mercoledì 13 novembre 2013

La testa va

Uno pensa di essere arrivato, di potersi godere un po' del meritato riposo.
Non è così, fidatevi.
Poter vivere senza dover continuamente dimostrare qualcosa a qualcuno, la semplicità  di essere accettati (non nel senso del tagliato, sia chiaro eh.) per quello che si fa, per ciò che si è.
Utopia. Semplicemente.
Si deve sempre star lì a confermare la scelta. A dire beh, guarda un po' quanto valgo?
E dover poi sentirsi male per un niente.
Oggi è arrivato un sms. Quell'esseemmeesse, quello che dice che posso andar a prendere l'ultimo stipendio, insomma è il momento di chiudere.
Dovrei essere felice, sto sbattendo contro le sbarre urlando: "forza spicciati, sii felice!Dai!"

Ho parlato al passato senza problemi, poi ho detto di Giacomo.
Della lunga storia d'amore terminata nel giro di un mese. Cioè che io me so accorta, la storia era già finita da un po'.

Poi, ho osservato il silenzio.
Mi sono abbandonata a parole, risatine che per la prima volta dopo una paio di settimane, mi hanno riscaldato il cuore.
Ho mangiato sola, ascoltato discorsi e risposto a domande solo quando mi venivano rivolte direttamente.
Ho smuscinato tra i pensieri, mescolati e lasciato che i miei occhi facessero l'amore con il passato. T'ho sognato ad occhi aperti e vorrei facessi qualcosa, adesso.
C'ho il cuore libero. C'ho.

Adesso che lì ho terminato e qui ho finito l'entusiasmo, fai qualcosa.
Rimandami quel bacio, riguardami con quegli occhi e riprendimi la mano, perchè manchi.
Che poi non so se manchi, so che il pensiero pensa e la testa va.