lunedì 15 aprile 2013

T'abbraccio

“Noi siamo tutti di passaggio in questo posto. La villa sarà sempre qui.”

Lui canta mentre mi racconta.
Il tempo sembra fermarsi appena il sole batte sulle vetrate.
Tutti siamo attori perfetti per questo palcoscenico da favola.

Termina così la giornata di ieri, dopo essersi spaccati i piedi e aver rassicurato cinque o sei coppie prossime alle nozze.
Sorrisi, sguardi, occhi che si incrociano, passo per la cucina e cerco la tua approvazione, ridiamo, ti abbraccio e chiedo se puoi tornare più spesso perché manchi.
“A te sicuramente…” mi ripeti costantemente da due settimane e ogni volta sorrido e annuisco.

Passo un’oretta seduta a guardare Elena mentre stira la pasta, le guardo le mani, chiacchieriamo e le racconto di chi mi sta aspettando a casa, il vino bianco, gli occhi chiari e le mani d’artista.
“Sono persone gelose eh?”
Sorrido e mi si bagnano gli occhi di lacrime.
Il motivo perché io son lì forse è lei, mi confido.

Non ho il coraggio di pronunciare parole, non sono in grado di dire nulla.
Mani infarinate mi coccolano, mi toccano il viso, mi baciano la guancia e l’odore di griglia mi si impregna addosso, io vado a casa e tu stai lì.
Corro alla macchina senza dire nulla, chiudo la porta dietro alle spalle e non riesco a salutarti ancora, manchi già.
Questione di un mese e di abbracci al tramonto.
Fuggo come un ladro prima ancora che mi venga in mente di fare o dire altro.

M: “Se non mi facevano lavorare sta sera, andavamo a fare un giro.”
E: “Sé con quel cane rabbioso che appena chiama diventi viola in faccia, chissà dove vuoi andare!!”
S:“Ostia Tesor, è vero, hai una morosina a casa che t’aspetta! Hai anche il collarino al dito!”
M:”Ma tu sei una brava ragazza, no?”
E&S:”Chi?”

Ridiamo molto e inevitabilmente ricordo la sera prima del matrimonio, immagini che si accartocciano e il mio viso che s’incupisce.

“Torno a trovarti, promesso.”
“Ok, fai il bravo!”

L’ho detto che mi sarei innamorata e così è successo, un mese m’è bastato.
Diffidate degli affetti sul lavoro, non si mescolano.
Ben separati, mi raccomando.
Niente panchine, né colazioni, né scritte sulla carne cotta alla brace.
Niente baci al tramonto durante matrimoni altrui e niente torte gelato per consolarsi dal duro lavoro.
Niente.
Lasciate perdere, lavorate piuttosto e fate innamorare gli altri.

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