partire verso la Francia.
I segnali ci son tutti, il karma suggerisce a gran voce. 
Continuo a pensarci e poi mi chiedo: ma tutto questo? Tutta quella bella gente lì, che già da sta sera starà con  il cuore in mano, dove la ritrovo?
Come posso affrontare cambiamenti così grandi, senza aver la possibilità di sentirli?
Qualcuno dice: beh ma il pc, il telefono, c'è tutto no? E questi posti non te li toglie nessuno, la Tua Città rimane Tua.
Sarà così?

L'unico modo, per trovar risposte a tutte queste domande è partire per sperimentare, per sognare e per vivere.
Quando tornerò, mi risponderò.
Ciao.
Domani è arrivato, è già lì.

mercoledì 26 settembre 2012

Arriva lunedì, forse.

Metti che lunedì è quasi arrivato.
Metti che di buone notizie ne arrivano a palate (sono ironica).
Metti poi che io son stufa.
Metti che oggi pomeriggio sono andata a far ripetizioni e son fuggita via di corsa.
Metti che son stanca.
Metti poi che ho scritto il mio annuncio di lavoro serale e nei weekend come babysitter.
Metti che la mia tensione è andata a puttane quando sento che le rotture di coglioni non finiscono mai.
Che bello.
Mi avevano detto che è un giorno speciale, un traguardo, bisogna far festa.
Io non ho voglia già in partenza di far festa.
Figuriamoci.
Evviva.
Che la festa sia con me.

martedì 18 settembre 2012

Ci sentiamo Lunedì!

E' successo che quel giorno lì sembra arrivare.
E' successo che oltre al cavallo alato sul dito, ho anche un omuncolo che mi protegge, almeno così dice il nome.
E' successo che è lunedì 1 ottobre, quindi pensatemi.
E' successo che sono felice, con un mal di pancia atroce e il senso di vomito impellente.
Ma succederà e diavolo se succederà.
E' successo che non mi interessa il voto, nè la faccia da cazzo di quella persona lì, voglio solo godermi il momento e tutta l'ansia che mi viene e verrà.
Mi eclisso per un po' credo, o forse no.
Non lo so
Fleur si laurea e io voglio godermi ogni singolo momento.

venerdì 14 settembre 2012

ProblemSolving LessionNumberOne

- è da un po' che conosco solo persone che si chiamano Alessandro\a. Come devo fare per capirne il motivo?
- trombati un Alessandro qualsiasi.

c'est la vie.

(ho riassunto la mia parte. Sappilo, interlocutore curioso.)

mercoledì 12 settembre 2012

L'ansia delle 21

M'è venuta l'ansia da 21. E' ufficiale.
Continuo a guardare l'orologio pensando a quante ore,minuti mancano alle 21.
Perchè?
Perchè quella puttanata inculcata dai miei quand'ero piccola, ritorna.
Mi ripetevano: "alle ventuno si va a dormire se no domani non ti svegli e domani devi andare a scuola.".
Come se la performance dipenda da quante ore dormi, invece che da quanto sei preparata o da quanto sei concentrata.

E' l'ansia delle 21 che ritorna ogni sera, prima di un giorno importante.
Prima che mi metto alla prova.
Prima che devo dimostrare a qualcuno che io valgo.

E' difficile fare i genitori, soprattutto quando non hai avuto buoni esempi.
Riesco a sentire l'ansia di mio padre già da come suona il telefono. Siamo empaticamente uniti, sono il suo prolungamento, sento le sue vibrazioni, sento il suo umore anche se non ci vediamo per due giorni, anche se dormiamo a 5 metri distanza e non ci vediamo.

Che schifo.
L'ansia da prestazione mi fa schifo, non devo dimostrare niente a nessuno, se non a me stessa.
E io so già quanto valgo.
Quella roba lì, ti mette tanta ansia che poi la prestazione fa schifo perchè tu sei concentrata a tenere a bada l'ansia e non  nel far bene la tua prestazione.

Echetelodicoaffare quanto schifo mi fa e quanto mi fa incazzare quando non riesco a distogliere gli occhi dall'orologio.

Echetelodicoaffare che c'è sempre qualcuno che deve rovinare i piani e distruggere con un commento qualsiasi tutta la mia fatica. Non si può dire: "è un po' povera questa parte." dopo un anno.

E se proprio vogliamo dire, mi fa schifo anche il fatto che un complimento, per il culo che mi sono fatta, non l'ho sentito.
Perchè è vero che uno può adagiarsi sugli allori, ma vaffanculo te e la tua presunzione.

Mi son rotta le palle, sa?
Mi sono stra rotta qualsiasi cosa possa rotolare in mio possesso.
Sono stanca di dover essere sempre io quella che sbaglia e se per una volta siete voi?

Io non ho intenzione di mollare adesso, ma alle 21 mancano 20 minuti e io ancora devo farmi la doccia, quindi vado a rilassarmi e quando vorrò dormirò.

ConversazioniCheRendonoL'idea

- Ti volevo dire che hai dello zucchero sparso per la faccia.
- Non è vero, non mangio zucchero bianco nè bruciato che sembra di canna.
- Perchè?
- Per i dipendenti degli zuccherifici.
- Sei in protesta con loro?
- No. Cerco di farli chiudere.

- Perchè?
- Perchè uno di loro mi sta sul cazzo.
- Ah. Quindi, tu per uno ne mandi a casa mille?
- Si.
- Ricordami di non litigare mai con te, e che non lo facciano anche tutti gli altri della mia categoria.
- Sarà fatto.

- Ti volevo dire che hai della pizza sparsa per la faccia.
- Non ho mangiato pizza!
- Era per vedere se ti stavano sul cazzo anche i pizzaioli, sai com'è giusto per avere idea di quali lavori fare e quali no.

- Ti ho mai detto che ti amo?
- No. Ma non male come prima dichiarazione.
- Ti aspettavi qualcosa di più romantico?
- No. Non me l'aspettavo proprio.
- Effettivamente, io sono innamorata di un altro.

- Effettivamente tu t'innamori troppo spesso e per motivi troppo futili.
- Ah già, effettivamente hai ragione. Ma sai, io m'innamoro con poco. Il casino è amare veramente.
- Perle di saggezza, oggi?
- No, risultato della lettura della mano al pc.
- Scusa?

- Ieri sera, io e la G. ci siamo fatte leggere la mano al pc.
- Ma come al pc?
- Si, tu mettevi la mano sopra un lampione colorato di azzurro, gli davi un euro, e lui in cambio ti dava un foglio con scritto cosa dice il mio inconscio.
- e cosa dice?
- non mi ricordo. Ma la cosa che m'ha fatto ridere molto è stata la scritta sotto: "Attenzione valido per 4 settimane. Se questo non è il tuo momento migliore, buona fortuna per la prossima volta!"
- S'è parato il culo! 
- Già, furbo. Marketing.

- Già.
- Poi non so perchè ma l'ultima frase della mia amica è stata: non ci sono, che quella lì, deve pucciare il pippo al moroso e non può farlo il giovedì. 
- Pucciare rende l'idea. Un po' come la scarpetta con il sugo al ragù della nonna.
- Esatto.

- Scriverai la conversazione sul blog?
- Esatto.
- Anche il termine pucciare?
- Esatto.
- Povera la tua amica.
- Esatto.



domenica 2 settembre 2012

Momenti Rubati

"Succede" è una parola bella.

Talmente bella che la uso spesso, perchè le cose succedono e se succedono vuol dire che sono importanti.

Succede che la legge d'attrazione esiste.

Ed esiste talmente tanto che mi sono ritrovata ad andare ad un matrimonio, credendo di non conoscere nessuno e invece tre quarti degli invitati sono amici.
E allora prendo la rosa che mi hai regalato e vado via.
Vado via con  il fiore in mano, furtiva, non voglio disturbare.
Rubo uno scatto, rubo un momento bello, lo tengo negli occhi per i momenti di crisi.
Stringo al dito l'anello che nonna mi ha regalato, mi da forza.

Gli occhi fini dei fini palati si accorgono e in silenzio commentano, con la loro ironia triste.
Inebriati dal profumo floreale dei capelli, stanno in silenzio a combattere contro la loro lingua.
Qualcuno mi ha detto che prima o poi si paga tutto, che sia la loro volta?
A conti fatti, forse vali meno di quello che appari, un altro sposo che se la prende con me per le sue scelte idiote.

Ecchecivuoifare, io so esser diversa!
Mi viene in mente una canzone, che dice: "E' una bella ragazza, mi versava da bere e tu così lontana non c'eri più...(peccato che siamo sposati da poco, aggiungerei).
Ne ho contanti-incontrati 4, quanti ancora?

E allora tengo il fiore in mano, mi addolcisco l'olfatto con il suo odore e torno a casa passando per posti che frequentavo con noi.

Trequarti d'ora di cerimonia e la parola Giacomo è stata ripetuta ben 45milavolte da preti, mogli, mariti e sposi con promesse annesse.

Cosa sono le promesse?
Quelle cose che si dicono in queste circostanze: prendi questo anello etc, prometto di amarti etc, hai presente?

Con la promessa che si son scambiati anche tu sei volato via, un po' come le parole. (verba volant, giusto?!).

E' successo che ogni palloncino ha preso una mia speranza, se l'è legata al cordoncino e son volati via insieme, altrove. Gli ho detto ciao.
Se dovessi rivederli, prendili, leggili e salutali anche tu, non torneranno.

E' successo che io tanta emozione battere dentro di me, non la sentivo da molto.
L'aver lasciato tutto sul tavolo e l'aver lasciato un paio d'occhi stanchi sul divano è stata la scelta giusta, sembra.
Sposatevi, fatemi sognare guardandovi. 
Grazie.