martedì 17 settembre 2013

Che confusione!

Non scrivo più, non ce la faccio.
Eppure ci penso, avrei voglia, ma il mio riflesso sullo schermo del pc, mi ricorda che forse potrei fare altro.
Così rimando, procrastino fino a sentirmi male e coronare così il mio sogno da DonnaCheLavora: abbandonandomi sul letto distrutta.
Yeah! Io si che sono figa! Bah!

C'è confusione attorno a me.

Niente di definito, niente di certo, e se da un lato questo mi conforta dall'altro sento la terra mancarmi sotto i piedi.

Visito siti di lavoro, mentre il lavoro che faccio mi piace. Ciò che m'inquieta è il luogo e la modalità. M'hanno detto che deve fare, è normale.
Non ci credo.

Bevo acqua e sorrido alla gente.
Mi vesto bene, abbino i rossetti alle magliette e mi faccio i capelli rossi.

Rossi come quelli di Ariel, la Sirenetta.
Il cartone animato che ho sempre guardato.
Idiota e stupida visione delle cose disneyana, come se una donna dovesse rinunciare alle proprie gambe e al proprio paese per stare con il principe azzurro, moro e con gli occhioni belli.

Poi la società si lamenta che ci droghiamo...per forza!
Prova tu a spiegare che non c'è bisogno di rinunciare al proprio essere per stare con una persona. Provaci se ci riesci!
Il danno più grosso è che quei cartoni animati se li son pappati anche i maschietti, diglielo tu adesso, che essere mori non implica per forza essere affascinanti, che non basta una camicia slacciata per diventare il sogno erotico (eh si perchè tanto anche Ariel ci pensava a fare all'ammore!) di una donzella.
Prova a vedere se riesci a fargli capire che dire quello che si prova, ogni tanto fa bene, a te e a chi ti sta attorno.
Un po' come smettere di fumare, dopo tutto.

La schifosa realtà è che mi manca il contatto fisico.
Mi manca quella sensazione di non essere sola a letto, di avere qualcuno che ti abbraccia che ti stringe i fianchi e lo fa senza aver bisogno di chiedere e soprattutto in silenzio.
Mi manca un bacio, un messaggio idiota e la sorpresa nel cenare e dire mille cazzate.
Nessun senso, nessuna regola, solo Tu ed io.

Che poi siam sempre lì, questo Tu.
Chicazzo mai sarà sto Tu maledetto.
Appena arrivi come prima punizione per il ritardo, non te la do subito.
Ti meriti d'aspettare quelle 5/6 ore, almeno.
Ecco.

Non sono una gatta morta, non ho la capacità di attirare a me orde di uomini che fanno a spallate per il mio numero di telefono, che si strappano i peli del naso pur di parlarmi.

Io sono la classica "simpatica" del gruppo, l'amica del momento, quella che ti permette d'uscire con gli amici e non fa tante palle, quella che cambia una lampadina da sola e impara a farsi i buchi da sola sul muro per appendere la pergamena di laurea.
Sono quella che guida senza problemi anche all'una di notte per venire da te, basta che ti decidi!

Ci sono donne che nascono gatte morte e poi ci sono io, quella che bene o male s'arrangia.

Beh, care donne, non arrangiatevi, siate gatte morte.
Loro vincono, mentre io vado a dormire in un letto più piccolo per sentirmi meno sola.
Ecco.

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