sabato 28 dicembre 2013

Perchè non ti focalizzi sul lavoro?

Momenti. Giornate passate a contare le briciole su di un piatto, aspettando bene cosa non si sa.
Momenti. Occhi che si specchiano su di un piatto pieno d'olio e noi due seduti su una macchina a chiederci che diavolo stiamo facendo.
Momenti. Il viso avvolto dal piumone, i piedi caldi accartocciati e la punta del naso gelida. 
Momenti che non son tornati, che non ho colto. E' stato meglio così, mi ripeto.
Capire che dopo tutto, la solitudine è amica, quindi se ho lei non sono più sola.
Crisi, crisi ovunque.
Dentro l'acquario, il cervello, fuori dal pigiama e dentro l'ombrello.
Sole e poi ancora pioggia e poi ancora sole per asciugar la pioggia.
Tu che mi racconti di lei, di quanto sta male e io che non so cosa fare. Ascoltarti? Non lo so. Interessarmi? Perchè?
Eppure mi sento in colpa.
Per cosa poi? Perchè sto bene? Non credo ne valga la pena.
Ho le scarpe da aggiustare, una pancia da appiattire e i desideri da realizzare.
Il giornale che tanto mi piace sta mattina cominciava così: "Fa che sia un anno da ricordare" Ecchetelodicoaffare. Il 2014 dovrà esser da ricordare. 
Lo dice pure Rob e poi anche quell'altro che non mi ricordo il nome, ma dice che vedrò i frutti del tanto lavorare.
Io ci credo, perchè a rimanerci delusi si fa sempre in tempo, meglio rimaner sereni.
La mia vita è fatta di menzogne, di finzioni.
Fingo sorrisi, parlo di argomenti inutili e alieno la mia creatività per non so bene cosa.

Sii creativa ma razionale, sii novità ma con moderazione, sii originale ma non troppo.
Allora? Che devo fare? Rimpiangere quel mondo.
Io son fatta per stare in mezzo agli eventi, per star seduta aldilà del palco, dietro al tendaggio rosso. Io organizzo non sono l'organizzata. Questo è chiaro.
Sto bene in una situazione come quella di ieri sera, dove la gente entra curiosa ed esce battendo le mani.
Chissà che la consapevolezza con cui mi sono addormentata ieri sia di buon auspico, sia la realtà, sia la conquista.
Lo so che scrivo poco, lo so che non vi diverto più come un tempo, abbiate pazienza.
Mi sto assestando e sto tornando. E' una promessa o una minaccia. Fate voi.
Ciao.

domenica 8 dicembre 2013

L'esondazione dell'Aniene

Quando con fare convincente mi battevo per aver tutto sotto controllo, era inclusa anche la mia di vita, non solo quella degli altri. 
Mi pareva chiaro.
Fondamentale diventa, alla luce di questo mese stravolgente, evitare di dar cose per scontato! Ecco.

Passeggiavo per le vie di Pesaro, a testa bassa, con il rossetto rosso, il tuo profumo addosso alla mia sciarpa e i tacchi.
Camminavo dritta, senza guardare o ascoltare con gli occhi lucidi di freddo, le guance rosse e per venti secondi ho sperato di incontrarti. 
Riflettere guardando il mare m'ha rinsavito. 
Ho gli occhi stanchi di controllo. 
Cercarti tra la folla non voglio più, stiracchiare gli occhi e smettere di pensare che l'amore fosse così semplice sarebbe il regalo più bello per Natale.

Ad ogni passo deciso e rumoroso la giovane donna che porto in grembo s'accorgeva di quanto ora non vali più niente.
La foto dell'amore, quella appesa all'ingresso per capirci, ha perso la sua tridimensionalità. Quando la guardi non esce più nulla, non buca più gli occhi dell'osservatore. E' lì piatta. 
Una bella foto, bei sorrisi, ma rimane muta.
Non c'è più nessuno che entrando dice: "Oh, ma chi l'ha fatta? Che roba bella è?" 
Visto, amor? Il tuo desiderio s'è avverato. Le tue parole son diventate realtà, ed io che pensavo non avessi ragione.

Torno a casa la sera e non ho tempo per noi due, la rabbia che avevo addosso si sta sciogliendo e stiamo diventiamo un bel ricordo fatto di delusione. 
Il tuo contorno puzza di stantio e il sorriso torna a guardarmi.
Due mesi, forse qualcosa di più o di meno, non conto più il tempo. 

Io so che tornerai, con gli occhi blu e la solita faccia. Non vedo l'ora, di riuscir a ber un bicchier di buon vino e raccontar, salutarsi e rider di cazzate come sempre.
Un giorno tornerà la calma. Ce la faremo, prima o poi. Ne son certa.
Riservo anche la colonna sonora, per noi due.








mercoledì 13 novembre 2013

La testa va

Uno pensa di essere arrivato, di potersi godere un po' del meritato riposo.
Non è così, fidatevi.
Poter vivere senza dover continuamente dimostrare qualcosa a qualcuno, la semplicità  di essere accettati (non nel senso del tagliato, sia chiaro eh.) per quello che si fa, per ciò che si è.
Utopia. Semplicemente.
Si deve sempre star lì a confermare la scelta. A dire beh, guarda un po' quanto valgo?
E dover poi sentirsi male per un niente.
Oggi è arrivato un sms. Quell'esseemmeesse, quello che dice che posso andar a prendere l'ultimo stipendio, insomma è il momento di chiudere.
Dovrei essere felice, sto sbattendo contro le sbarre urlando: "forza spicciati, sii felice!Dai!"

Ho parlato al passato senza problemi, poi ho detto di Giacomo.
Della lunga storia d'amore terminata nel giro di un mese. Cioè che io me so accorta, la storia era già finita da un po'.

Poi, ho osservato il silenzio.
Mi sono abbandonata a parole, risatine che per la prima volta dopo una paio di settimane, mi hanno riscaldato il cuore.
Ho mangiato sola, ascoltato discorsi e risposto a domande solo quando mi venivano rivolte direttamente.
Ho smuscinato tra i pensieri, mescolati e lasciato che i miei occhi facessero l'amore con il passato. T'ho sognato ad occhi aperti e vorrei facessi qualcosa, adesso.
C'ho il cuore libero. C'ho.

Adesso che lì ho terminato e qui ho finito l'entusiasmo, fai qualcosa.
Rimandami quel bacio, riguardami con quegli occhi e riprendimi la mano, perchè manchi.
Che poi non so se manchi, so che il pensiero pensa e la testa va.


lunedì 28 ottobre 2013

Solo roba mia

Sai cosa succede al tramonto?
Le pupille si espandono per mettere a fuoco ogni dettaglio e catturare più luce possibile.
E' arrivata la notizia.
Comincio presto.
Ho un sacco di persone che mi vogliono bene e me ne accorgo adesso, o meglio in queste occasioni.
Quando mi chiedono diecimilavolte come sto, quando comincio, quando vado a trovarli.
Ecco.
Ho passeggiato per le colline riminesi e con il groppo alla gola ho provato a raggiungerti.
E per il resto, vabbè.
Lo tengo per me, questa volta è solo roba mia.
Scusatemi.

venerdì 25 ottobre 2013

Ho bisogno

Che cosa succederà a noi due?
E' la domanda che mi assilla da circa un mese.

Non gli trovo risposta.
Mi stanno dando il tempo per sistemare, inscatolare e ripulire ogni situazione che in questi sette mesi mi hanno travolto, dovrò dire grazie?
Ho sistemato i pensieri, i visi che ho incontrato e le belle frasi ricevute.
Adesso basta, fatemi cominciare a vivere la mia vita.

Sono in attesa e questa saletta me la sto arredando.
Aspetto di cominciare il lavoro nuovo, attendo la firma, poi l'amore, e aspetto anche di sapere quello che succederà.
In questa sala c'ho portato tutti i pezzetti del mio cuore distrutto, la delusione che oramai ha germoliato e dato i suoi frutti, il mio sorriso storto, la nostra foto rotta in mille pezzetti e la cornice che dovevo regalarti.

Ho bisogno di un abbraccio, di essere coccolata da qualcuno di nuovo.
Ho bisogno di uscire da questa stanza e andarmene.
Ho bisogno.

giovedì 24 ottobre 2013

"La radio trasmetterà la canzone che ho pensato per Te..."

Avevo un sacco di idee prima di sedermi sulla scrivania.
Ho lo smalto rosso, ti piace? 

E' finita, bambini.
La storia dell'amore che vince su tutto è in dirittura d'arrivo.
Dopo lo telefonata di oggi, direi che possiamo ritenerci alla penultima fermata.
Il capolinea cosa ci riserverà? Chi lo sa!
Suspance.
Per la prima volta nella mia vita non voglio controllare. Ti lascio andare, ragazzo.
Sorprendimi!

Son cambiate talmente tante cose che ho paura di cominciare il nuovo lavoro.
Sto studiando, come prima di un esame, per arrivare tranquilla e serena.
Chissà cosa mi riserverà questa nuova avventura. Speriamo soddisfazioni.
Spero di recuperare in me quella fiducia che tutti leggono nel mio sguardo. 
Mi guardo fisso gli occhi allo specchio? Provo?

Abbiamo riflettuto sul bisogno che ci spinge ad incastrarci in situazioni autolesioniste. 
Il nostro conscio ha bisogno di masochismo, insomma.
La conclusione, dopo circa due pagine di disegni, è stato che Giacomo è il mio Alter Ego. L'innamoramento era il bisogno di arrivare lì, d'esser come lui.

Questo significa che adesso che l'incantesimo s'è rotto, sono arrivata?
Cioè io voglio diventare una lavoratrice fidanzata (non si può dir felicemente.) che nel tempo libero temporeggia con una donzella a due ore da qui?
Mi par brutto.
Non credo sia tanto elegante, poi.

lunedì 21 ottobre 2013

Il Mio Momento

- Tutto bene signorina?
- Si grazie.
- Ed è anche una scrittrice?
- No, io no, guardo soltanto.
- Chissà perchè ma le persone con gli occhi azzurri sono sempre quelle più pensanti.
- Sto solo cercando di dimenticare e questo posto sembra non volere.
- Mi posso sedere?
- Prego.
- Starò qui in silenzio a bere un caffè, lei mi ricorda mia figlia. Lei ha gli occhi che ammaliano.

In silenzio, seduta con uno sconosciuto ho passato circa un paio d'ore del mio tempo, della mia vacanza.
In quel momento sembrava tutto fermarsi, abbiamo chiacchierato, riso. 
E io ho smesso di pensarti. Finalmente, adesso mi accorgo che ho passato del tempo lontano da quel cellulare, dal nostro pensiero e dall'assurdità di tutta questa situazione.
Bella.
Volevo un cappello, non l'ho trovato.
Magia, interrotta da bicchieri di vino.
Letti disfatti e cuori dal respiro affannoso, momenti lenti.

martedì 15 ottobre 2013

Cambiamenti

I cambiamenti sono belli. Avvincenti, indispensabili. 
Quelli degli altri.
I miei, ehmm, beh...i miei, mi fanno paura.

Chiudere un portone è più difficile di scavare una buca.
Soprattutto se chiudo il tuo.

Noi staremo insieme, credo. 
Forse nella prossima vita. 
Per adesso costruisco me stessa.
Ecco.

martedì 8 ottobre 2013

"Ricordati bene che il desiderio che hai nel cuore é giá per metà realizzato."

- "Ancora qua sei?"
- "Tra poco vado a casa. Aspetto le nove."
- "Perchè?"
- "Ho bisogno."
- "Quegli occhi. S'innamorano le persone. Lo sai si?"
- "Non tutte. Perchè l'unica persona che avrei voluto qui fuori ad aspettarmi, m'ha deluso?"
- "Guardati attorno, queste non ti bastano? Forse non t'ha guardato bene dritto negli occhi."

Tutto si ferma, per trenta secondi.
L'aria si calma e tu compari dietro la porta, faccio finta di niente.
Provo a far capire il mio-suo ruolo e poi m'abbandono allo spettacolo.

Silenziosa, in continua trepidazione mi sento abbracciare i fianchi e il rumore si ovatta.
Una camicia bianca, la presa sicura, mi sciolgo nel tuo sguardo e arrossisco.
E mentre saluti tutti, aspetto il mio, quello personale, appoggio la testa.

- "Mi piacciono di più così i capelli."
- "Ah lo so. Ma me ne vado."
- "Son più scuri di quelli che avevi prima?"
- "Si e vado via."
- "Si ma son più scuri."
- "Si ma vado via.
- "Ho capito. Vado."

Il solito gesto, nel solito momento.
Si, mi sei mancato.
Ebbasta, non c'è niente da dire nè da fare.
C'è solo da guardarsi. Normalità, l'abbiamo fatto per tutto questo tempo, dopotutto.

L'uomo a righe mi distrae, mi distoglie lo sguardo e tu voli via.

In silenzio vado a casa, mentre il mondo festeggia.
Cellulare che non suona, la tua bottiglia che si stappa, il mio NonSoCosa che continua a temporeggiare, il mondo si ferma, io m'accascio.

I cambiamenti mi fanno paura e per adesso sono a posto così.
Mi sono addormentata sperando in una tua parola e mi sono svegliata con la certezza che m'hai cercato.
Arrivederci frase non detta.
Mi tengo addosso i ricordi e le mani con il ghiaccio, sperando che un giorno, chissà.
Ciao.

domenica 29 settembre 2013

Adesso basta. Però.

Parlarne non dimezzerà la rabbia.
Ne tanto meno riuscirò a sentirmi meglio.
Hai presente quando ti schiacci un dito tra la porta senza nemmeno accorgertene?
L'unica domanda che ti passa per la testa è: come cavolo ho fatto?!

L'Amore è una stronzata.
E' la solitudine che ti fa sperare, nient'altro.
Quel sentimento che ti fa fare cose pazze, che ti libera mille farfalle nello stomaco è un'invenzione cinematografica, per fregarmi.

Sono allo step: il mondo ce l'ha con  me e tu, brutto idiota, sventoli la bandiera della repubblica dei pezzi di m***a. Noto con piacere che t'hanno eletto primo cittadino! Complimenti!

Vorrei fossi una cimice e io avessi l'antibestia più potente per ucciderti.
Dal 2009 al 2013.

Cosa ho fatto, io di male?
No dico, non avessi mai chiesto qual'era il problema, se ci fosse una donnina.
Credo avrei giustificato, dopo tutto io...
Ma esser presa spudoratamente per i fondelli così, è troppo.
Tutto troppo.

Ho la nausea, mi viene da vomitare ogni volta che qualcuno mi parla d'amore.
Il mio luogo di lavoro è pieno di ferraresi da una settimana.
Oggi abbiamo addirittura pranzato insieme. Perchè?

Ma la beffa più  grossa è  il non avere una giustificazione, un motivo a cui aggrapparsi.
Ti chiedo spiegazioni e ottengo un "ok", "Scusa", oggi era un: "vorrei farti stare meglio.".
Sparisci, vola via, datti fuoco, fai qualcosa così che io possa avere delle prove tangibili che la tua esistenza sia servita a qualcosa.
Cibo per uccelli?
Fertilizzante per terreni? Non so, vedi tu.

Mi vien solo da augurarti talmente tanta sofferenza che nemmeno Diolassù sa, ma poi penso che se mi ritorna indietro potrebbe essere autodichiarazione di morte.

Ho l'istinto di farti pagare ogni minuto, ogni lacrima, ogni viaggio a Ferrara a vuoto, ogni telefonata, ogni progetto, ogni "ce la faremo a stare insieme.", ma mi trattengo a forza.

La tua stupidità e la tua poca chiarezza, non t'è d'aiuto.

Non so mica se leggi questo blog, ma se così fosse, sappi che se domani mi sveglierò male, o se qualcosa andrà storto, tu pagherai.
Anche fosse una cosa che con te non centra nulla.
Io ho deciso che tu, sarai l'eletto che pagherà la prima cosa che andrà male!
Hai vinto! Ye!

Quale strana forza dell'universo ha deciso di incagliarsi sulla mia rotta? Mh quale?
Cosa devo pagare ancora?
Ho finito?
Adesso basta, no?



giovedì 26 settembre 2013

Domande e frasi fatte

Ci sono dei momenti che dico: "yeah!Soffortechettelodicoaffare", altri che pur di provare meno dolore, sbatterei il mignolo del piede nel primo spigolo a disposizione.

Le more sono buone, sai?

La vita è molto ironica e spesso mi fa scherzi talmente grandi da minare l'equilibrio.

Passo cinque anni ad aspettare questo momento, poi, a meno di un mese lo brucio.
Inconsapevolmente, l'ho messo a bagno nella benzina e gli ho dato fuoco.
Apposto.
Il sipario si chiude e partono gli applausi. 
Il pubblico è in delirio. Vuole il bis! 
Gli artisti si prendono un momento di riflessione.

Vuoi aggiungere altro?
Io no.
"...zzo ne so?", rispondo.

Parole sprecate, lacrime versate e dolori al braccio. Il tutto per due parole non dette.

La vita è ironica, e non so come comportarmi.
Sia chiaro che non si tratta di frasi fatte, come: "Le mezze stagioni non ci sono più", "Si stava meglio quando si stava peggio", è che proprio non lo so!
Ma la cosa più eccitante è che non mi verrà in mente a breve.

Devo smettere di crederci? T'aspetto ancora qua? Dimmi qual'è la soluzione migliore.
Se stare in silenzio, chiederti aiuto e dirti quello che mi passa per il cervello è la soluzione migliore,ok. Lo faccio. Ma dimmelo.

Io organizzo la vita degli altri, mica la mia. 
Mi spavento per prendere un appuntamento non lavorativo, figurati se so dirti cosa farò domani, con te.

Il problema è che intanto mi sono innamorata, e il tuo stomaco l'ha sentito, s'è annodato.
S'è chiuso e prima che ti faccia la guerra, domandati. 
Fai i tuoi conti, ma non con la calcolatrice, siediti e parlati!
Vogliati bene, diceva l'uomo.

Io sono felice di sapere, sono un po' meno contenta di non aver mai ascoltato me stessa.
O forse mi sono ascoltata e ho tirato dritto perchè la parte più forte, è quella dell'amore?
Chediavolonnesò.

Sta di fatto che stiamo così.
Il tuo parlare al plurale dopo le due foto, m'ha fatto ridere.
Bellammmerda. 
Sapere che hai una vita normale, m'ha rassicurato.

Organizzo matrimoni.
Non ridere eh, che t'ho visto.
Coppie felici che coronano il loro sogno, in teoria.

In pratica, il mio cinismo gioca a nascondino con gli occhioni da cerbiatto, che sbattono e vendono il GiornoPerfettoConfettatoESpuffacchioso.

In giornate come queste sarebbe intelligente uscire, passeggiare, andare al mare, sognare, leggere un libro, e invece? 
NO!

Passo le ore a guardare lo schermo, fisso me stessa e mi chiedo: ma io qui, come cacchio ci sono finita?!?


lunedì 23 settembre 2013

In silenzio

In silenzio ho compilato un modulo, dico.
In silenzio ho vinto un premio letterario, in un paesino vicino alla tua città.
In silenzio mi sono chiesta un sacco di volte come mai in tutto questo tempo ti fossi accontentato.
Ma sai, credo che le cose belle possono essere dimenticate.
Poi decido di fare una prova, aggiungo persone a caso.
In quel paesino, lì vicino conosco chi ti conosce e mi racconta.
Rimango in silenzio ed ascolto.
Attonita.
Gli occhi si allargano e tu sembri prendere forma mentre lui racconta.
In silenzio mi assalgono i dubbi.
In silenzio vedo foto e leggo cose che mi ammazzano dentro.
In silenzio io t'ho amato, sperando che un giorno saresti venuto.
Il giorno 23 mi ha sempre portato un po' di problemi, un po' di energie negative, diciamo.
Una vita di 7 mesi vissuta in quinta, dura, ma mi piace.
Rilassarsi non fa parte di me, immaginarti si.
Pensavo fossi uno che non ha spina dorsale, pensavo bene, dico.
Dolori alla schiena, sorrisi smorzati, occhi giganti umidi.
Ancora cazzate.
In silenzio cerco il sonno.
In silenzio verso lacrime.
In silenzio.
Spero tu possa pagare tutto quello che mi hai fatto passare.
In silenzio ho sperato di vederti all'uscita del lavoro, questa sera, a chiedermi scusa.
In silenzio ti sto augurando molto dolore.
In silenzio, ciao.

martedì 17 settembre 2013

Che confusione!

Non scrivo più, non ce la faccio.
Eppure ci penso, avrei voglia, ma il mio riflesso sullo schermo del pc, mi ricorda che forse potrei fare altro.
Così rimando, procrastino fino a sentirmi male e coronare così il mio sogno da DonnaCheLavora: abbandonandomi sul letto distrutta.
Yeah! Io si che sono figa! Bah!

C'è confusione attorno a me.

Niente di definito, niente di certo, e se da un lato questo mi conforta dall'altro sento la terra mancarmi sotto i piedi.

Visito siti di lavoro, mentre il lavoro che faccio mi piace. Ciò che m'inquieta è il luogo e la modalità. M'hanno detto che deve fare, è normale.
Non ci credo.

Bevo acqua e sorrido alla gente.
Mi vesto bene, abbino i rossetti alle magliette e mi faccio i capelli rossi.

Rossi come quelli di Ariel, la Sirenetta.
Il cartone animato che ho sempre guardato.
Idiota e stupida visione delle cose disneyana, come se una donna dovesse rinunciare alle proprie gambe e al proprio paese per stare con il principe azzurro, moro e con gli occhioni belli.

Poi la società si lamenta che ci droghiamo...per forza!
Prova tu a spiegare che non c'è bisogno di rinunciare al proprio essere per stare con una persona. Provaci se ci riesci!
Il danno più grosso è che quei cartoni animati se li son pappati anche i maschietti, diglielo tu adesso, che essere mori non implica per forza essere affascinanti, che non basta una camicia slacciata per diventare il sogno erotico (eh si perchè tanto anche Ariel ci pensava a fare all'ammore!) di una donzella.
Prova a vedere se riesci a fargli capire che dire quello che si prova, ogni tanto fa bene, a te e a chi ti sta attorno.
Un po' come smettere di fumare, dopo tutto.

La schifosa realtà è che mi manca il contatto fisico.
Mi manca quella sensazione di non essere sola a letto, di avere qualcuno che ti abbraccia che ti stringe i fianchi e lo fa senza aver bisogno di chiedere e soprattutto in silenzio.
Mi manca un bacio, un messaggio idiota e la sorpresa nel cenare e dire mille cazzate.
Nessun senso, nessuna regola, solo Tu ed io.

Che poi siam sempre lì, questo Tu.
Chicazzo mai sarà sto Tu maledetto.
Appena arrivi come prima punizione per il ritardo, non te la do subito.
Ti meriti d'aspettare quelle 5/6 ore, almeno.
Ecco.

Non sono una gatta morta, non ho la capacità di attirare a me orde di uomini che fanno a spallate per il mio numero di telefono, che si strappano i peli del naso pur di parlarmi.

Io sono la classica "simpatica" del gruppo, l'amica del momento, quella che ti permette d'uscire con gli amici e non fa tante palle, quella che cambia una lampadina da sola e impara a farsi i buchi da sola sul muro per appendere la pergamena di laurea.
Sono quella che guida senza problemi anche all'una di notte per venire da te, basta che ti decidi!

Ci sono donne che nascono gatte morte e poi ci sono io, quella che bene o male s'arrangia.

Beh, care donne, non arrangiatevi, siate gatte morte.
Loro vincono, mentre io vado a dormire in un letto più piccolo per sentirmi meno sola.
Ecco.

giovedì 22 agosto 2013

Toccata là, dove la ferita brucia.

Esci con una ragazza che spende i suoi soldi in libri invece che in vestiti, con una che ha problemi di spazio nell’armadio perché ha troppi volumi. Esci con una ragazza che ha una lista di libri che vuole leggere, che ha la carta della biblioteca da quando aveva dodici anni. Trova una ragazza che legge. Saprai che lo fa perché avrà sempre un libro da finire nella borsa...
È lei, quella che guarda adorante gli scaffali delle librerie; è quella che esulta in silenzio quando trova il libro che voleva. La vedi quella tipa strana che annusa le pagine di un vecchio volume in un negozio di libri usati? Quella è la lettrice. Loro non sanno resistere all’odore delle pagine, specialmente se sono ingiallite e consumate. È lei, la ragazza che legge mentre aspetta in quel bar in fondo alla strada. Persa in un mondo creato dall’autore. Seduta. Potrebbe lanciarti un’occhiataccia, dato che molte ragazze che leggono non amano essere interrotte. Chiedile se il libro le sta piacendo. Offrile un altro caffè. È facile frequentare una ragazza che legge. Regalale libri per il suo compleanno, per Natale e per gli anniversari. Regalale il dono delle parole, con una poesia, con una canzone. Regalale Neruda, Pound, Sexton, Cummings. Falle sapere che capisci che le parole sono fatte d’amore; che capisci che lei conosce la differenza tra i libri e la realtà ma, in ogni modo, cercherà di rendere la propria vita almeno un po’ simile al suo libro preferito. Non sarà colpa tua se lo farà. Deve almeno provarci in qualche modo. Se trovi una ragazza che legge, tienitela stretta. Quando la trovi alle due del mattino stringendo un libro al petto e piangente, falle una tazza di tè e abbracciala. Potresti perderla per un paio d’ore, ma tornerà sempre indietro da te. Parlerà come se i personaggi del libro fossero reali, perché per un po’ lo sono sempre. Le chiederai di sposarla su una mongolfiera. O durante un concerto rock. O molto occasionalmente la prossima volta che si ammalerà. Tramite Skype. Sorriderai così tanto che ti chiederai meravigliato come mai il tuo cuore non sia ancora scoppiato, macchiando di sangue il tuo petto. Scriverai la storia delle vostre vite, avrai figli con nomi assurdi e con gusti ancora più assurdi. Lei presenterà ai tuoi bambini Matilda e Aslan, forse nello stesso giorno. Camminerete insieme attraverso gli inverni della vostra vecchiaia e lei reciterà Keats sottovoce, mentre tu ti scrollerai la neve dagli stivali. Esci con una ragazza che legge perché lo meriti. Meriti una ragazza che può darti una vita più colorata possibile. Se tu a lei puoi dare solo monotonia, ore vuote e mezze proposte, allora è meglio che rimani solo. Ma se desideri il mondo e i mondi che esistono al di là, esci con una ragazza che legge...”

- Rosemarie Urquico

mercoledì 21 agosto 2013

Tredici Agosto DuemilaUndici

T'ho guardato arrivare sdraiata sull'erba.
Seguire ogni sassolino che sollevavi con le tue scarpe.
Seduti sull'erba t'ho lasciato parlare.
Poi m'hai baciato e mi sono abbandonata.

- Mi vuoi bene?
- Parecchio.
- E' stata una giornata di merda.
- Che succede?
- Giornate che ti costringono a pensare e ad aver paura.
- Mi dispiace.
- Prometti che non mi lasci da sola.
- Promesso.

Discussioni e poi infinite coccole.
Canzoni e il cielo che sembrava così in alto.
Tu ed io, insieme. Ancora.

domenica 18 agosto 2013

Che cos'è l'amore?

E' il tuffo al cuore che sento ogni volta che penso a noi due? Non lo so.

Qualche anno fa eri seduto su una di quelle panchine e io non sapevo nulla.
Ti sei tenuto fuori da noi e non m'interessa più il motivo, qualunque esso sia.
La paura che i tuoi occhi non stiano affianco ai miei, mi tiene compagnia come la peggio malattia.

Ma se qualcuno mi dovesse chiedere di descrivere l'amoreSecondoLaSusi, chettelodicoaffare che forse ho la risposta. E per questo penso a noi due.
Un breve riassunto: 250 km di distanza, 5 anni e mezzo di conoscenza, tre volte e niente sesso, mille messaggi, un discreto numero di chiamate, litigate quanto basta e un sacco di cazzate.

L'amore è aspettare il tempo giusto mentre si cerca di definire ciò che si vuole.
L'amore è incazzarsi quando il silenzio riesce a distruggere la fiducia.
E' collegarsi ad uno stupido pc e trovare gli occhi di ghiaccio più belli del secolo.
L'amore è non avere più nulla da perdere e continuare a scontrarsi, cercarsi, assuefarsi e poi lasciarsi andare, ancora.
L'amore è voler stare vicini, più della propria pelle.
Io sono l'amore mio e il dottor G sono gli occhi più belli che m'abbiano mai guardata.

La polvere si posa sulle cose che non si usano.
Ho il cuore impolverato. Chi è andato via, ha lasciato sporco e la porta spalancata.

In realtà ho bisogno di sapere che tu ed io staremo insieme un giorno e così, giustificare l'attesa.
La tua fermezza nel dirmi: presto lo faremo, mi ha sempre reso forte.

Ecco cos'è l'amore, crederci insieme.

domenica 28 luglio 2013

Dopo tutto io sposo la gente

Silenzio in macchina. Caldo afoso che penetra fino alle ossa.
Il telefono suona, la stanchezza avanza e intanto cerchiamo di non addormentarci.
Strani incontri, feeling improvviso e un bicchiere di birra scivola fino a dentro allo stomaco mentre mi parli.

Incontri casuali, occhi chiari, voce leggera e vocali rinchiuse, t'avevo visto credo però non so.
Mi guardo con addosso qualcosa, trovato in una stanza che di mio non ha più nulla.

Crearmi uno studio, il mio atelier, dove per cinque minuti al giorno posso lasciare che la fantasia corra via e si possa distruggere questo mondo corrotto.
Nessuna polemica, nessun arrivismo, niente.

Ho solo bisogno di contribuire al cambiamento.
Società che si autodistrugge.
Società che crede di risolvere conflitti infilandosi un anello al dito e degustando confetti, ipocriti.

Vorrei poter scegliere con chi lavorare, vorrei poter guardarla in faccia la gente e dirgli veramente quello penso.
Vorrei dirglielo a chiare lettere, forse rinsaviscono!

Forse l'amore quello vero, il romanticismo quello fatto di anelli al dito e di serate a bere vino con gli amici è un'utopia.
Forse non è il caso, di continuar a pensar che si può star bene anche senza complicar il pane.

Vivo in eterno conflitto: la voglia di far mille cose, di esser come foglie al vento e poi la paura di non aver certezze.
L'amore che non arriva, che non c'è. Non so dove cazzo si sia nascosto.
Fatemi provare se è la chiave per l'irrequietezza.
Il bisogno di dir quello che penso e l'ansia da solitudine.
Aver un lavoro fisso e sentirsi in trappola.
Bisogno di trovar qualcuno che mi tenga testa. Tutto fumo e niente arrosto, per il momento.
Il sonno che mi pervade in una calda giornata di Luglio.
Addormentami, ti prego.
Improvviso bisogno di acqua salata sulla pelle. Martedì lo farò, misà.
Un giorno di questi voglio annegare tra le braccia di qualcuno.
Smetto di cercare, fanculo tutti, dopo tutto io sposo la gente.
Ecco.

giovedì 18 luglio 2013

Gomma da Masticare

A stento respiro.

Mau: "Non sei mica sola, Susi."
Sus: "Invece si, mi manca tutto. Mi manca anche l'aria. Mi manca Giacomo e mi manco io da sola."
Mau: "Non è vero."
Sus: "Invece si. Mi manca e i suoi abbracci anche."
Mau: "Susi."
Sus: "Cosa?....Cosa dovrei fare? Io ho aspettato anche troppo. Sempre troppo. E siccome mi manca, io sto qui seduta da una parte in silenzio e mangio."
Mau: "...."
Sus: "eh lo so che non mi fa bene. E so anche che se non son cambiate le cose, perchè dovrebbero cambiare adesso? Quand'è che smetterò di sentirmi così sola? Quando avrò qualcuno che mi prepara la cena dopo 12 ore di sorrisi forzati e soluzioni fatti di pizzi?"
Mau: "quando ti sentirai piena."
Sus: "Ecco."

E' così che si conclude uno moment-spritz.
Con una lacrima e po' di tristezza che d'estate, torna.
Mi manca l'aria e non vedo davanti.
Più mi allontano più mi ci sento schiacciata sopra.
Una gomma da masticare tra i capelli che non va via.
Tagliami i capelli, così mentre dormo e vattene via da qui.



venerdì 12 luglio 2013

Sguardi Insistenti

A stento mi godo queste giornate di Luglio, calde e piene di lavoro. 
Gli orari strani e il mio fisico che chiede pietà e regolarità, in un walzer lento e difficile.
Mi pesto i piedi e mi scorgo sullo specchio con addosso una gonna corallo.
Leggera al vento ed estiva al mio sguardo.
Nel mio traffico, nella mia insicurezza e nelle mie paure, ritrovo me stessa.

Le creme nel frigo, lo smalto alle unghie, la tavola imbandita e il cuore in subbuglio. 
(Continuo ad innamorarmi quelle VentiVolte al giorno! Sono un caso disperato! Loso!)

I miei occhi che ti guardano, le mani che s'incontrano, t'avvicini e la tua voce m'arriva all'orecchio e i brividi fanno centro.
Strani momenti, occhi stanchi, sorrisi che spuntano e un insolito testimone.

Vado via senza un bacio, senza un "Ciao Susanna" e in simultanea il letto diventa vuoto, come una magia.

Idiozie.

Siamo due entità separate che si son incontrate per motivazioni lavorative.
Il tempo che passiamo insieme ci costringe a costruir relazioni obbligatorie, simpatie costrette e occhi curiosi che trovano tregua negli sguardi insistenti.

Sappiamo dal buon manuale, che alla chiusura della porta, torniamo tutti alla vita normale, fatta di un comodo divano e del VersamiL'UltimoBicchiereDiVinoEPoiAndiamoADormire, coscienti della bugia che c'accartoccia e addormenta là. 

Succede che però ci penso a noi due e mentre nel mio cervello a fatica funziona, io continuo a immaginare.
L'attrazione famelica si nasconde nel silenzio con cui ti sei avvicinato e nell'insistenza con cui hai rimarcato il non esser stato invitato al tavolo quando a tua insaputa, t'abbiam bevuto. 
Ma mentre m'ubriacavo di te, mi sei passato vicino e m'hai sfiorato.

Un fratello geloso e dall'occhio lungo, s'avvicina, mi bacia, mi stringe e alla prima provocazione risponde silenziosamente. 
L'occhio lesto di una madre che in silenzio indaga e un padre che mi raccoglie in un caschè (si scrive così?) improvvisato.

Ed è tutto così strano che ho deciso di smettere di fantasticare e godermi i momenti, quelli che si vivono per capirci, quelli veri.

giovedì 11 luglio 2013

Dormi Serena, bambina.

Il tempo s'è fermato quando salendo le scale ho sentito i tuoi strilli.
Le scale diventavano sempre meno e t'ho visto seduta a guardare la porta, curiosa.
Occhi scuri, capelli pece e una bocca talmente simpatica da strappar un sorriso anche alla mia stanchezza.
Piedi lunghi, dita rilassate e sguardo da furba.
Ti respiro, ti bacio e ti stritolo perchè la mancanza di non averti qui è talmente tanta che mi si chiude lo stomaco.
Ridi e mi convinci che sai chi sono.
Ascolti la voce e ti giri per guardarmi, parliamo in silenzio.

Versi stupidi escono dalla mia bocca e interrogativa mi bagni con il bicchiere.
Attenzioni, sorrisi, mangio a strozzoni pur di stare più tempo possibile con te.
Innamorata del tuo tanto sgambettare e dell'energia che emani, dalla punta dei piedi mi arriva dritta alle labbra!
La forza dei bambini e dei legami sprigionano forza, sappiatelo.
Ho contato le dita, tutte.
Ho guardato la Tv e mi sono stesa a terra per respirarti.
Abbiamo ballato, fatto l'aereo e t'ho messo lì nel mio lettino.

Vederti dentro quella culla bianca m'ha improvvisamente ricordato che siamo agganciate.
Tu sogni dove io ho sognato.
Sto così, in silenzio, mentre i tuoi occhi si chiudono e io m'innamoro di nuovo.

Chiudo la porta e vado a casa convinta che non c'è idea più stupida di non voler far figli.


lunedì 8 luglio 2013

Deduzioni Importanti

Deduco di aver sbagliato Marco.
Traggo conclusioni da un momento di riflessione.
Deduco quindi ho ragione.
Son cose che succedono.
Ecco.
Ho sbagliato.

lunedì 24 giugno 2013

VentidueGiugnoDuemilaeDodici

Luccica l'anello che hanno il dito.
Faccio caso a quella fascia d'oro giallo che illumina gli occhi e riflette la giornata appena trascorsa.
L'emozione la si legge negli occhi e la ritrovo negli abbracci che mi fasciano e mi ricordano che forse ne vale la pena.
Emozione nascosta tra le lacrime di una giornata faticosa.
Il letto vuoto e le stelle che mi accompagnano. 
La luna grande e rossa sembra guardarci, c'ha scoperto mentre scrivevamo messaggi idioti.
Frasi inaspettate. 
Stupore e sorrisi che arrivano a 250 km da qui.
Scoprire che Ferrara non è poi così lontana, anzi.
Il Ventidue di Giugno non è mai stato così simbolico come quest'anno.
Il 21 è il giorno della nascita, figurati il 22.
Il Ventidue di Giugno, loro mi hanno regalato un sorriso e un ricordo che tengo tra i segna libri.
Le cose importanti stanno in quella scatola, si sa.
Succedono cose, vedo gente e ne incontro altra.
Ritrovo amici d'università che non servono, non si ricordano di me, io si, osservo.
Chiacchieriamo e un vaso di fiori mi distoglie lo sguardo. 
Accendi le candele, mi dicono.
Ogni buona festa che si rispetti, comincia quando si accendono le candele.

Nostalgia canaglia. Sorrisi a mezz'aria rimasti sospesi.
Limone, sale, zucchero e un po' d'acqua è la ricetta magica contro la sete.

"Quanto sei dimagrita da quando lavori qui?"
"Non lo so, ma deduco che lei lo sa."
"Come fai a saperlo?"
"Così intuito."
"E' il mio occhio clinico."
Alla decenza non c'è fine, conto i giorni al contrario per vederti.
Chissà, magari se guardiamo la stessa luna, i giorni s'accorciano e il quel "presto" diventa "adesso".


giovedì 20 giugno 2013

Lettera disperata

Occhi lucidi che fissano il vetro, voglia di piangere, ad ogni curva una lacrima e un singhiozzo.
Cosa avranno pensato quelli che mi vedevano ondeggiare per le curve di campagna mentre il fazzoletto bianco asciugava la mia disperazione.
Nessun problema, disastro scampato grazie alla collaborazione, ma io non sono pronta. 
Non sono pronta per tutto questo, per le mille responsabilità.
Per essere buttata dentro la fossa dei leoni e vedere come va.
Ho bisogno di calma, di assorbire tutto senza sentirmi sola.
Voglio dirlo e voglio farlo, altrimenti fatemi smettere.
Faccio a meno dei soldi, facciamo a meno di tutto.
Se così non fosse, non mi basterà lo stipendio per pagarmi cure e assistenti.
Voglio scendere e andare con calma a piedi e godermi lo spettacolo.
Fermatevi e datemi il tempo, perfavore.
Grazie.


lunedì 17 giugno 2013

"Questa ragazza è bellissima. Ha un sorriso che ti riempie il cuore e io mi sono lasciato con la mia fidanzata."

Un flash in pieno viso mentre mi cerchi con gli occhi e io fuggitiva cerco di sparire dietro all'ulivo millenario. 
Vederti fiondarmi addosso e trovare una scusa per evitare il tuo contatto.
Ogni scusa è persa e vana quando mi becchi a parlare e ti appoggi a me. 
Istintivamente ti abbraccio, mi appoggi una mano tra i capelli e non mi rendo conto nemmeno di cosa sto facendo.
Ci sono momenti che vanno raccolti e tenuti in tasca, baci presi come se fossero i primi di una lunga serie. Abbracci e sorrisi che mi fanno tanto da: SonoQuiNonMiVedi?
Nessun ansia.
Nessun TiChiamoIoOForseMiChiamiTu, solo un MaSiTorniamoASentireIlMioAmico.
Cerco la tranquillità e vorrei condividerla con qualcuno.
Vorrei stare seduta a guardare il tramonto in silenzio.
La mia tranquillità potrebbe diventare quella di qualcun'altro.
Gli animi si placano e un paio di converse nere sotto un vestito da sera, possono essere la soluzione migliore, per evitare i piedi gonfi.
Mi compro le calze. In camera mia è scoppiata una guerra. Ho fatto regali e non ho sentito un: grazie. T'ho guardato negli occhi e m'hai sorriso.
Non sono bella, non sono la tipa da acchiappo, sono morbidosa e questo non va di moda. 
Eppure la gente è curiosa e chiede e guarda e poi scappa.
Vorrei stroncare questo pensiero che ho di me, vorrei la tranquillità dei piedi nudi sull'erba. 
Dimenticarmi degli errori e chiudere quest'ansia dentro ad un cassetto.
Abbracciarti di nuovo e smettere di fantasticare. Voglio viverle, vivermi.
Lasciarmi andare.
Perdersi l'occasione di conoscere persone nuove non rientra nel galateo. 
Il BonTon dice che i gomiti a tavola non vanno tenuti, a me piace sentire la tavola sotto le braccia, sarò mica sbagliata?
Un'amica mi ha escluso dalla sua vita, vorrei sapere perchè le scelte condizionano le relazioni, anzi quella relazione. Poi forse, è meglio di no, le risposte arrivano, misà.
Son diventata grande ho un bancomat, quindi potete rubarmi il portafoglio che tanto l'ho blocco, ho il numero.


giovedì 6 giugno 2013

Solitudine canaglia

Gli occhi lucidi e pesanti, lasciano spazio allo stomaco in tempesta.
Sento il vuoto dentro di me mentre tutta la casa dorme ed inevitabilmente penso.
Il tramonto è il momento che da sempre mi rattrista, quando si avvicina il letto, quando è ora di chiudere gli occhi abbandonare se stessi e addormentarsi, ricaricarsi.
La frase: "Andiamo a letto!" produce lo stesso effetto di un'intervento a cuore aperto.
Mi accartoccio su me stessa e cerco di rilassarmi, i pensieri invadono la mente e la sensazione di solitudine prende il sopravvento su queste lenzuola arancioni.
Sto cercando di diventare grande, faccio una fatica non misurabile.
Il mio bisogno di abbracci, di contatto, di attenzioni è diventato così prepotente da lasciarmi segni.

Il mio futuro, il mio lavoro e la mia vita sentimentale.
Forse non sono pronta per spiccare il volo e per prendere in mano la mia vita.
Questo silenzio e questi orari così diversi, oggi mi stanno stretti, domani non lo so.

Amo questo lavoro, mi sono innamorata lo stesso giorno in cui ho visto le persone sposarsi ed essere felici.
Sento ancora gli occhi addosso mentre dalla scalinata controllo.

Vorrei cambiare, fare di me quello penso.
Vorrei sentirti a 5 centimetri da me per tenere lontana questa solitudine.

martedì 28 maggio 2013

Freddo D'estate

Clicca qui: Vento d'estate
dal vivo, in versione jazz
Gazzè sembrava parlarmi,
anzi mi parlava, son sicura.


E' stata una giornata strana quella, dove il tramonto ha portato capelli rosso fuoco sul tavolo del terrazzo.
Un freddo primaverile riscaldato da prosecco e da una bizzarra donna.
Abbiamo giocato a nasconderci e a parlar di strane cose, io e lei e nient'altro.
Scrive la signora e mi aspetto di rivederla e poter parlar con lei e ber vino fino a scoprirci.
Strani incontri e strane congetture in giornate come queste.
Ho voglia di innamorarmi, ricevere un invito e uscire la sera per conoscere, ridere e giocare.
Si parlava con la signora rossa come la passione con una bellissima borsa arancione che mi da del tu, si diceva che la gente scrive di se stessa come fosse un diario, come quello che faccio io qui. 
Ma perchè? 
Perchè, cosa c'è di bello da leggere se ognuno di noi racconta i fatti suoi?

E poi la luna piena, la troppa stanchezza e gli occhi che non si tengono aperti.
Son giornate strane quelle, sai?

Le persone sono belle.
La gente mi regala un sacco di idee, spunti e immagini che non torneranno.
Gli uomini e le donne sono un libro difficile da leggere, intrigante e divertente.

Vorrei incontrarti ancora, vorrei abbracciarti ancora per far smettere il mio dolore al braccio e anche questo dolore al cuore che sento.

Intanto sto seduta sul divano e mi godo questa serata fredda e lunga, con la voglia di dirti: "Torna a casa presto, per cortesia."



giovedì 16 maggio 2013

50 Sfumature di Tiffany

Sotto stress c'è chi reagisce tirando fuori le palle, chi invece si chiude come un riccio e non ne vuole più sapere e poi c'è chi s'impunta sulle stronzate.
Lavorare con coppie di sposi continuamente sotto stress per preparare il Grande Giorno ti permette di scoprire che la percentuale di donne-uomini che s'impuntano sulle pataccate è troppo alta.

Vuoi la mia grande capacità di attirare le CoppieCaso, vuoi la crisi, vuoi la puntigliosità mia e dei suddetti sposini: sta di fatto che i rompi-coglioni me li becco continuamente.

Ragionavo mentre tornavo a casa, facendo il punto della situazione di una giornata particolare, cominciata non benissimo, con la tosse, il senso di vomito, l'Amico nel ristorante a cui non ho mai rivolto nè lo sguardo nè la parola, le cappelle e l'appuntamento che sarebbe stato imminente di scritture menù che non m'appartengono.
Non so quanto posso vendere, non so quanto costano le cose, non ho la più pallida idea e quando chiedo nessuno mi risponde. Va bene così, dicono. Va bene così, penso.

La mia attenzione è rivolta alle CoppieCaso, alle donne e agli uomini che si credono arrivati, che puntano tutto sul matrimonio perchè DimostriamoAgliAltriCheIoCeL'HoFatta.
A fare cosa? Mi domando!
Cosa credi che farsi tirare addosso del riso, risolva la tua poca capacità di stare al mondo?
Non te l'aveva mai detto nessuno che non si dice di un cibo mi fa schifo? 

Impuntarsi sulla freschezza di una pasta fresca fatta in casa, perchè non è cibo da matrimonio di Luglio, è sinonimo di arrampicarsi sugli specchi.
E te lo dice una che sugli specchi ci passa buona parte della giornata.

Perchè stare due ore a trattare su che sfumatura è il blu Tiffany per poi scoprire che comunque quella che indichi tu, non è Tiffany, ma una tra le tante gradazioni del verde acqua?

Basterebbe un po' più d'amore per se stessi condito con chicchi di altruismo e una grattata di onestà.
Basterebbe essere sinceri prima di tutto con la propria persona e ammettere che non si ha nessuna intenzione di crescere e arrendersi.
Basterebbe stare più vicini al proprio cuore, accostare l'orecchio al petto del tuo uomo e addormentarsi.
Basterebbe anche fare un po' più l'amore eh, piuttosto che ragionare su quante sfumature può avere il blu Tiffany. Che poi blu non è.
Ecco.

martedì 14 maggio 2013

Sono qui

Sono qui ad ascoltare l'acqua che scorre fino a terra passando per terrazzo che governa camera mia.
Sono qui a ripensare a ciò che faccio bene e cosa no.
Sono qui a darmi pizzicotti all'anima.
Sono qui a contare ogni centimetro di questo corpo che mio non è.
Sono qui e spero un giorno di essere lì.
Sono qui e mi sento vuota, stanca e soddisfatta del mio lavoro.
Sono qui e sono sola.
Sono qui che aspetto, cosa? Lo si sa.
Sono qui con i miei che dormono di là e mio fratello forse no.
Sono qui e ci sono, mi vedo, mi sento, mi guardo e non mi riconosco, perchè questo corpo non è il mio corpo.
Sono qui e vorrei invece trovare la soluzione al mio sovrappeso.
Sono qui e il problema ce l'ho, dovrei solo capire come risolverlo, senza farmi troppo male.
Sono qui e sono io, bella credo, forse vorrei esserlo.
Sono qui e mi fido del mio intuito, del mio corpo perchè no? Non lo so.
Sono qui e tu non ci sei.
Sono qui con il fegato in mano, guardalo.
Sono qui e non lì, lo so che non t'interessa, non mi vuoi.
Sono qui e vorrei mi chiamassi, abbracciassi, un sacco di cose con assi.
Sono qui per te, scoprimi.
Sono qui e non so ancora per quanto, leggimi e poi addormentati.
Sono qui e spero di risolvere questo mio problema con questo corpo, mio bello.
Sono qui.

venerdì 3 maggio 2013

Appunti di Spunti da sviluppare

Ho in mente diverse cose, non riesco a trovare il tempo di scriverle.
Mi appunto degli spunti da sviluppare presto, molto presto.
Aspettate.

Calle
Fiori
Libro
Cucina
Vacanza
Sfiga

Appena riesco scrivo.
Voi inventate una storia con queste parole e fatemele avere.
Intanto grazie.

martedì 23 aprile 2013

Nonnò

Ho voglia di scrivere e di dirvi quello che succede nella mia mente perché parlarvi delle giornate che passano è riduttivo.
Le mie mani si sono allungate, mi sembra, le mie amiche sorridono di più e io ho imparato a gestire il mio tempo in base ai miei ritmi e alle mie esigenze.
Da due settimane mangio fragole seduta sul divano e leggo qualcosa, solitamente etichette di scatole o libretti d'istruzione.
E' inutile che ti chiedi perchè, non lo so nemmeno io.

Mi manca mia nonna e mentre le chiedo di trasformare i suoi pranzi della domenica in cene del martedì, ho paura di perdermi momenti con lei e così le telefono.

Ho i suoi occhi blu, il suo naso e la sua stessa faccia quando guardo fuori dalla finestra imbronciata, me ne sono accorta.
Oggi, ne sento la mancanza.
In realtà è da quando ho firmato il contratto che mi chiedo se è fiero di me.
Come può mancarti così tanto dopo 13 anni?
Il dolore diventa così intenso che sembra fermarsi tutto sul mio stomaco e m'incazzo perché non ricordo nemmeno il suono della sua voce.
Non si può dimenticare chi ti ha donato tutto quello che aveva.

Il cuscino qui affianco è vuoto e m'ha risucchiato dentro.

Mi piace il mio lavoro, mi piaccio finalmente ma non posso sentirmi così sola.
E mentre sposo persone e studio con loro la soluzione migliore per il "Giorno più Bello", m'ubriaco di solitudine sul divano.
Vorrei solo mettere a tacere il mio bisogno di Amore.

lunedì 15 aprile 2013

T'abbraccio

“Noi siamo tutti di passaggio in questo posto. La villa sarà sempre qui.”

Lui canta mentre mi racconta.
Il tempo sembra fermarsi appena il sole batte sulle vetrate.
Tutti siamo attori perfetti per questo palcoscenico da favola.

Termina così la giornata di ieri, dopo essersi spaccati i piedi e aver rassicurato cinque o sei coppie prossime alle nozze.
Sorrisi, sguardi, occhi che si incrociano, passo per la cucina e cerco la tua approvazione, ridiamo, ti abbraccio e chiedo se puoi tornare più spesso perché manchi.
“A te sicuramente…” mi ripeti costantemente da due settimane e ogni volta sorrido e annuisco.

Passo un’oretta seduta a guardare Elena mentre stira la pasta, le guardo le mani, chiacchieriamo e le racconto di chi mi sta aspettando a casa, il vino bianco, gli occhi chiari e le mani d’artista.
“Sono persone gelose eh?”
Sorrido e mi si bagnano gli occhi di lacrime.
Il motivo perché io son lì forse è lei, mi confido.

Non ho il coraggio di pronunciare parole, non sono in grado di dire nulla.
Mani infarinate mi coccolano, mi toccano il viso, mi baciano la guancia e l’odore di griglia mi si impregna addosso, io vado a casa e tu stai lì.
Corro alla macchina senza dire nulla, chiudo la porta dietro alle spalle e non riesco a salutarti ancora, manchi già.
Questione di un mese e di abbracci al tramonto.
Fuggo come un ladro prima ancora che mi venga in mente di fare o dire altro.

M: “Se non mi facevano lavorare sta sera, andavamo a fare un giro.”
E: “Sé con quel cane rabbioso che appena chiama diventi viola in faccia, chissà dove vuoi andare!!”
S:“Ostia Tesor, è vero, hai una morosina a casa che t’aspetta! Hai anche il collarino al dito!”
M:”Ma tu sei una brava ragazza, no?”
E&S:”Chi?”

Ridiamo molto e inevitabilmente ricordo la sera prima del matrimonio, immagini che si accartocciano e il mio viso che s’incupisce.

“Torno a trovarti, promesso.”
“Ok, fai il bravo!”

L’ho detto che mi sarei innamorata e così è successo, un mese m’è bastato.
Diffidate degli affetti sul lavoro, non si mescolano.
Ben separati, mi raccomando.
Niente panchine, né colazioni, né scritte sulla carne cotta alla brace.
Niente baci al tramonto durante matrimoni altrui e niente torte gelato per consolarsi dal duro lavoro.
Niente.
Lasciate perdere, lavorate piuttosto e fate innamorare gli altri.

venerdì 5 aprile 2013

Occhi che ti spogliano

Istruzioni per l'uso:
occhi che ti spogliano.

Bicchiere di vino bianco movimentato, occhi piccoli allucinati, stanchezza che avanza e sguardi complici davanti ad un menù e ad un blocco di prenotazioni grande quanto me.
"Hai ancora 20 minuti di patema!"
"Non dir cazzate di sopra erano le 20..."
"Guardaci, signorina."

Sguardi che si incrociano, bicchieri vuoti, parole che escono da sole e in poco tempo scopro Margherita, fiori profumati e occhi orgogliosi di un padre trentenne.
I sogni s'infrangono addosso a un qualunque momento spensierato.
La cordialità e il sorriso facile nascondono preoccupazioni, le sue parole rispettano le mie sensazioni. Baci dati al caldo di una griglia, aromatizzati al pane all'olive, la testa gira e mi abbandono ai pensieri.

"Ci sono occhi che ti spogliano, lo sai si?"
"Cosa vuol dire?"
"Ci sono persone che ti mettono a nudo solo guardandoti. Mentre ci parli, lo guardi, ti guarda ed è come se c'avessi fatto l'amore. Nudi."
"Tipo il capellone dell'altro giorno?"
"Quello no, quello te lo spiego un'altra volta."
"Ho già capito, signorina tumiturbi."
"E' così Ste!"

"Sei malinconica, sta sera, cosa succede?"
"Le serate come queste, dove non c'è niente da fare, mi tornano in mente i mille motivi per cui ho scelto un lavoro così."
"Se non la smetti di parlare difficile, ti tiro una scarpa."
"Avevo bisogno di occupare testa e cervello per non pensare più, per smettere di credere di essere innamorata di un'idea."
"Quale?"
"L'idea di Me felice, che esce con un Uomo, sorridente, serena, con un lavoro facile e gestibile, con gli amici, le serate divertenti, le coccole e poi dai, anche un po' di sesso violento."
"Il capellone dell'altro giorno?"
"No, quello non so chi sia, ma avrò modo di conoscerlo domenica, caro. Quando tu sgobberai a destra e a sinistra io starò ad ascoltare jazz e a fare gli occhi dolci, caro."
"Ti rovinerò la festa, come ieri, cara."
"Ricordati che tua figlia mi adora."
"Donne, sempre le solite."
"Starò qui un anno e poi non lo so, sono sempre la sostituta di qualcosa o qualcuno, vengo continuamente sostituita."
"Quando capiranno chi hanno davanti vedrai cambieranno le cose."
"Sono sempre quella brava, simpatica, dolce, con un cervello così e un'intuizione che spacca la faccia. Ma il caso vuole che al posto mio ci sarà sempre qualcuno pronto a sostituirmi."
"Troverai la tua dimensione, cara. Magari anche qui."
"Grazie."

Succedono cose, il morale cade sotto i piedi e io ripenso al tuo sguardo che ogni volta mi spoglia e mi lascia senza fiato. Ieri sera con la tua voce nelle orecchie avrei voluto cambiare strada e girare per le campagne, solo per lasciarmi guardare.
Non fotografo più, non ballo più, a fatica leggo e scrivo. M'incupisco e sorrido agli altri per nascondere la mia tristezza.
Salirai le scale con un mazzo di fiori e staremo insieme a guardare le stelle e a mangiare con le mani, mentre le stelle canteranno.


lunedì 1 aprile 2013

Assaggi

Occhi che s'infuocano e sguardi che trapassano persone e vetri.
Sentirsi protetti in quattro mura che non t'appartengono è possibile.
"Tu puoi fare quello che vuoi, basta che stai qui..." cade il silenzio e le guance si colorano.
Non ci sono muri, solo lunghe vetrate.
Da tramite fanno colleghi e occhi preoccupati mentre rendi le feste degli altri più belle e armoniose.
La tranquillità di un giorno di festa è spezzata da una porta di legno che se aperta ti mostra quanto possono lavorare le persone per un semplice piatto.
I sogni sono belli se li affidi a professionisti, gli sguardi sono complici se li cerchi.
Il feeling a tempo determinato, cominciato per un campanello sbagliato e pura curiosità.
I bicchieri tintinnano, suonano una canzone se s'incontrano.
Mi scopro a cercarti in cucina solo per uno sguardo di conforto, solo per trovare i tuoi occhi d'approvazione e coccolarmi in pensieri d'intimità e abbracci.
Vado mendicando affetto e trovo sorrisi, non mi privo più, mi lascio cullare e se dovrò pagherò amare conseguenze, per il momento assaporo.


domenica 24 marzo 2013

Delicatezze


Istruzioni per l'uso:
immagina il tramonto,
io sono lì.

Seduta in cima a 10 ripidi scalini sto in silenzio e mi godo la penombra.
Una settimana di cambiamenti, di sorrisi nuovi, di pacche sulle spalle e di nomignoli amorevoli.
Solo oggi ho sentito chiamarmi Susi, prima ero: piccola, morosa, dolcezza, pitti, occhioni, bellezza, ho guadagnato appuntamenti e un piatto di pasta caldo ogni giorno.

Mi perdo negli occhi di sposi futuri e la mia immaginazione parte, vola tra le colline e s'arrampica sul tetto per veder quel pezzo di mare.
E' strano come in 20 coppie incontrate, t'accorgi di come la medesima situazione può essere affrontata con cento modi diversi: ci son quelli che mangiano cinismo 3 volte al giorno, gli innamorati, i pratici e quelli diversi, quelli che sembrano uniti da un filo sottile quasi impercepibile e inevitabilmente ti costringono a pensare appena pronunciano la frase: "...e tu come faresti fosse per te?"

Sfuggi ai pensieri e ti nascondi tra i tecnicismi lavorativi, i disegni, e scrivi progetti pur di dimenticare quel'unico pensiero che ti trapana il cervello: ma io che cazzo voglio fare della mia vita?
Sto risolvendo i problemi degli altri, sto cercando di rendere il loro giorno, il più speciale possibile, disegno torte, addobbi e fiori, ipotizzo tramonti e giorni caldi, ma io, quella che sorride, cosa vuole?

Ho smesso di farmi domande appena il mio tavolo tondo con vetrata sul mare si è popolato di: un piatto colmo di torta di panna, due forchette e due caffè. 
Facendo un respiro profondo, la stanchezza è volata via, ho riconosciuto le mani e il sorriso e nella tranquillità abbiamo chiacchierato, consumato la nostra pausa lavorativa con domande, curiosità e sguardi.
Mi son lasciata coccolare dalle attenzioni che vado mendicando, dimenticando gli occhi e le persone viste durante la settimana. 
Qualcuno, ti entra dentro solo guardandoti negli occhi ed inevitabilmente la loro delicatezza ti disarma e ti lascia senza parole. 

Ho conquistato persone con un sorriso, qualcuno curioso mi ha invitato a pranzo, tutti gli altri s'accertano che non sia sposata.


mercoledì 20 marzo 2013

Facili abitudini





Istruzioni per l'uso:
lasciati andare.


Passeggiare contro l'odore di cacca di mucca ti ricorda che sei viva, non tutte quelle menate che girano tra i miei contatti di Facebook.
Correre sotto la pioggia con i capelli amorevolmente sistemati, ti rimembra quanto hai speso male i tuoi soldi nel cappotto senza cappuccio.
Galleggiare dentro ad un letto qualunque ti riporta alla mente che il sesso occasionale molte volte è la soluzione migliore.
Scorrere veloce le pagine di una nuova agenda e scoprire il tuo nuovo sorriso ti ricorda perchè hai faticato così tanto.
Bere vino a stomaco vuoto e dormire arrotolati in un abbraccio qualunque ti suggerisce che questa non è la soluzione, ma chetelodicoaffare quanto aiuta a non pensare.
Note di musica confusa, abbracci non sincronizzati e il suo odore spalmato su di te. 
Ti è tornato in mente che un mese prima sarebbe stata sufficiente una telefonata e adesso?
Abbiamo dormito insieme e sorriso per trenta secondi guardandoci negli occhi.

Il sesso occasionale è la miglior medicina, quando il tuo letto è vuoto e profuma di freddo.
Il sesso occasionale diventa amore se i tuoi occhi si chiudono e i nervi si distendono.
L'amore occasionale può far male se non riesci più a farne a meno.

Non è più sesso occasionale, invece, se ci si frequenta per più di due volte.
Si chiama abitudine quella, è piacevole ma comunque abitudine.
E l'abitudine lo sai, ti fa male.





mercoledì 13 marzo 2013

Traguardo

Si taglia il traguardo con le bandierine in mano.
Si saluta festeggiando e abbracciando la squadra che ti aspetta.

Le cose finiscono, un po' come i libri.
Foto con il premio e si torna a casa, stringendolo addosso, per avere la certezza.
Ciao.

martedì 12 marzo 2013

Solitario




Istruzioni per l'uso:
armonicamente,
ritmicamente,
testualmente,
colonna sonora.



I mostri del passato ritornano e solo a quelle forti braccia tatuate permetto di stringermi e ripetermi che non c'è bisogno di aver paura. 
"IO non sono come quello lì" diventa il ritornello, l'eco che rimbomba sotto l'ombrello, con la pioggia che non lascia spazio al sole.
Camminiamo e mentre tuffo un piede dentro ad una pozzanghera scopro che stavo per farmi sfuggire questo momento per un capriccio.

Le etichette delle maglie sono fastidiose.
Seduti in una tavola calda pesarese, parliamo e mangiamo patatine. 
"Ci sono i cetriolini!"
"Ti sbagli, giovane baldanzoso!"
E invece è così, ci sono. 
La cosa assurda è che a me non piacciono i cetriolini e io, quel panino lo mangio da sempre. 
Ci vuole un nuovo punto di vista.

Fermarsi davanti al vetro e non riuscire ad attirare l'attenzione, perché occupato.

Sono un animale solitario, dicevo. 
Ho bisogno dei miei spazi e dei miei momenti, forse periodi.
Ho trovato un libro che mi sta massacrando, mi sto godendo questi giorni nel silenzio completo, senza parole sprecate, senza immagini forti nè sorrisi duri e bugiardi.
Sono oramai, convinta di star facendo una scorpacciata di solitudine in previsioni di momenti di caos, la mia indipendenza mentale prevale sul bisogno di rimanere in branco.

Ho agganciato la vita tenendola stretta tra le braccia e ho sentito il rumore del pianto riempirmi le orecchie.
Improvvisamente l'alcool non risolve i problemi e abitare nel mio corpo non mi rende una persona più felice.

Voglio cambiare, non voglio pensare che tra poco tutto tornerà uguale ad un mese fa.
Voglio sentirmi dire cose e provarne altre.
L'idea che noi due rimarremo sempre lontani, comincia a non spaventarmi più.
Forse sono fatta per la solitudine e non per la confusione.
Forse.


giovedì 7 marzo 2013

Soliti post, scusatemi

In silenzio fisso il cellulare e spero che s'illumini.
Ho perso una spilla regalatomi qualche anno fa. Che palle. Odio perdere.
Io non sono più sicura di niente, nemmeno di noi.
Forse oggi non è la giornata adatta per pensarCi.
I dubbi si insinuano e non ho più le forze di tenerli lontano.
Ho bisogno di conferme.
Solide e strane conferme.

Un giorno sembra andare tutto liscio, il giorno dopo i dubbi diventano il portachiavi del mio cervello.
Ho solo una domanda da porre a chi comanda: ma una cosa facile?

Soliti post retorici, solite domande, solite facce.
Scusatemi.

mercoledì 6 marzo 2013

Pensiero 3

CREATEVI UN LAVORO, DICONO.
FATE COOPERATIVE O PICCOLE AZIENDE INSIEME, DICONO.

SUONA MOLTO COME: ARMATEVI E PARTITE, DICO.

ANDATE A ZAPPARE LA TERRA, DICO.
PER COLPA DEL VOSTRO EGOISMO NOI DOBBIAMO PAGARE, DICO.

E VI DICO ANCHE: DATECI DEI SOLDI PER PARTIRE, NOI PARTIAMO.


domenica 3 marzo 2013

Il giorno in più

Istruzioni per l'uso:






Incredula, guardo le foto che si susseguono in una lenta danza.
Il non riconoscermi mi crea del disagio.
Ecchetelodicoaffare quanto sono incazzata.

Torno a scrivere, perché me l'ha detto il medico. 
Non quello con il camice bianco, l'altro, quello dell'anima, quello che mi guarda e mi dice:" la cera triste sul tuo visino non sta per niente bene! Se sei scontenta di una cosa cambiala!"
Sto bevendo intrugli, correndo e mangiando come il mio corpo chiede, forse non è lui, forse è la mia mente che ne ha bisogno.
Ha bisogno di guardarsi allo specchio e vedersi piacente.

Non mi piaccio, ecco qual'è il pensiero che ingombra la mia mente. 
E non sto facendo niente per cambiare.
Sto qui a commiserarmi inerme.
Non sono così, io combatto per natura.
Lo faccio per gli altri, perché non dovrei farlo per me?
Eppure non riesco a trovare la forza di volermi bene, di migliorarmi.

Molti organi del nostro corpo sono doppi, girano in coppia, come dovrebbe essere per me, altri stanno soli.
Il corpo è il sinonimo di te, di quello che sei, dell'emozioni che provi e dei disagi che somatizzi.

Somatizzare e condividere sono concetti che se incontrati in un momento di smarrimento, possono aprirti un mondo, qualche volta bello, molte altre volte impegnativo.

Circa un anno e mezzo fa, ho deciso di cambiare la mia vita, ho preso i momenti che mi hanno formato, gli ho messi a bagno nelle lacrime, strofinati nelle paure e profumati nella consapevolezza. Li ho sciacquati in altre lacrime, strizzati e messi ad asciugare al vento del cambiamento.

Oggi, 3 Marzo 2013, dopo aver passato una domenica in famiglia, mi siedo sul divano e trovo la tv sintonizzata su di un film che avevo già visto, lo riguardo con gli occhi più vecchi di un anno e trovo le mie risposte.
Trovo La Risposta, per eccellenza.

Lui è me. 
G, i suoi mordi e fuggi, le sue battute è tutto quello che ho sempre voluto per me stessa.
Sono io quella che non vuole crederci, che non vuole arrendersi alla realtà, al bisogno morboso di dormire in un abbraccio e di sentirmi protetta, coccolata, nascondermi dietro a mille scuse, al lavoro e alla distanza. Il tempo che non c'è, è la mia prerogativa. 
Sono io. 
Sono arrivata qua, dopo tutto questo tempo e ora ho paura.
Smarrimento. 
Smettere di controllare, lasciar suonare il telefono e concedersi una pausa.

E' come se stessi su di una giostra.
Il vento tra i capelli, il cavallo che gira, continuamente, lentamente. 
Mi sembra di volare, di fare la principessa che ho sempre desiderato. 
Sono la regina del mio futuro ed è bello, emozionate e allora fatemi girare e fatemi sapere, vedere, conoscere, risolvere! Continuamente!
Ma adesso sono stanca, il sole si è abbassato, mi arriva dritto negli occhi, è pomeriggio, il vento è diventato più calmo e io non sono più la principessa del futuro, sono la Susanna del presente. 
La laureata che per sette anni ha aspettato se stessa innamorandosi, senza riconoscersi.
Voglio fermare la giostra e scendere. 
Voglio smettere di sapere, vedere, conoscere e risolvere.
Voglio vivere quello che ho riconosciuto e voglio farlo adesso, insieme con Lui.

Pensiero 1

Decidere di dimagrire è la scelta più intelligente che io possa fare.
Poi vabbè, riuscirci è un altro discorso.
Che palle.

giovedì 28 febbraio 2013

Cose inutili

Istruzioni per l'uso:
quest'anno Sanremo 
sembra 
aver prodotto 
canzoni su misura.
Quando si dice il caso.

Il tempo passa veloce quando gli occhi sorridono e le tue labbra mostrano stupore e felicità.
I visi sono più belli quando sono rilassati e curiosi.

Sono giorni strani questi.
I minuti scorrono e le mie idee volano via appena arrivo qui davanti e trovo un foglio bianco.
Virtuale e bianco.
Niente è più come prima.
Parlare di quello che mi sta succedendo non sembra più bello e raccontabile.
I soliti argomenti, le solite cose, sono stanca.
M'invento ma la mia originalità sembra essersi nascosta.
Sono triste e dispiaciuta.
Mi hanno detto: "Leggi!" ho risposto: "Già lo faccio!".

Sono stanca, la mia mente è stanca, sta cercando di capirsi, di resistere, di buttare via l'inutile.
Tutti abbiamo cose inutili in casa: l'apribottiglie riportato da un posto sconosciuto, la calamita, il pettine di legno finto che ci ostiniamo a credere sia di bambù, la raccolta di cartoline, le bustine di zucchero, gli scontrini perchè non si sa mai dovessi cambiare la camicia comprata nel 2000.
E poi ci sono i tappi di plastica e i copri chiave colorati in silicone che solo dio sa perché fanno le confezioni da cinquecento pezzi. Una sola chiave devo riconoscere, mica posso distribuirle a tutto il paese!
E poi ci sono i calzini e tutto l'intimo che non metterai mai, regalato da chissà quale pazzoide o dalla nonna, perchè non è Natale senza le mutande rosse.
Tendiamo ad accumulare cose di dubbia utilità.
Tendiamo a non staccarci da persone che solo con lo sguardo ci fanno male.
Serve pulizia e vuoto per far spazio alle novità.
Serve chiudere le porte per incontrare gente nuova.
Serve chiudere il capitolo per cominciarne uno nuovo.

Le persone hanno bisogno di me.
La Susi, invece, molto spesso ha bisogno di una sola persona che sta sera ha la febbre.
39,7 per l'esattezza.


I giorni passano e noi due siamo più di ieri e meno di domani.
E' una questione di matematica.
E pensare che io non l'ho mai capita, forse non volevo.
Un po' come noi due.






lunedì 11 febbraio 2013

Le donne nelle stazioni

Istruzioni per l'uso:
è la mia collezione privata,
ascoltala,
gelosamente racconta
 momenti importanti.



"Doveva essere un gioco."
"Un gioco?"
"Si, un gioco."

Così il dolore al collo e alla spalla se n'è andato via, si è sciolto come il gelato dentro la mia borsa vicino al termosifone.
Sembrava un film dell'orrore.
Quaranta minuti di lacrime, sbloccate da un abbraccio e da un dolore non troppo fisico ma piuttosto mentale.
Un gioco che dura due anni può diventare rischioso se ogni volta che vi incrociate, il vostro sguardo si blocca l'uno sull'altro e il resto del mondo diventa inutile.

"Si chiama: attrazione fatale."
"Si chiama farsi del male a gratis."
"Come ti pare."

I momenti passano, gli occhi si arrossano, l'invidia ammazza te e chi ti sta attorno, i capelli si arruffano e tu sei talmente presente che non posso chiamarti passato.
Rassegnarsi all'idea della presenza, sembra l'unica soluzione.
Nevica e tu lavori mentre io sto cercando d'inventarmi qualcosa per tenermi occupata.

Faccio colloqui, indosso la giacca portafortuna e misuro la mia adrenalina. 
Prendo confidenza per le grandi occasioni. 

Per fortuna niente mi elettrizza come il pensiero della bellezza che sprigionano le tue mani quando toccano i miei pensieri e si bagnano di lacrime.
Sincerità negli occhi eppure ancora non ti ho convinto, così sfuggi. 
Scappi fino al tuo ufficio e ti nascondi dietro alle due parole che ho imparato a conoscere: "Incasinato. Gente." Solo lì sei l'uomo che controlla tutto, che sa cosa fare, mentre con me, no.
Raccontarti stronzate, incolparti, arrabbiarti e nasconderti non farà di me il tuo passato e lo sai.  Credevo d'esser io la marionetta invece... 

E' una bella giornata di Febbraio, fuori i fiocchi cadono leggeri.
I miei occhi s'arrossano pensando a qualcuno che senza interesse s'assicura che tu stia bene e t'abbraccia se sa che sei triste.
Ho trovato una famiglia, un'altra.
Questa famiglia ti copre le spalle, sempre.


lunedì 4 febbraio 2013

Ho perso un guanto

Istruzione per l'uso:
non lo so,
cercavo qualcosa di dolce,
malinconico,
tranquillo.


Passare dai calzettoni di lana e pantofole calde, alle calze ricamate e tacco, è altamente pericoloso se pensi di aver bisogno di respirare aria fresca e se soprattutto è Febbraio e fuori ci sono sedici gradi.

Non c'ho pensato tanto, ho guardato l'orario e con un braccio già dentro il vestito e un piede smaltato ero in macchina.

"Vado alla presentazione del libro e poi non so, non torno tardi!"
"Tardi, cosa vuol dire?"
"Che torno presto."
"Hai ancora mal di testa?"
"Un po', ma mi passerà."
"Copriti che è freddo."
"Mamma! Sono 16 gradi! Secondo te? Come sto?"
"La mamma certe cose le sa! E stai bene, perfetta."

Così, sono volata via. E mentre respiravo aria calda di Febbraio, riflettevo a quanto non posso lasciare questi posti, queste colline, queste strade e questi paesaggi.
Avevo le labbra dipinte di rosa, una rosa lucida. 
Mentre le nuvole mi passavano affianco e i campi incolti si disperdevano sotto il mio sguardo, mi son chiesta se quando sarai qui o sarò lì, sarà la stessa cosa. 
Se riuscirò ad uscire da sola con la città. 
Se sarò in grado di camminare con i miei tacchi e fermarmi a leggere le vetrine alle ventidue di un venerdì sera, senza aver paura.

Pesaro è grande ma non abbastanza da averti qui e forse nemmeno la tua città è abbastanza grande per me. Ho smesso di chiedermi come sarà, immagino e spero che il destino non si fermi qui e continui a portarci avanti in una danza decisa e dolce.

Vado in macchina senza radio, è rotta, allora canto. Parcheggio e intanto passo lì davanti, incrocio lo sguardo, sorrido e prometto di tornare, dopo la presentazione.
Ascoltare il corpo, lasciar andare la razionalità che voleva tenermi a casa "perché tanto non c'è nessuno" è stata la cosa più intelligente che potessi fare in questo periodo di cambiamenti.

Ascoltare i nuovi autori, guardare visi in protesta e una sala vuota, mi ha lasciato un dolce sapore in bocca.

Sapore coccolato da un vino bianco fermo e fruttato. La serata è cominciata così con un'amica che va a teatro e io che mi fermo ancora a bere vino bianco da sola, in un simpatico bar del centro.
Rido, mi tengo compagnia e decido di chiamare qualcuno.
Aspetto, scrivo e sorrido.
Musica assordante con vicini di tavolo che mi guardando curiosi di leggere e capire la mia solitudine. Una ragazza mi sorride, ricambio e continuo a scrivere. 
Un uomo curioso chiede e mi da appuntamento, proprio quando l'altro ha risposto e detto: "un'ora e arrivo.".
Sorseggio e penso che forse una passeggiata fino al mare mi avrebbe fatto bene. E così faccio. Cammino, leggo le vetrine, sistemo il trucco e cammino ancora. Mi siedo nella panchina più scomoda per respirare l'aria di mare e sentire il suo rumore, non vuole lasciarmi sola e sbatte le sue onde sugli scogli.
Musica classica si diffonde nell'aria, esce dall'albergo, mi fermo ad ascoltarla e un signore mi scopre, tra un tiro e l'altro della sua sigaretta, mi parla.

"Una signorina con un paio d'occhi così, cosa ci fa qui sola?"
"Aspetto e ascolto."
"Le posso offrire un bicchiere di vino? Ha voglia di entrare?"
"No grazie, non voglio disturbare."
"Entri perfavore, non è freddo ma non posso lasciarla qui sola e io devo lavorare."
"Si, forse ha ragione."
"Le dica che è qui a quell'uomo che aspetta e appena arriva, le prometto che la lascerò andare."

Sorrido ed entro scortata da un pinguino-barman che mi offre del vino bianco.
Parliamo, gli racconto e mi chiede come mai la canzone che sta uscendo dalla filodiffusione mi fa incantare.

"E' solo il buon vino."
"Non è vero. Lei s'intende."
"Un vecchio amore, che sembra tornare."
"...la danza classica?"
"Esatto. Le scarpette con le punte e i mille vestiti di tulle. Credo di sentirne la mancanza."
"E perché non ricominciare?"
"Perché non lo so."

Così l'uomo arriva, interrompe una chiacchierata, sorrido, ringrazio, faccio un inchino e raggiungo il mio appuntamento ritardatario seduto sulla mia stessa panchina scomoda.

"Tra le tante, hai scelto quella più scomoda!"
"Così camminiamo."

Nessuno può capire quanto belli siano, il mare e la Palla di Pomodoro, alle ventidue.
Due anni, son passati da momenti come questo e in questa serata si respira sincerità tra noi.
Parlavi, ridevo, parlavi, facevi il difficile, cercavi contatto e ridevo.
Il lago, la settimana sul monte, una birra e i compagni di una vita che cambiano.

Noi che ci salutiamo con un abbraccio, promesse che non manteniamo nè adesso nè domani. 

"T'accompagno alla macchina?"
"No, grazie. Faccio due passi."
"Ehi, grazie per avermi fatto uscire."
"Di niente, avevo bisogno di te."

"Ciao ragazzo."
"Ti chiamo domani."
"Ciao!"

Chiamo l'amica e torno a casa ubriaca di ricordi e di sorrisi.
Senza un guanto.

domenica 3 febbraio 2013

Sinteticità

Pioggia, saluti e sorrisi.
Ho voglia di te e di me nello stesso letto mentre fuori piove.
Il vetro bagnato e il piumone caldo.
Copriti di me.
Silenzio.
Ho voglia di noi due.


martedì 29 gennaio 2013

da Via Cupa a Via San Giacomo

Istruzioni per l'uso:
clicca sul grande triangolino,
ascolta bene,
sorridi,
cambia.

Impellente bisogno di sistemare e buttare via l'eccesso.
Aspetto te e me sulla porta di una camera da letto, perché fare l'amore appena torni a casa ha tutto un altro sapore.
Ci penso e non immagino più: aspetto la realtà.
Ridiamo e ci capiamo a distanza, Echetelodicoaffare se stiamo nella stessa stanza.
Fisso una foto e poi lascio.
Lascio te e me, m'abbandono al futuro e vivo quello che mi si presenta.
Rilasso le spalle e vado a bere Martini, non si sa mai.
Armata fino hai denti mi guardo, con questo vestito nuovo e il peso che se ne sta andando.

Alle ore 12:15 di sta mattina sarà terminata anche quest'avventura.
Amici nuovi, occhi sorpresi e impauriti rimarranno dentro ai miei, dopo 8 mesi di continue frequentazioni giornaliere.
Sistemerò quello che è rimasto della mia vita grassa passata e farò spazio alla novità.
Quella vera, quella che viene dopo un anno di cambiamenti.

E saranno così le nostre bocche: incollate.