lunedì 19 novembre 2012

In un viaggio le pinne servono sempre.

Prendi una busta, ricevi un regalo e lo scarti dopo un mese.
Prendi poi che alle 3:00 ti arriva un messaggio con una foto di uno scricciolo con tanti capelli neri e tu ti alzi e prepari la borsa e poi ti commuovi.
Piangi molto, per gioia.
Perchè quell'affarino che è cresciuto nella pancia, che hai visto muoversi è lì affacciato al mondo.
Siamo diventati grandi, eh.

Prendi che poi parti e mentre prendi una pizzetta bianca, ti ritrovi i tuoi amici fuori, da un pulmino che ti aspettano.
Due giorni che non riuscivano a finire.
Non si stampano l'emozioni su una foto e nemmeno in una riga qualunque di un qualunque blog.

Gente che sta insieme per farti stare insieme.
Che si addormenta su di un divano e ti costringe a dormire nella posizione più scomoda pur di stare insieme.
L'idea di famiglia, l'idea che insieme è meglio.
E poi vuoi mettere tutta l'ospitalità, la genialità, lo stare insieme?

Ricordi offuscati, la mia poca delicatezza, il sonno e un gomito che ha trovato puntato tra le costole.
Avevo ragione, conoscere le proprie radici, significa essere persone migliori e turisti consapevoli.
Avevo ragione, il mio sesto senso non sbaglia.



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