domenica 25 maggio 2014

Aleggiare dentro

La vita può cambiare in poco tempo.
L'ho lasciata prendersi tutto, senza mettere un freno alla passione e forse ci siamo mangiati del tempo.
Il suo bisogno di appartenere a qualcuna e il mio desiderio di evadere ha scavato dentro, chiuso ferite e adesso mi ritrovo qui, senza sonno.
Come se la passione, il desiderio di stare insieme si fosse assopito.
Non ho sonno.
Lui riposa in quel letto peccaminoso, mentre io ho riacceso il mio pc dopo due mesi di completa astinenza.
Mi manca l'aria. Mi sento costretta in tutti i panni che ho.
Il lavoro, la mia relazione, casa mia.
L'inadeguatezza, l'ansia da prima volta, i pensieri non detti, sono riaffiorati tutti.
Il dottor G, che a bomba ritorna sui suoi passi, che mi chiama e ci raccontiamo stronzate. Consapevoli che quel che è finito non può essere più riesumato.
Un fiore appassito, finisce nel sacchetto marrone, quello dell'umido.
Ho ascoltato il mio corpo e con la naturalezza di sempre ho acceso e ripreso a scrivere.
Non ho guardato la data dell'ultimo post, non la voglio sapere. Potrei cadere in fastidio.
Ho mangiato troppo per i miei gusti, il mio conto corrente ha perso 220 euro per qualcosa che non so se è giusto fare.
Non so più niente, l'ansia che ho addosso, i pensieri negativi che mi assalgono non sono di buon auspicio.
Avrei l'istinto di prendere le mie cose e andare. Fuggire via, lontano.
Un posto nuovo dove nessuno si aspetta nulla da me, dove non devo fingere di essere la fidanzata simpatica, dove posso stare con le mie amiche.
La mancanza più grossa è la mia Famiglia, quella che mi sono scelta, invasa dai cambiamenti, dalle ansie, dalle scatole pronte per un trasloco immenso.
Il nervoso che mi assale, gli occhi suoi che mi guardano e si aspettano non so cosa.
Lati oscuri che riaffiorano, sorprendono e poi volano via nel vento più caldo di queste giornate di fine maggio.
Ho bisogno di aria.
Sono le tre e vorrei spalancare la finestra, ma la serranda è chiusa e qui, in questo posto c'è gente che dorme a quest'ora.
E' difficile, da spiegare.
Vorrei si svegliasse da solo, venisse qui e m'abbracciasse.
M'è andata bene una volta.
Ora non so.
E' come se il lato più negativo s'attaccasse. Da papà a me. Come lui si distende io m'innervosisco, alla fine, forse e sottolineo forse, siamo anche parenti stretti.
Forse è il caso che vado a dormire.
Metto a tacere i pensieri neri e m'addormento in questo posto. Che forse un giorno sarà anche mio. Per adesso no.
Per adesso m'accontento di aleggiare dentro.
Buona notte.
Ciao.