domenica 11 novembre 2012

ViaDellaFelicità,Grazie

Appena la tenda della doccia si chiuse dietro di lei, il corpo si denudò di tutta la stanchezza della settimana. Era il suo bagno, il suo accappatoio e il suo sapone, l'abitudine più difficile da toglierle. Era il momento in cui esistevano solo lei e i suoi pensieri. 

Fleur era così, sorrideva alla gente quando incrociava i loro sguardi, rideva in faccia alla vita ma appena entrava in quell'appartamento si trasformava. 
Chiudeva fuori il buonismo e cercava la rabbia nascosta da qualche parte. Piangeva e lasciava colare il rimmel sulle guance piene.
Il cappello viola le incorniciava il viso stanco, felice del fine settimana alle porte. 

"Troppo tutto sopra le mie spalle", si ripeteva mentre si insaponava i capelli e strofinava per togliersi quella negatività. 
Il sale era già colato sulle spalle e lo shampoo faceva da cornice a quel momento.
L'acqua scorreva tiepida e il corpo scivolava sotto il sapone dal profumo di menta, quell'odore l'avrebbe riconosciuto tra mille, dipingeva i momenti più dolci.

Un hotel, un abbraccio sotto l'acqua bollente e il profumo di menta. Quattro anni passati eppure sembra ieri quando abbracciati ci siamo addormentati e svegliati più stanchi di prima.

Uscì profumata, in un bagno di vapore, in mezz'ora di doccia sfanculava anche i suoi principi ambientalisti, era l'unico momento di raccoglimento e niente l'avrebbe potuta fermare.
In meno di mezz'ora aveva indossato la sua camicia nera, i pantaloni e la scarpa con il tacco.
Perfetta nella sua collana rossa. Il rossetto le incorniciava le labbra e gli occhi avevano ripreso la loro forma felice.
Sorrideva di nuovo, Fleur. Si piaceva, finalmente.

Il taxi l'aspettava e cercava di corre sulle scarpe migliori che aveva. 

- Dove la porto, Signorina?
- Via della Felicità, grazie.

Mentre scende, Fleur nota una sagoma dietro all'albero.
Guarda l'orologio ed era tardi, come sempre ultimamente, la regina della puntualità stava facendo amicizia con il ritardo cronico. Evviva! Pensava.

Un messaggio sul suo cellulare: "Sei tu lì?", era l'uomo che il giorno prima le aveva rubato lo sguardo. 
Interdetta, risponde ad alta voce: Si.

L'ombra si fa nitida e l'uomo con i baffi, decide di accompagnarla per il tragitto. 
In silenzio i due camminano uno affianco all'altro.
L'uomo incalzò: "Venga a bere qualcosa con me. Le offrirò un bicchiere di vino e le prometto tranquillità, poi la riporto alla sua cena."
Fleur annuì, ne aveva bisogno, cercava da tempo incontri momentanei, le amiche avrebbero capito.

Il suo appuntamento con la cena, con la chiamata e il messaggio vennero dimenticati. 
Bevevano vino loro due, seduti ad un tavolo in mezzo ad una piazza, la luna a fargli compagnia e il sorriso facile.

- Beh, potresti anche sbottonarti un po' di più.
- E' freddo, ragazza. E' freddo.
- Non parlo della giacca, ragazzo.
- Allora si, posso farlo.

Ridevano e immaginavano le conversazioni della coppietta due tavoli poco più in là.
Fleur dimenticò i pensieri, spense il cellulare e si lasciò coccolare dallo straniero con i baffi.

Passarono davanti al ristorante, il tavolo era pieno di amiche, una di loro indica Fleur con il dito, lei si gira, saluta e disegna sul suo viso con un gesto un paio di baffi, ridevano tutte e quattro. Sapevano il motivo del ritardo. 
L'Uomo prese il braccio di Fleur e passeggiarono. Lui parlava e lei non s'era sentita così bene da un po', tanto che la riportò a casa e li se la baciò. 




2 commenti:

  1. Non hai mica copiato Moccia o quell'altra cosa li 50 sfumature di grigio Zuzy? -.-

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    1. Non ho letto nessuno dei due. Questo è il risultato di una serata con vino buono e amici incontrati per sbaglio.

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