Capelli biondi, fili che pendono e una voglia sfrenata di non stare a casa.
Mia madre preoccupata non fa più ridere.
Mio fratello sorridente non l'ho più visto.
Il mio sorriso sforzato non è più sexy.
Venerdì è arrivato e io ho paura.
Paura dei cambiamenti, della macchina e della tristezza che mi aspetta lì, sotto l'arco.
Cammino in silenzio, passo il tempo al lavoro per occupare la testa e non pensare.
Le lacrime non le verso più.
Lui mi chiama, dice: "Fanculizzali e trovati un lavoro che ti gratifichi. Tu sei bella e mi manchi."
Io ascolto, guardo la nostra foto sulla bacheca e poi chiudo.
Vuota di buoni propositi, sorrido. Cazzo se eravamo belli, cazzo se eravamo idioti.
A tavola regnano le domande che non servono e sicuro la faccia rossa m'ha tradito.
Riesco ad arrossire senza fare niente. CheDiavoloSei?
Sto aspettando uno sbilanciamento, una mano appoggiata sulla spalla, una frase detta per me e non per tutti.
"Vieni qui da me." mentre siamo in mezzo alla gente, non vale.
Io aspetto perchè quello so fare.
Voglio una cosa mia, tenerla per me e non condividerla.
Un film, due popcorn, un divano e la pace.
Nessun dovere, nessun obbligo, stare così e basta.
In silenzio.
La mia teoria sul silenzio è sempre valida.
Si, sto parlando di te.
Ho comprato un bacio oggi e non trovo più il foglietto, era una bella frase.
Diceva una cosa tipo: solo nella casa dell'amato ci si sente a proprio agio.
Non era così, ma il significato era quello.
Sembrava casa mia.
Ho paura di espormi, Ciccio.
Non ce la faccio a farmi avanti.
Fai qualcosa o stiamo così per molto tempo.
Scusami.