mercoledì 29 gennaio 2014

"Vedere il mondo, raggiungere mete pericolose, guardare oltre i muri, avvicinarsi, trovarsi l'un l'altro e sentirsi, questo è lo scopo della Vita"

Uno, due e tre. Chiudi gli occhi e poi li riapri tenendo il ritmo del suo respiro.
Sincronismo.
Paura, dubbi e parli troppo.
Da sempre son stata io quella che ha capito male, quella che soffriva di egocentrismo, che ha visto gli occhioni da MonaLisa dove non c'erano e quella che ha confuso del bene con un semplice interessamento. Quindi questa volta, per colpa di qualcuno non faccio più credito a nessuno e mi convinco che è tutta una stronzata. Vedo solo quello che voglio vedere, sorrido solo a quello che voglio vedere, m'invento solo quello che voglio vedere.

Ride lei, racconto e lei ride e mi guarda con quella faccia interrogativa che sembra voler dire: "...bellammmerda.". Sorrido.
Penso e sorrido. A cinque centimetri mi son sentita a casa, a meno di quelli non voglio sapere.
Ho immaginato, come sempre, non ho perso l'abitudine, e mi son ritrovata così avanti che mi son venuti i brividi. Ho premuto stop e adesso aspetto.
Attendo il tuo viso e vado in panico se non ti vedo arrivare. Capacità di modifica della giornata. T'ho già dato troppo potere e non te ne sei accorto, o forse si. Non lo so.
Ti credo sottile e l'istinto non inganna, io lo so. E' stato messo a dura prova eppure ancora sferra colpi decisi e precisi.

Continuità, armonia, sorrisi e discorsi.
"Che cazzo stai facendo Susà?" Mi viene in mente ogni volta la frase di Nicola, quando con le mani stavo cercando le chiavi nella borsa e con gli occhi versavo lacrime.
Muta, mi guardavo riflessa nella maniglia di casa e lui incalzava: "Che cazzo stai a facendo?"
"Tu lo sapevi e non m'hai detto niente. Sono stata qui una vita, t'ho confidato tutto e tu non hai detto niente."
Mi guardava con gli occhi sgranati e lo sapeva.
Così ho fatto le valigie e ho chiuso la porta più grossa della mia vita, insieme a lei ho serrato tutto.

E adesso non è mai stata così chiusa come quella sera.
Grazie. .

sabato 11 gennaio 2014

Linkate il mio blog a tutti. Grazie.

Vuoi sapere cosa succede durante la mia giornata?
Semplice.
Guardo fuori dalla finestra e vedo le colline azzurre e nebbiose, ripenso a quando per puro egoismo ho chiuso la porta ad un'opportunità che forse mi avrebbe cambiato subito a quell'azienda là, che adesso vedo all'orizzonte.
Ripensandoci adesso sarebbe stato andar a coglier funghi in costume. Come direbbe qualcuno: "Susanna, cosa volevi andarci a fare? Tu sai fare."
Voglio veder la fine con il sorriso sulla faccia.

La vita è buffa, mio caro chouchou.
Pensi di aver raggiunto il top, sei quella brutta che è arrivata in un ufficio yeah, per pura fortuna ti sei trovata in mezzo ai pinguini buoni e divertenti. Ti guardi intorno, scopri cose divertenti ma decidi di riservare il tuo cinismo per i momenti migliori.
Ti sentivi pronta per il lavoro, per smettere di giocare e buttarti a capofitto su quello che sarebbe diventato il tuo futuro.
Armata di elmetto, lanterna e piccone mi sono addentrata in una miniera che credevo d'oro, forse nasconde del piombo. Ma in realtà è argento?
Per la Susi che da sempre mi son sognata, quella con i capelli lunghi, con le guance piene, i ricci, gli occhi blu e la voglia di non sentirsi rilegata in un ufficio ogni giorno, forse non è oro. E' solo piombo, e questo si sa, non t'aiuta a galleggiare anzi ti porta giù fino ad affogarti.

Il lavoro nobilita l'uomo, le chiacchiere ci fanno perdere tempo ed energie fondamentali.
Guardare il mondo da una mezza scrivania non è mai stato così divertente. L'empatia t'ammazza se non sai gestirla.
Guardarmi dentro dagli occhi, lo puoi fare, basta che stai attento. Son io, la MonnaLisa alla finestra che t'ascoltava attenta imbevuta di grappa.
Sono proprio io quella con i ricci e il vestito blu che t'ha sorriso ma che ha capito male, come potrei smentirmi proprio adesso?
La MonnaLisa era una gran donna, con le palle quadrate che è stata lì, immobile attenta ad ascoltarti dipingere scenari fantasiosi.
Ma la MonnaLisa, un giorno, me l'ha detto che s'è rotta le scatole e t'ha salutato con l'amaro in bocca e poca tristezza addosso. Solo un gran nervoso. Come ogni volta, c'è chi preclude cose per paura non definibile.
Sembra una storia già sentita, un po' il finale che ti frega, quello WOW, quello di Giacomo per capirci.
Sembra proprio che con quella serata ho buttato la vecchia me. Adesso è solo il momento di star leggeri e smettere con chi mi fa capir male.

Son frasi e parole messe lì, forse non capirete, non importa. Sono in schifoso ritardo, la Mari mi starà aspettando. So già che arriverò tardi e questo non è mai una buona cosa.
MAI.
Ecco.
Scappo.
Vi voglio bene e se potete, fate volare il mio blog, linkatelo a manetta ovunque. Prometto che non me dimenticherò. Anzi.
Vi abbraccio.
Ciao

sabato 4 gennaio 2014

Buon Anno

Ho gridato aiuto.
Non ho più voce.
Vorrei addormentarmi e non svegliarmi.
Buon anno, ansia.