martedì 8 ottobre 2013

"Ricordati bene che il desiderio che hai nel cuore é giá per metà realizzato."

- "Ancora qua sei?"
- "Tra poco vado a casa. Aspetto le nove."
- "Perchè?"
- "Ho bisogno."
- "Quegli occhi. S'innamorano le persone. Lo sai si?"
- "Non tutte. Perchè l'unica persona che avrei voluto qui fuori ad aspettarmi, m'ha deluso?"
- "Guardati attorno, queste non ti bastano? Forse non t'ha guardato bene dritto negli occhi."

Tutto si ferma, per trenta secondi.
L'aria si calma e tu compari dietro la porta, faccio finta di niente.
Provo a far capire il mio-suo ruolo e poi m'abbandono allo spettacolo.

Silenziosa, in continua trepidazione mi sento abbracciare i fianchi e il rumore si ovatta.
Una camicia bianca, la presa sicura, mi sciolgo nel tuo sguardo e arrossisco.
E mentre saluti tutti, aspetto il mio, quello personale, appoggio la testa.

- "Mi piacciono di più così i capelli."
- "Ah lo so. Ma me ne vado."
- "Son più scuri di quelli che avevi prima?"
- "Si e vado via."
- "Si ma son più scuri."
- "Si ma vado via.
- "Ho capito. Vado."

Il solito gesto, nel solito momento.
Si, mi sei mancato.
Ebbasta, non c'è niente da dire nè da fare.
C'è solo da guardarsi. Normalità, l'abbiamo fatto per tutto questo tempo, dopotutto.

L'uomo a righe mi distrae, mi distoglie lo sguardo e tu voli via.

In silenzio vado a casa, mentre il mondo festeggia.
Cellulare che non suona, la tua bottiglia che si stappa, il mio NonSoCosa che continua a temporeggiare, il mondo si ferma, io m'accascio.

I cambiamenti mi fanno paura e per adesso sono a posto così.
Mi sono addormentata sperando in una tua parola e mi sono svegliata con la certezza che m'hai cercato.
Arrivederci frase non detta.
Mi tengo addosso i ricordi e le mani con il ghiaccio, sperando che un giorno, chissà.
Ciao.

3 commenti:

  1. Mi avevano detto che eri brava a scrivere, a leggere negli occhi e a guardare. Non ci credevo, così ho comprato il giornale e per il mese che non ci siamo visti ti ho letto.
    Sono arrivato lì e la prima cosa che mi hai detto è stata che te ne saresti andata. Ho risposto male, mi dispiace. Io so che non cambierà nulla, che i tuoi fianchi saranno sempre il mio posto preferito dove appoggiare le mani, so che quando ti rivedrò, perchè così sarà, sarai più bella di quello che sei adesso e felice. Ma sono triste perchè continuerò senza il tuo sguardo divertito, senza le tue battute inutili. Mi mancherai e soprattutto non avrò più nessuna scusa per dire: domani la chiamo. Colpa mia, colpa del ghiaccio o forse colpa del lavoro, ma ogni volta mi fai sorridere. Grazie.

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    Risposte
    1. Ok, m'hai beccato. Bravo. Complimenti! E io che credevo che il mese passato eri a casa a piangere e a strapparti i capelli!!!
      Mi mancherai anche tu, molto.
      Non è stata colpa del ghiaccio, nè tua nè del lavoro, è la pressione atmosferica che ha rivoltato la faccia e m'ha fatto sentir freddo.
      Se ti serve una scusa posso dartene mille: vuoi mettere il vino bianco o quello rosso?
      Dovrò pure vinificare il mio spirito.
      T'abbraccio tanto, il tempo giusto insomma.

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    2. Già mi manchi. Che pallosa sei. Credo che da oggi ti odierò, spero di riuscirci.

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