domenica 29 settembre 2013

Adesso basta. Però.

Parlarne non dimezzerà la rabbia.
Ne tanto meno riuscirò a sentirmi meglio.
Hai presente quando ti schiacci un dito tra la porta senza nemmeno accorgertene?
L'unica domanda che ti passa per la testa è: come cavolo ho fatto?!

L'Amore è una stronzata.
E' la solitudine che ti fa sperare, nient'altro.
Quel sentimento che ti fa fare cose pazze, che ti libera mille farfalle nello stomaco è un'invenzione cinematografica, per fregarmi.

Sono allo step: il mondo ce l'ha con  me e tu, brutto idiota, sventoli la bandiera della repubblica dei pezzi di m***a. Noto con piacere che t'hanno eletto primo cittadino! Complimenti!

Vorrei fossi una cimice e io avessi l'antibestia più potente per ucciderti.
Dal 2009 al 2013.

Cosa ho fatto, io di male?
No dico, non avessi mai chiesto qual'era il problema, se ci fosse una donnina.
Credo avrei giustificato, dopo tutto io...
Ma esser presa spudoratamente per i fondelli così, è troppo.
Tutto troppo.

Ho la nausea, mi viene da vomitare ogni volta che qualcuno mi parla d'amore.
Il mio luogo di lavoro è pieno di ferraresi da una settimana.
Oggi abbiamo addirittura pranzato insieme. Perchè?

Ma la beffa più  grossa è  il non avere una giustificazione, un motivo a cui aggrapparsi.
Ti chiedo spiegazioni e ottengo un "ok", "Scusa", oggi era un: "vorrei farti stare meglio.".
Sparisci, vola via, datti fuoco, fai qualcosa così che io possa avere delle prove tangibili che la tua esistenza sia servita a qualcosa.
Cibo per uccelli?
Fertilizzante per terreni? Non so, vedi tu.

Mi vien solo da augurarti talmente tanta sofferenza che nemmeno Diolassù sa, ma poi penso che se mi ritorna indietro potrebbe essere autodichiarazione di morte.

Ho l'istinto di farti pagare ogni minuto, ogni lacrima, ogni viaggio a Ferrara a vuoto, ogni telefonata, ogni progetto, ogni "ce la faremo a stare insieme.", ma mi trattengo a forza.

La tua stupidità e la tua poca chiarezza, non t'è d'aiuto.

Non so mica se leggi questo blog, ma se così fosse, sappi che se domani mi sveglierò male, o se qualcosa andrà storto, tu pagherai.
Anche fosse una cosa che con te non centra nulla.
Io ho deciso che tu, sarai l'eletto che pagherà la prima cosa che andrà male!
Hai vinto! Ye!

Quale strana forza dell'universo ha deciso di incagliarsi sulla mia rotta? Mh quale?
Cosa devo pagare ancora?
Ho finito?
Adesso basta, no?



giovedì 26 settembre 2013

Domande e frasi fatte

Ci sono dei momenti che dico: "yeah!Soffortechettelodicoaffare", altri che pur di provare meno dolore, sbatterei il mignolo del piede nel primo spigolo a disposizione.

Le more sono buone, sai?

La vita è molto ironica e spesso mi fa scherzi talmente grandi da minare l'equilibrio.

Passo cinque anni ad aspettare questo momento, poi, a meno di un mese lo brucio.
Inconsapevolmente, l'ho messo a bagno nella benzina e gli ho dato fuoco.
Apposto.
Il sipario si chiude e partono gli applausi. 
Il pubblico è in delirio. Vuole il bis! 
Gli artisti si prendono un momento di riflessione.

Vuoi aggiungere altro?
Io no.
"...zzo ne so?", rispondo.

Parole sprecate, lacrime versate e dolori al braccio. Il tutto per due parole non dette.

La vita è ironica, e non so come comportarmi.
Sia chiaro che non si tratta di frasi fatte, come: "Le mezze stagioni non ci sono più", "Si stava meglio quando si stava peggio", è che proprio non lo so!
Ma la cosa più eccitante è che non mi verrà in mente a breve.

Devo smettere di crederci? T'aspetto ancora qua? Dimmi qual'è la soluzione migliore.
Se stare in silenzio, chiederti aiuto e dirti quello che mi passa per il cervello è la soluzione migliore,ok. Lo faccio. Ma dimmelo.

Io organizzo la vita degli altri, mica la mia. 
Mi spavento per prendere un appuntamento non lavorativo, figurati se so dirti cosa farò domani, con te.

Il problema è che intanto mi sono innamorata, e il tuo stomaco l'ha sentito, s'è annodato.
S'è chiuso e prima che ti faccia la guerra, domandati. 
Fai i tuoi conti, ma non con la calcolatrice, siediti e parlati!
Vogliati bene, diceva l'uomo.

Io sono felice di sapere, sono un po' meno contenta di non aver mai ascoltato me stessa.
O forse mi sono ascoltata e ho tirato dritto perchè la parte più forte, è quella dell'amore?
Chediavolonnesò.

Sta di fatto che stiamo così.
Il tuo parlare al plurale dopo le due foto, m'ha fatto ridere.
Bellammmerda. 
Sapere che hai una vita normale, m'ha rassicurato.

Organizzo matrimoni.
Non ridere eh, che t'ho visto.
Coppie felici che coronano il loro sogno, in teoria.

In pratica, il mio cinismo gioca a nascondino con gli occhioni da cerbiatto, che sbattono e vendono il GiornoPerfettoConfettatoESpuffacchioso.

In giornate come queste sarebbe intelligente uscire, passeggiare, andare al mare, sognare, leggere un libro, e invece? 
NO!

Passo le ore a guardare lo schermo, fisso me stessa e mi chiedo: ma io qui, come cacchio ci sono finita?!?


lunedì 23 settembre 2013

In silenzio

In silenzio ho compilato un modulo, dico.
In silenzio ho vinto un premio letterario, in un paesino vicino alla tua città.
In silenzio mi sono chiesta un sacco di volte come mai in tutto questo tempo ti fossi accontentato.
Ma sai, credo che le cose belle possono essere dimenticate.
Poi decido di fare una prova, aggiungo persone a caso.
In quel paesino, lì vicino conosco chi ti conosce e mi racconta.
Rimango in silenzio ed ascolto.
Attonita.
Gli occhi si allargano e tu sembri prendere forma mentre lui racconta.
In silenzio mi assalgono i dubbi.
In silenzio vedo foto e leggo cose che mi ammazzano dentro.
In silenzio io t'ho amato, sperando che un giorno saresti venuto.
Il giorno 23 mi ha sempre portato un po' di problemi, un po' di energie negative, diciamo.
Una vita di 7 mesi vissuta in quinta, dura, ma mi piace.
Rilassarsi non fa parte di me, immaginarti si.
Pensavo fossi uno che non ha spina dorsale, pensavo bene, dico.
Dolori alla schiena, sorrisi smorzati, occhi giganti umidi.
Ancora cazzate.
In silenzio cerco il sonno.
In silenzio verso lacrime.
In silenzio.
Spero tu possa pagare tutto quello che mi hai fatto passare.
In silenzio ho sperato di vederti all'uscita del lavoro, questa sera, a chiedermi scusa.
In silenzio ti sto augurando molto dolore.
In silenzio, ciao.

martedì 17 settembre 2013

Che confusione!

Non scrivo più, non ce la faccio.
Eppure ci penso, avrei voglia, ma il mio riflesso sullo schermo del pc, mi ricorda che forse potrei fare altro.
Così rimando, procrastino fino a sentirmi male e coronare così il mio sogno da DonnaCheLavora: abbandonandomi sul letto distrutta.
Yeah! Io si che sono figa! Bah!

C'è confusione attorno a me.

Niente di definito, niente di certo, e se da un lato questo mi conforta dall'altro sento la terra mancarmi sotto i piedi.

Visito siti di lavoro, mentre il lavoro che faccio mi piace. Ciò che m'inquieta è il luogo e la modalità. M'hanno detto che deve fare, è normale.
Non ci credo.

Bevo acqua e sorrido alla gente.
Mi vesto bene, abbino i rossetti alle magliette e mi faccio i capelli rossi.

Rossi come quelli di Ariel, la Sirenetta.
Il cartone animato che ho sempre guardato.
Idiota e stupida visione delle cose disneyana, come se una donna dovesse rinunciare alle proprie gambe e al proprio paese per stare con il principe azzurro, moro e con gli occhioni belli.

Poi la società si lamenta che ci droghiamo...per forza!
Prova tu a spiegare che non c'è bisogno di rinunciare al proprio essere per stare con una persona. Provaci se ci riesci!
Il danno più grosso è che quei cartoni animati se li son pappati anche i maschietti, diglielo tu adesso, che essere mori non implica per forza essere affascinanti, che non basta una camicia slacciata per diventare il sogno erotico (eh si perchè tanto anche Ariel ci pensava a fare all'ammore!) di una donzella.
Prova a vedere se riesci a fargli capire che dire quello che si prova, ogni tanto fa bene, a te e a chi ti sta attorno.
Un po' come smettere di fumare, dopo tutto.

La schifosa realtà è che mi manca il contatto fisico.
Mi manca quella sensazione di non essere sola a letto, di avere qualcuno che ti abbraccia che ti stringe i fianchi e lo fa senza aver bisogno di chiedere e soprattutto in silenzio.
Mi manca un bacio, un messaggio idiota e la sorpresa nel cenare e dire mille cazzate.
Nessun senso, nessuna regola, solo Tu ed io.

Che poi siam sempre lì, questo Tu.
Chicazzo mai sarà sto Tu maledetto.
Appena arrivi come prima punizione per il ritardo, non te la do subito.
Ti meriti d'aspettare quelle 5/6 ore, almeno.
Ecco.

Non sono una gatta morta, non ho la capacità di attirare a me orde di uomini che fanno a spallate per il mio numero di telefono, che si strappano i peli del naso pur di parlarmi.

Io sono la classica "simpatica" del gruppo, l'amica del momento, quella che ti permette d'uscire con gli amici e non fa tante palle, quella che cambia una lampadina da sola e impara a farsi i buchi da sola sul muro per appendere la pergamena di laurea.
Sono quella che guida senza problemi anche all'una di notte per venire da te, basta che ti decidi!

Ci sono donne che nascono gatte morte e poi ci sono io, quella che bene o male s'arrangia.

Beh, care donne, non arrangiatevi, siate gatte morte.
Loro vincono, mentre io vado a dormire in un letto più piccolo per sentirmi meno sola.
Ecco.